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A Letto Con Sartre
Titolo originale: Cette musique ne joue pour personne
Anno: 2021
Genere: Commedia, Sentimentale, Drammatico
Casa di produzione:
A Single Man, UGC, Jm Films,
Gapbusters, Shelter Prod,
RTBF (Télévision Belge),
Proximus, Voo Et Betv, Movie
Pictures, Pictanovo
Distribuzione: I wonder Pictures
Durata: 107 min
Regia: Samuel Benchetrit
Sceneggiatura: Samuel Benchetrit, Gabor Rassov
Fotografia: Pierre Aïm
Montaggio: Clémence Diard
Musica: –
Attori: Joey Starr, Bouli Lanners, François Damiens, Ramzy Bedia, Vanessa Paradis, Gustave Kervern, Valeria Bruni Tedeschi, Raphaelle Doyle, Constance Rousseau, Vincent Macaigne, Bruno Podalydès, Jules Benchetrit, Thierry Gimenez, Jean-Pierre Martinage
Arriva nelle sale italiane a partire dal 26 gennaio 2023 con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, dopo esser stato apprezzato nell’ultima edizione del Festival di Cannes, nella sezione Première, A Letto con Sartre. Diretto da Samuel Benchetrit, il film vede protagonisti François Damiens, Vanessa Paradis e Valeria Bruni Tedeschi. Il film è una commedia ironica e leggera interpretata da una banda di personaggi strambi e maldestri alle prese col potere terapeutico della poesia, del teatro e dell’amore. Le loro storie si intrecciano e scontrano in modi diversi, creando una commedia corale che si fonda sul tema della tenerezza.
Trama di A letto con Sartre
Anche i “duri” hanno un cuore. Lo sa bene Jeff, piccolo boss locale impegnato a sedurre una cassiera scrivendole discutibili quanto struggenti poesie d’amore. La sanno Jésus e Poussin, suoi fedelissimi, che tra una riflessione filosofica e l’altra aiutano la figlia adolescente del capo ad avvicinare il ragazzo che tanto le piace. E lo sa ancora di più Jacky, scagnozzo da due soldi che si innamora di un’aspirante attrice di teatro. Pur di averla, è disposto a usare tutte le armi a disposizione (letteralmente)… persino a recitare al suo fianco in uno spettacolo teatrale sulla vita sessuale di Sartre e Simone de Beauvoir!

Scopri anche: Intevista a Samuel Benchetrit sul film da lui diretto A letto con Sartre (2021)
Recensione di A letto con Sartre
La tradizione tutta italiana di storpiare i titoli originali, fino a stravolgere il contenuto del film, aggiunge un altro tassello alla sua preziosa collezione: mentre infatti la traduzione del titolo originale, Cette musique ne joue pour personne, suona come questa musica non suona per nessuno, l’interpretazione italiana mette al centro la figura del celebre filosofo esistenzialista e l’allusione a una presunta componente sessuale. In realtà il richiamo all’esistenzialismo è già contenuto, seppur meno evidente, nel titolo originale, dove è del tutto assente, ovviamente, qualsiasi accenno al sesso. Viene da pensare che chi si occupa di distribuire i film sul territorio italiano abbia un’opinione così bassa del pubblico da dover dare indicazioni precise su ciò a cui vanno incontro e, allo stesso tempo, senta il bisogno di stuzzicarlo con rimandi a temi scabrosi. Ma andiamo con ordine.
A letto con Sartre è il settimo lungometraggio dello scrittore e regista francese, di origine marocchina, Samuel Benchetrit e arriva dopo Chien (2017) e il delizioso Asphalte (2015) (in Italia Il condominio dei cuori infranti, vabbè) entrambi adattamenti di suoi romanzi. La storia, o meglio le storie, ruotano intorno al personaggio di Jeff, un boss locale che traffica nel porto di Dunkerque, alla sua famiglia e ai suoi scagnozzi tutti accomunati, più o meno consapevolmente, dall’incontro improvviso con l’arte e la poesia. Già dalla prima scena vediamo, infatti, Jeff impegnato a declamare una sua composizione agli altri allievi di un circolo di poesia amatoriale e immediatamente dopo, al termine della lezione, pestare uno di loro, reo di non averla apprezzata. Anche gli altri personaggi comunque non sono da meno: la coppia di suoi “collaboratori”, Jésus e Poussin, hanno il compito di convincere i compagni di scuola a partecipare alla festa di compleanno della figlia del capo usando le buone o, più spesso, le cattive mentre il factotum Jacky, che deve riscuotere il denaro dovuto dall’ex contabile di Jeff, si presenta a casa sua, con tanto di ascia in mano per ritrovarsi poi coinvolto nella messa in scena di una pièce teatrale i cui protagonisti sono Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre.

Il tema dominante è in ogni caso l’amore declinato diversamente da questo gruppo di scaricatori di porto dalle attività non proprio all’insegna della legalità. Una battuta del film descrive perfettamente il percorso nel quale poesia e tenerezza prendono via via il sopravvento nelle vite dei personaggi: forme e colori nascono nell’oscurità. La durezza violenta della banda negli scontri con le bande rivali per il controllo dei traffici del porto contrasta, infatti, con il loro lato più umano che si manifesta nei rapporti con le persone del mondo esterno creando effetti grotteschi e spesso ridicoli. I meccanismi comici di Benchetrit, già collaudati nelle precedenti opere, trovano un’ottima messa in scena grazie all’affiatato cast che vede volti noti della filmografia del regista come Gustave Kervern (Jacky), Vincent Macaigne (Eric Lamb) protagonista di uno spassoso episodio contenuto nel film, l’attuale compagna di Benchetrit, Vanessa Paradis (Suzanne). Completano il cast François Damiens (Jeff), Valeria Bruni Tedeschi che propone un’interpretazione intensa e insieme misurata della moglie di Jeff, Bouli Lanners (Poussin) e il tarantiniano rapper JoeyStarr (Jésus). Il clima familiare del film e della troupe che lo compone è confermato inoltre dalla presenza dell’esordiente Jules Benchetrit, figlio del regista e di Marie Trintignant, figlia del grande Jean-Louis e tristemente nota per la sua prematura scomparsa nel 2003 a causa delle percosse subite dall’allora compagno Bertrand Cantat (Noir Desir). Nell’intervista che accompagna l’uscita del film Samuel Benchetrit assegna proprio alla frequentazione con il suocero Jean-Louis Trintignant la scoperta della poesia nella propria vita chiudendo così un cerchio che avvicina A letto con Sartre aduna bella rimpatriata tra amici.

Dal punto di vista cinematografico il film mantiene lo stile riconoscibile del regista ma non manca di ammiccare in alcune occasioni alle riprese fredde e surreali di Roy Andersson e, per l’ambientazione della vicenda, al cinema di Aki Kaurismäki di cui Benchetrit non manca di rivendicarne l’influenza.
In conclusione
Il risultato è una commedia romantica con punte di velata comicità che si lascia guardare piacevolmente il cui limite più grande è quello di rimanere troppo su un piano intellettuale non riuscendo a coinvolgere fino in fondo lo spettatore, l’umorismo cerebrale e surreale che è stato il punto di forza dei precedenti film, in questo caso perde energia e l’imprevedibilità che favoriscono il perfetto funzionamento del meccanismo.
Note positive
- Una commedia piacevole
Note negative
- L’umorismo surreale non funziona pienamente
- A tratti la pellicola non riesce ad emozionare