A Small Light (2023). Miep Gies, un eroina silenziosa

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Locandina della miniserie A Small Light (2023)

A Small Light

Titolo originale: A Small Light

Anno: 2023

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: biografico, drammatico, guerra

Casa di Produzione: Midwest Livestock, Keshet Studios, National Geographic Studios, ABC Signature

Distribuzione italiana: Disney +

Ideatore: Tony Phelan, Joan Rater

Stagione: 1

Puntate: 8

Regia: Susanna Fogel, Leslie Hope, Tony Phelan

Sceneggiatura: Tony Phelan, Joan Rater, William Harper, Ben Esler

Fotografia: Stuart Howell, Azul Serra

Montaggio: Susan E. Kim, Nicole Artzer, Lynarion Hubbard, Martin Nicholson

Musica Ariel Marx

Attori: Ashley Brooke, Billie Boullet, Andy Nyman, Laurie Kynaston, Rudi Goodman, Noah Taylor, Liza Sadovy, Hanna van Vliet, Michelle Parker, Bel Powley, Sebastian Armesto, Jim High

Trailer italiano di A Small Light

Se oggi il mondo può leggere il Diario di Anna Frank, una delle più vivide e potenti testimonianze del dramma che fu la seconda guerra mondiale, lo si deve, soprattutto, a Miep, l’amica e segretaria di Otto Frank, colei che raccolse dal pavimento dell’abitazione – prigione dei Frank – Van Pels, dei fogli e dei quaderni scritti da Anna Frank, prima che le forze armate tedesche giungessero sul luogo per distruggere tutto. Miep ha salvato la voce di Anna Frank, che, nonostante sia deceduta in giovanissima età nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, a febbraio o marzo 1945, continua a vivere dentro quelle parole, che vengono ancora lette dagli uomini, rendendola immortale. A Small Light, una miniserie di otto puntante, intende narrarci la storia dimenticata di Miep (Vienna, 15 febbraio 1909 – Hoorn, 11 gennaio 2010), una donna che ha aiutato, come ha potuto, Otto Heinrich Frank, Edith Frank-Holländer, Margot Betti Frank, Annelies Marie Frank, Hermann van Pels, Auguste van Pels, Peter van Pels, Fritz Pfeffer, nascondendoli per due anni, in una sorta di appartamento – soffitto all’interno dell’azienda di Otto Frank, l’Opekta, che si occupava di realizzare e vendere marmellate, mettendo, in questo modo la sua stessa vita in pericolo. Ovviamente la donna non fu sola, in questa impresa, venendo aiutata da altri dipendenti come Victor Kugler, Johannes Kleiman e Bep Voskuijl e dal marito Jan Gies. La miniserie storica – biografica, prodotta da ABC Signature, Keshet Studio e National Geographic, viene distribuita su Disney Plus dal 2 maggio 2023, basandoci sugli eventi narrati all’interno del romanzo biografico, scritto da Miep Gies, dal titolo Si chiamava Anne Frank, edito in Italia dal 1 gennaio 1987 per Mondadori. 

Trama di A Small Light

Miep Gies (Bel Powley) era giovane, spensierata e ostinata – in un’epoca in cui avere opinioni poteva ucciderti – quando Otto Frank (Liev Schreiber) le chiese di aiutarla a nascondere la sua famiglia dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Senza esitare, Miep accettò. Per i due anni successivi, lei e il suo audace e devoto marito Jan (Joe Cole), insieme a molti altri eroi di tutti i giorni, vegliarono sulle famiglie Frank, van Pels e sul dentista Pfeffer nascosti in un alloggio segreto, posto dietro l’azienda di Otto Frank, l’Opekta, il luogo in cui Miep lavorava. 

I dipendenti dell'Opekta in A Small Light
I dipendenti dell’Opekta in A Small Light

Recensione di A Small Light

Nell’affrontare la storia dei Frank, grandi registi e produzioni del passato, hanno sempre usato la medesima prospettiva narrativa, ergendo il “Diario” di Anna a materiale fondamentale per la costruzione drammaturgica della pellicola, raccontandoci gli avvenimenti interni all’appartamento – prigione in cui, i Frank, i Van Pels e Pfeffer, hanno vissuto due anni di vita, al fine di fuggire dall’orrore dei campi di concentramento e da una probabile morte. Tra queste trasposizione è da segnalare il capolavoro cinematografico del 1959 dal titolo The Diary of Anne Frank, diretto da George Stevens e vincitore di tre premi oscar, la pellicola d’animazione di Eiji Okabe Anne no nikki: Anne Frank monogatari” del 1979 e la miniserie BBC del 2009, in cinque puntata, dal medesimo titolo “Il Diario di Anna Frank”. Il primo (e per largo tempo l’unico) cambio di prospettiva narrativa filmica avvenne nel 1988, quando John Erman realizzò The Attic: The Hiding of Anne Frank, pellicola che osò guardare l’evento tragico da un’altra prospettiva, non quella dei Frank ma bensì quella di Miep Gies, rifacendosi al romanzo biografico della Gies “Si chiamava Anna Frank”. La miniserie Disney+, A Small Light, si avvicina all’opera di Erman, ponendo a focus centrale drammaturgico degli eventi Miep. È attraverso il suo sguardo sul mondo, attraverso la sua storia personale che noi conosciamo e comprendiamo i Frank, non il contrario, come avviene nelle opere tratte dal “Diario”, in cui l’epicentro è Anna e la segretaria di Otto solo una figura di contorno, per certi versi. Il raccontare la storia di Miep Gies, una donna che ha vissuto e lottato nei tempi della seconda guerra mondiale, possiede un forte simbolismo e valore culturale, mostrando come tutti i cittadini, possano diventare degli eroi, compiendo delle semplici azioni di estrema bontà, ponendo l’altro dinanzi a se stessi. I coniugi Gies, da come vengono mostrati in questa miniserie, appaiono due gentiluomini, due persone che non riescono ad accettare questa situazione razziale, e nonostante la paura di essere scoperti e deportati, evento che entrambi rischiano più volte, continuano a lottare per salvare e non per uccidere, diventando, specialmente Jan, una persona fondamentale per il movimento di resistenza ad Amsterdam.  

Quando abbiamo ascoltato per la prima volta la straordinaria storia di Miep Gies, si amo rimasti colpiti e profondamente commossi. Eravamo anche convinti che questa miniserie su un eroe di tutti i giorni, di cui la maggior parte delle persone nel mondo non ha mai sentito parlare, avesse bisogno di un debutto senza precedenti. Siamo determinati a portare A SMALL LIGHT al maggior numero di spettatori possibile e speriamo che questo lancio permetta al pubblico di innamorarsi e ispirarsi a Miep proprio come abbiamo fatto noi

Carolyn Bernstein, EVP, Scripted and Documentary Films, National Geographic.

Per come viene strutturata l’intera serie, il senso di eroismo, quello più puro e vero, viene eletto a tema portante della vicenda. Da un lato vediamo personaggi che rifiutano, mossi da un sentimento di fervida paura, di aiutare il prossimo diventando amici del Nazismo, dall’altro abbiamo degli uomini e delle donne che sono disposti a tutto per salvare i più bisognosi, coloro che per motivi genealogico, religiosi o di ribellione al partito, sono costretti a nascondersi da una società folle e pazza. Questo mondo ci viene raccontato con una sceneggiatura efficace, che ci trascina dentro il mondo di Miep con estrema eleganza, facendoci “innamorare” ed empatizzare con lei. Gli sceneggiatori risultano attenti e saggi nell’andare a creare i rapporti tra la nostra protagonista e gli otto coinquilini dell’appartamento, personaggi che conosciamo attraverso dei semplici gesti umani, che racchiudono mille emozioni. Anna, Margot, Otto e la moglie Edith Frank-Holländer ci vengono raccontati con estrema tridimensionalità, permettendoceli di vedere sotto un nuovo aspetto, una chiave di lettura alquanto divergente da quella del Diario di Anna. Attraverso i momenti d’intimità che ognuno di loro avrà con Miep scorgiamo le loro individualità, riuscendo a comprendere il loro dramma, di uomini una volta liberi che si ritrovano a dover vivere di sotterfugi, convivendo con emozioni di costante paura.

L’unica pecca della miniserie è prettamente estetica. La scenografia è fin troppo teatrale per certi versi, fin troppo pulita e perfettina, dandoci, sia negli interni che negli esterni, dandoci quel senso di finto, d’inverosimile, elemento che appare anche dai volti dei personaggi, che anche se vivono in un epoca di terrore e di povertà, appaiono sempre perfetti e, a esclusione dell’ultima puntata, non portanando sul volto o negli abiti i segni dell’epoca. Una scelta stilistica che non dona potenza alla vicenda. Nonostante ciò la serie prende, ci coinvolge emotivamente dandoci un intenso messaggio: tutti possono diventare eroi e che, nei momenti di difficoltà, ognuno di noi deve schierarsi verso il bene comune e non pensare al proprio egoismo. 

Anche una segretaria, una casalinga, una ragazza, può a suo modo accendere una piccola luce in una stanza buia

Miep Giel
Fotogramma di A Small Light (2023)
Fotogramma di A Small Light (2023)

In conclusione

La miniserie risulta interessante, soprattutto nella scrittura dei personaggi e nella creazione dei rapporti interpersonali tra la segretaria e la famiglia Frank, che donano un estrema emozione alla vicenda. Purtroppo, nonostante sia una valida serie, A Small Light soffre di alcuni piccoli problemi, soprattutto lato scenografia e costumi, ma anche nella scrittura di un paio di personaggi come Peter, che non viene mai sviluppato, realmente, all’interno della storia.

Note positive

  • Tematica
  • Emozione narrativa

Note negative

  • Scenografia
  • Costumi 
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