I am here (2021) – Storia di una sopravvissuta che ha perdonato

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I am here locandina

I am here (2021)

Titolo originale: I am here

Anno: 2021

Nazione: Sud Africa

Genere: Documentario, animazione

Casa di produzione: Sanktuary Film

Distribuzione italiana: DNC Entertainment

Durata: 73 minuti

Regia: Jordy Sank

Fotografia: Rick Joaquim Sacs

Montaggio: Esther Badenhorst

Musiche: Edward George King

Animazione: Gregg Bakker

Trailer italiano di I am Here (2021)

Per la ricorrenza del 27 gennaio 2023, Nexo+ mette a disposizione una testimonianza sulla Shoa da vedere assolutamente. Sono le memorie di Ella Blumenthal, sopravvissuta all’Olocausto, che il giorno del suo 98° compleanno decide di raccontare la sua storia. Il documentario, la cui versione originale è realizzata in lingua inglese, ebraica e yiddish, è stato un successo a vari festival, ottenendo premi e nomination.

Trama di I am Here

Di lei è impossibile non innamorarsi. Perché Ella è molto più di una nonna sopravvissuta all’Olocausto. Vive a Città del Capo, ha quattro figli, undici nipoti e nove pronipoti. È una donna esuberante, vivace e dalla personalità frizzantina, cosa che la rende una narratrice perfetta che tiene incollati alle sue parole tutti coloro che iniziano ad ascoltarla. Non ha mai paura di dire la sua, di fare battute e di parlare spontaneamente di momenti estremamente bui della sua vita. Cattura l’attenzione, illumina lo schermo e riesce a connettersi con gli spettatori di tutto il mondo. Ella possiede, come nessun altro, la joie de vivre, il gusto per la vita, una caratteristica inaspettata, considerando il suo vissuto. Ma lei è una donna dalla volontà salda, che non si è mai fermata pur di vivere la vita al meglio e assaporarne ogni singolo momento.

È durante le celebrazioni del suo 98° compleanno che Ella si apre ad amici e familiari e narra, come non ha mai fatto prima, la sua storia di sopravvissuta all’Olocausto. I suoi ricordi drammatici, ripercorsi nel film e illustrati attraverso animazioni essenziali e comprensibili a tutti, attraversano tre campi di concentramento e si alternano alle immagini di Ella, che le videocamere seguono nel presente mentre recita le sue preghiere, nuota in piscina, impasta il pane per lo Shabbat e cammina sulla promenade a Cape Town.

Recensione di I am Here

Non sono mai sufficienti i racconti dei sopravvissuti all’orrore dell’Olocausto, non sono mai sufficienti per comprendere a pieno la tragedia portata avanti nella seconda guerra mondiale. Ogni storia è diversa, ma tutte sono accomunate da un dolore disumano. Quella di Ella non è diversa, ma questa donna è mossa da una gioia per la vita che è altrettanto sovra umana. Ecco perché vale la pena ascoltare, e vedere, le sue parole.

L’animazione di Auschwitz

Il fulcro del documentario è la sopravvivenza di Ella nei campi di concentramento. La classica scelta di alternare il suo viso alle immagini reali dei campi, viene sostituita da qualcosa che lascia un segno: l’animazione. Sono pochi i prodotti che raccontano la guerra in animazione, uno degli ultimi è La stella di Andra e Tati, è un modo alternativo per approcciarsi ad un tema così delicato. Non solo permette al prodotto di essere adatto anche ai più piccoli, ma c’è una forza maggiore nell’assistere alla violenza sotto forma di animazione. Forse perché siamo abituati ad associare il “cartone” alla fanciullezza.

Fotogramma dal documentario I am Here
Fotogramma dal documentario I am Here

Le immagini accompagnato le parole di Ella, ma la sua voce non è un semplice voice over: i suoi ricordi vengono proprio narrati, raccontati, come una favola. Certo una triste favola. Questo modo di portare in scena il suo vissuto è estremamente coinvolgente perché non è solo una testimonianza, ma è anche una storia e tutti sono disposti ad ascoltarne una. Lo stile dell’animazione è semplice nelle figure umane, ma dettagliato delle ambientazioni, e ti trasportano proprio dentro la memoria di Ella. Seppure siano il passato, ci sono momenti in cui realtà e animazione comunicano direttamente tra loro, creando quella connessione che ribadisce quanto tutto il narrato sia vero e da ricordare. Infatti, vedere il viso di Ella mentre si emoziona, in silenzio, è lì il cuore di tutto: una donna solare, energica che ripercorre con coraggio quegli eventi e che, dopo anni di dolore solitario, affida questo male allo spettatore.

Edit originale con fotogrammi tratti da I am here
Edit originale con fotogrammi tratti da I am here

Come al cinema

Siamo abituati a pensare il documentario come un prodotto dalla regia un po’ rozzo, per il semplice fatto che pensiamo ad esso come ad una immediata immagine della realtà. Naturalmente ci sono tantissimi esempi di documentari che hanno una impronta cinematografica e questo è uno esempio.

La fotografia è delicata, quasi romantica, nelle scene che ritraggono Ella con la sua attuale famiglia. L’armonia tra le immagini dal vero e i disegni creano una fluidità del racconto che trasporta lo spettatore tra presene e passato senza quasi che se ne accorga. Si fa ampio uso di close up, che rendono l’idea di drammaticità, e di parallelismi tra la Ella di oggi e la Ella ragazzina. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora meravigliosa, principalmente archi, che creano sempre la giusta atmosfera.

La regia non si è limitata, quindi, a riprendere le parole di una sopravvissuta, ma ha costruito la sua storia in modo che ci la guarda possa essere coinvolto da ogni elemento. La potenza del racconto è così triplicata.

Fotogramma dal documentario I am Here
Fotogramma dal documentario I am Here

Conclusioni

La cosa che più lascia stupiti è la forza che Ella ha avuto nell’andare sempre avanti nella sua vita. C’è un’attaccamento alla vita e alla volontà di sentire vivi. Quella brutalità lascia un segno indelebile nelle vittime, eppure loro sono riuscite a perdonare. Ella è riuscita a perdonare. C’è qualcosa che va ben oltre il raccontare la tragedia dell’Olocausto: c’è il racconto di chi ha dovuto convivere con quel dolore anche dopo la sua fine, c’è il silenzio di chi non ha mai avuto il coraggio di ripercorrere quegli eventi, c’è il soffrire in solitudine. Poi c’è l’umanità.

Note Positive

  • Animazione
  • Scrittura del racconto
  • Fotografia

Note Negative

  • /
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