
I contenuti dell'articolo:
Saint X
Titolo originale: Saint X
Anno: 2023
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: drammatico, thriller
Casa di Produzione: ABC Signature, Anonymous Content, DreamCrew Entertainment, Precision Aerial Filmworks
Distribuzione italiana: Disney+
Ideatore: Leila Gerstein
Stagione: 1
Puntate: 8
Regia: Darren Grant, Patricia Riggen, Matt Sobel, Ekwa Msangi, Dee Rees
Sceneggiatura: Cynthia Adarkwa, Leila Gerstein, Natasha M. Hall, Jeff Augustin, Nina Braddock, Matthew Cruz
Fotografia: Tony Mirza, Richard Rutkowski
Montaggio: Hilary Bolger, Lizzy Calhoun, J. Kathleen Gibson, Brian A. Kates, Joanna Phillips
Musica: Osei Essed, Dan Romer
Attori: Alycia Debnam-Carey, Josh Bonzie, West Duchovny, Jayden Elijah, Betsy Brandt, Bre Francis, Michael Park, Kenlee Townsend, Pico Alexander, Kosha Patel, Sule Thelwell, Caleb Lowell, Melissa Juliet Lawson, Joshuah Melnick, Tricia Paoluccio, Terralon Walker, Bryan Terrell Clark, Matthew Lawler, Matthew Risch, Amy Gordon, Brandiss Seward
Per otto puntate, arriva sulla piattaforma streaming Disney Plus, dal 7 giugno 2023, il dramma psicologico – giallo Saint X del 2023, produzione ABC Signatur, miniserie tratta dall’omonimo romanzo d’esordio best-seller di Alexis Schaitkin, edito in Italia per Bompiani dal 19 febbraio 2020. Leila Gerstein (The Handmaid’s Tale) è sceneggiatrice ed executive producer insieme a Dee Rees (MUDBOUND), regista ed executive producer della serie, interpretata da Alycia Debnam – Carey, famosa per il suo ruolo nella serie Fear The Walking Dead, Betsy Brandt, conosciuta per Breaking Bad (2008-13) e Michael Park (Mindhunter, 2017-19; Stranger Things dal 2016)
Trama di Saint X
Emily “Claire” Thomas (Alycia Debnam-Carey) è una giovane donna tormentata, distrutta da un trauma interiore che non riesce a superare: la morte della sorella maggiore, adolescente, Alison (West Duchovny), avvenuto nel 2000, ai Caraibi, dove stavano trascorrendo una vacanza insieme alla loro famiglia. All’epoca dei fatti, Emily aveva appena sette anni, ma quella ferita non si è mai rimarginata, anzi è rimasta alquanto viva, causandole numerosi problemi interiori. Emily trascorre la sua vita dilaniata dal dubbio e dall’ansia, sviluppando una malsana fissazione riguardo alla sorella morta. Emily vuole sapere il perché Alison è stata ammazzata e non si dà pace, finché non scoprirà la verità su quella notte, dimostrandosi bisognosa di risposte, che nessuno però è in grado di darle. Per l’opinione pubblica americana i colpevoli della morte di Alison sono due ragazzi delle Caraibi, Edwin e Gogo, due grandi amici che lavoravano, a quei tempi, nel resort in cui la famiglia Thomas alloggiava. I due risultano gli ultimi ad avere visto la ragazza americana ancora in vita.
Un sera, a New York, Emily sale, casualmente, su un Taxi guidato da Clive “Gogo” Richardson, l’assassino di Alison. Questo evento la sconvolgerà nel profondo, facendola ricadere entro un comportamento malato. La ragazza incomincerà a intessere una strana relazione con l’uomo, ben sapendo che lui è l’unica sua speranza per scoprire la verità sulla fine della sorella. Solo gli assassini sanno cosa è capitato quella notte.

Recensione di Saint X
Questa miniserie ABC in otto parti, non convince pienamente, apparendoci come un prodotto alquanto dimenticabile, che non ci dona niente di nuovo all’interno del panorama seriale. La storia del resto è abbastanza interessante e originale, ma la messa in scena non appare all’altezza del materiale d’origine, quello del romanzo best-seller di Schaitkin, che poteva essere sviluppato, a livello di linguaggio audiovisivo, in maniera maggiormente accattivante, soprattutto nella creazione del rapporto emotivo – personale tra Emily e Clive, due personaggi alquanto interessanti ma che ci vengono narrati in maniera troppo superficiale. I loro drammi interiori e le loro problematiche ci vengono raccontate nel modo più banale e semplicistico possibile, togliendo così potenza alla vicenda ed eliminando dal contesto tutta quell’attrattiva e quella suspense presente nel romanzo. Da un lato abbiamo la giovane Emily, una donna traumatizzata dal passato, che incontra casualmente l’aguzzino della sorella. Dall’altra parte abbiamo Clive, un uomo distrutto da ciò che gli è successo, da una vicenda di droga e dagli accadimenti riguardo Alison, che lo hanno rovinato, relegandolo in una vita di stenti e di durezza interiore. Tra i due, puntata dopo puntata, si sviluppa una sorta di dipendenza emotiva – affettiva, i due incominciano a incontrarsi con fare di routine all’interno di una sorta di tavola calda caraibica, dove giocano a carte e si scambiano battute. Ecco, proprio qui la serie pecca, perché non riesce a incidere, con sostanza, in questi momenti. Alison è in compagnia di Clive, un omicida, e noi non abbiamo minimamente paura per le sue sorti, anzi non proviamo mai un reale senso di tensione vivida, a causa di dialoghi alquanto poco incisivi.
La miniserie, che nella sua storia richiama la scomparsa di Natalee Holloway nel 2005 ad Aruba, si muove su svariate linee temporali. Abbiamo il presente di Emily e Clive, il passato riguardo la vacanza ai Caraibi e il passato d’infanzia tra Edwin e Gogo, linee temporali che ci vengono mostrate con un incensante montaggio alternato che può apparire alquanto caotico, soprattutto nelle prime puntate, a causa di una fotografia costantemente identica, sia per il presente sia per il passato. Indubbiamente l’elemento di maggior riuscita della vicenda risulta la narrazione riguardante Alison, di una giovane ragazza che intende scoprire la sua vera identità e che ha bisogno di sentirsi divergente dalla propria famiglia. Seguiamo con interesse le sue giornate ai Caraibi e il suo fare giovanile, passando tra le braccia di un giovane americano e in quelle di Edwin. Lo spettatore, per tutte le otto puntate, risulta incuriosito nello scoprire chi sia il vero colpevole della morte di Alison e soprattutto vogliamo scoprire come la giovane verrà uccisa. Proprio questa curiosità farà da traino per tutta la narrazione, unendo empaticamente lo spettatore a Emily, personaggio che cerca la verità dei fatti. Peccato però che il tutto ci viene raccontato con una recitazione alquanto legnosa, un estetica visiva abbastanza scadente e una scrittura alquanto mediocre in cui tutti i personaggi secondari del resort Saint X sono alquanto abbozzati e per lo più archetipi: il bravo ragazzo goffo, una donna – madre costantemente ubriaca e single, un uomo pervertito in crisi di mezza età, bloccato dentro un matrimonio infelice, un’allegra coppia gay in vacanza etc… L’unico personaggio secondario interessante risulta Sara, la moglie di Gogo, che viene leggermente approfondita, soprattutto via background.

In conclusione
Una serie con potenziale sprecato. Questo è Saint X, una miniserie godibile ma che alla sua fine non ci lascia niente dentro, a causa di un lavoro alquanto semplicistico e poco ispirati, dagli attori alla regia passando per una sceneggiatura alquanto superficiale, sia tematicamente che di approfondimento dei singoli personaggi.
Note positive
- La serie, nonostante qualche difetto, intrattiene grazie a un buon ritmo
Note negative
- Sceneggiatura scritta in maniera superficiale
- Recitazione degli attori
- Personaggi secondari alquanto stereotipati