All’ultimo voto (2015): Il retroscena di una corsa all’election day

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All’ultimo voto

Titolo originale: Our Brand is Crisis

Anno: 2015

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: commediadrammatico

Produzione: Participant Media, RatPac-Dune Entertainment, Smokehouse Pictures

Distribuzione: Warner Bros. Pictures

Durata: 107 min.

Regia: David Gordon Green

Sceneggiatura: Peter Straughan

Fotografia: Tim Orr

Montaggio: Colin Patton

Musiche: David Wingo

Attori: Sandra BullockBilly Bob ThorntonAnthony Mackie, Joaquim de Almeida, Zoe Kazan, Reynaldo Pacheco

Trailer originale di All’ultimo voto

All’ultimo voto – Our Brand is Crisis è l’adattamento cinematografico dell’omonimo documentario scritto e diretto da Rachel Boynton nel 2005, incentrato sulla corsa presidenziale in Bolivia del 2002. Il film, sceneggiato dal candidato al Premio Oscar Peter Straughan (La talpa, L’uomo che fissa le capre), è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival nel 2015.

Trama di All’ultimo voto

2002. Pedro Castillo (Joaquim de Almeida), presidente della Bolivia, è in grande difficoltà nella corsa per ottenere il suo secondo mandato. Con l’obiettivo di ridurre il margine che lo separa dal primo candidato, seguito dall’abile consulente politico Pat Candy (Billy Bob Thornton), decide di rivolgersi a Jane “Calamity” Bodine (Sandra Bullock), famosa capo stratega spesso capace di ribaltare situazioni complicate. All’interno di una squadra che conta tra i consulenti gli avveduti Ben (Anthony Mackie) e LeBlanc (Zoe Kazan), oltre a collaboratori “esterni” come Eduardo (Reynaldo Pacheco), Jane tenta una improbabile impresa, non soltanto nei confronti dell’election day, ma anche verso se stessa, sempre più in contrasto tra il pragmatismo necessario al ruolo di spin doctor e la volontà di perseguire ideali più autentici.

Fotogramma di All'ultimo voto
Fotogramma di All’ultimo voto

Recensione di All’ultimo voto

Dopo Monuments Man e prima di Money Monster, George Clooney e Grant Heslov decidono di produrre un film sui retroscena della politica, un tema già analizzato, pur con una diversa angolazione, dalla loro Smokehouse Pictures nell’ottimo Le idi di marzo. Il film di David Gordon Green (regista anche dell’interessante Joe con Nicolas Cage e Tye Sheridan), è certamente lontano dagli intrighi sviluppati nella pellicola diretta da Clooney, ma ha il pregio di attualizzare le vicende incorse nell’elezioni presidenziali in Bolivia del 2002 e le divergenze tra popolo elettorale ed élite politica. All’ultimo voto, basato su un documentario diretto da Rachel Boynton nel 2005 dal titolo omonimo Our Brand is Crisis, è un film che conduce dietro le quinte delle convention politiche, analizzando i rapporti, spesso fortemente contrastanti, tra strateghi colleghi e avversari. A sostenere la sceneggiatura di Peter Straughan è una brillante Sandra Bullock (anche produttrice esecutiva), quella che nel film viene soprannominata “Calamity” Jane e che, per il candidato Pedro Castillo, rappresenta l’unica possibilità di ottenere il successo elettorale. La Jane interpretata dall’attrice Premio Oscar, è il punto centrale di una storia che si snoda in due fasi: la prima, dalla sequenzialità classica, orientata nella difficile salita di Castillo nei sondaggi; la seconda, dalle sfumature più introspettive, capace di oltrepassare l’algida espressione di Jane ed evidenziare il progressivo allontanamento dalla sua acuta razionalità.

La frase pronunciata in apertura dalla Bullock, “Certo, riuscivo a convincermi di qualsiasi cosa se il compenso era buono”, rappresenta l’inizio di un percorso che, evitando eccessivi toni melodrammatici, avvicina il personaggio di Jane Bodine al giovane Eduardo (Reynaldo Pacheco), simbolo di quel purismo capace di fabbricare sogni e aspettative, ma anche d’incorrere in cocenti delusioni. In fondo, pur conservando il suo impegno fino a elezioni concluse, il personaggio della Bullock si discosta dallo Stephen Meyers di Le idi di marzo proprio per questa redenzione alla quale tenta di opporsi senza riuscirci completamente; un contrasto interiore che trova espressione visiva nella folla di persone in cui decide di addentrarsi, allontanandosi dalla sua casta e avvicinandosi a quel popolo, elettorale o meno, che raffigura quella verità non relativa che mai ha rappresentato il suo principio. In opposizione a questa situazione c’è il Pat Candy interpretato da Billy Bob Thornton, esperto stratega politico con l’unico scopo di condurre alla vittoria il candidato Victor Rivera. Candy accentua così il progressivo cambiamento della Bullock, rappresentando con il suo ruolo quella posizione da cui si sta discostando il personaggio di Jane Bodine. Perché All’ultimo voto è un continuo percorso che evidenzia ciò che normalmente avviene prima di ogni elezione, ma anche espressione di quell’autenticità, quella sofferenza espressa da un popolo che in qualche modo incanta “Calamity” Jane, la discosta da Pat Candy e, forse, la induce a cominciare una nuova vita.

Sandra Bullock in una scena del film

In conclusione

Note positive

  • L’attualizzazione di una vicenda storica
  • L’interpretazione di Sandra Bullock
  • La particolare prospettiva della sceneggiatura

Note negative

  • Alcune sequenze potevano disporre di una maggiore profondità narrativa
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