Anastasia (1997): la storia quasi inventata di una principessa vera

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Anastasia locandina

Anastasia

Titolo originale: Anastasia

Anno1997

Paese di produzioneStati Uniti d’America

Genereanimazione, storicomusicale

Casa di Produzione: Fox Animation Studios

Distribuzione20th Century Fox

Durata: 94m

Regia: Don Bluth, Gary Goldman

Sceneggiatura: Susan Gauthier, Bruce Graham, Bob Tzudiker, Noni White

Montaggio: Bob Bender, Fiona Trayler

MusicaDavid Newman, Stephen Flaherty, Lynn Arhens

Doppiatori italiano: Tosca D’Aquino, Fiorello, Franco Chillemi, Mauro Bosco, Fabrizio Vidale, Silvia Pepitoni

Trailer italiano di Anastasia

A volte capita d’imparare la storia anche grazie alla visione di film ispirati a fatti realmente accaduti. Tra questi rientra sicuramente Anastasia, film d’animazione della Fox Animation Studios del 1997. Pur non rappresentando i fatti nella loro versione originale, questo lungometraggio ha il merito di saper raccontare la Russia degli anni della rivoluzione. Tema sì affrontato in molti film, alcuni dei quali molto famosi (Il dottor Zivago ne è un classico esempio), ma pochi hanno la caratteristica di riuscire a trattarlo in chiave leggera e non documentaristica. Anastasia non ha la pretesa d’insegnare qualcosa riguardo la Russia sovietica, così come non vuole nemmeno imporsi come racconto della verità assoluta. Pur ispirandosi alle vicende realmente accadute alla dinastia Romanov infatti questo film d’animazione si discosta dalla verità diventando così un’opera di fantasia. Il motivo è semplice: è destinato ai bambini.

Nonostante nasca come opera destinata a un pubblico di giovanissimi, Anastasia ha però riscosso un grande successo anche tra gli adulti. Cresciuto a pane e Cenerentola o pane e Biancaneve, il pubblico dei più grandi ritrova in Anastasia una donna combattiva: a differenza delle colleghe Disney infatti questa non viene salvata da un principe azzurro che poi la sposa facendola diventare principessa. Anastasia non deve il suo titolo principesco a un uomo, tantomeno la sua vita. La giovane principessa viene sì aiutata da un uomo, ma questi non è un principe né il suo salvatore. Al contrario, sarà proprio lui a doverle la vita.

Trama di Anastasia

San Pietroburgo, 1916. La festa organizzata dalla famiglia Romanov per celebrare il trecentesimo anniversario dell’ascesa al trono della dinastia viene interrotta dalla visita indesiderata di Rasputin, monaco stregone. Rifiutato dai Romanov, esso ha venduto l’anima al diavolo pur di vedere sterminata tutta la famiglia dello zar. Gettando su di loro una maledizione e seminando così il panico, Rasputin favorisce lo scoppio della rivoluzione russa costringendo alla fuga la famiglia Romanov. Le uniche due a salvarsi dalla rivolta sono l’imperatrice Maria e la nipotina Anastasia, aiutate da un passaggio segreto mostrato loro da un giovane sguattero. Cercando di salire al volo su un treno sul quale la nonna è già salita, Anastasia scivola e lascia la presa della nonna, battendo la testa.

Con un salto temporale la storia balza al 1927. La giovane Anya esce dall’orfanotrofio dopo dieci anni senza ricordare niente della sua vita precedente. Unico legame col passato è un ciondolo che la ragazza tiene al collo. Vagando per le strade di San Pietroburgo Anya arriva davanti alle porte del palazzo reale, abbandonato. Proprio nel palazzo Anya incontra due uomini, il giovane Dimitri e il socio Vlad. I due convincono Anya di essere la nipote scomparsa e tanto cercata dell’ex imperatrice russa Maria Romanov, ora residente a Parigi. Persuasa delle loro buone intenzioni, Anya non sa che in realtà i due uomini sono degli imbroglioni, interessati soltanto alla ricompensa che l’imperatrice ha messo in palio per chi le riporterà la nipote scomparsa. I tre si mettono quindi in viaggio per raggiungere Parigi e far ricongiungere nonna e nipote. Non sanno però di essere inseguiti da Rasputin, anch’esso interessato a trovare Anastasia. A causa della ragazza, ancora in vita, lo stregone è infatti intrappolato in un limbo: è ridotto all’osso, perde pezzi, e gli ultimi brandelli della sua anima sono nascosti e protetti in un reliquiario con cui invoca le forze dell’inferno per tentare di uccidere Anastasia.

Anastasia, Vlad e Dimitri
Anastasia, Vlad e Dimitri

Spoiler sul finale di Anastasia

Ci proverà più volte nel corso del viaggio intrapreso da Anastasia, Vlad e Dimitri e sarà proprio quest’ultimo a impedire a Rasputin di riuscire nel suo intento, salvando spesso la vita alla ragazza. E se inizialmente Anastasia e Dimitri non si sopportano, piano piano i due impareranno a conoscersi e a volersi sempre più bene. Anastasia non sa che in realtà Dimitri è il giovane sguattero che anni prima, mostrandole il passaggio segreto in quella terribile notte, le aveva salvato la vita. Dimitri, dal canto suo, si convince sempre più che la ragazza è la vera Anastasia Romanov e non una delle tante donne che intende spacciarsi per lei.

Una volta giunti a Parigi però l’imperatrice si rifiuta di ricevere la ragazza, convinta che questa sia soltanto un’ennesima attrice intenzionata a truffarla ambendo solo alla ricompensa. Sarà il ciondolo che Anastasia porta al collo a convincere l’imperatrice Maria che la ragazza è davvero la nipote scomparsa, essendo l’oggetto un regalo donatole dalla nonna molti anni prima.

Ma ben presto la quiete e la felicità ritrovate sono costrette a interrompersi a causa di Rasputin, ancora sulle tracce di Anastasia e deciso a ucciderla. Sarà proprio Anastasia a combattere e infine a sconfiggere lo stregone. Aiutata da Dimitri, ormai innamorato della ragazza e da lei ricambiato, Anastasia riesce alla fine a uccidere Rasputin distruggendo una volta per tutte il suo reliquiario e vendicando così la morte della sua famiglia.

Verità storica e fantasia

La prima cosa da tener presente guardando Anastasia è che siamo di fronte a un’opera di fantasia, ispirata sì alla realtà che però viene riprodotta soltanto parzialmente. L’intera famiglia Romanov infatti venne trucidata nella notte del 17 luglio 1918 e nessun membro sopravvisse. Molte leggende alimentarono il fatto che la figlia dello zar Nicola II, Anastasia, potesse essere sopravvissuta alla strage: questo perché i resti della granduchessa vennero rinvenuti distanti e molti anni dopo rispetto a quelli degli altri Romanov. A oggi, dopo attente e ripetute analisi sui corpi ritrovati, si sa che Anastasia morì quella notte insieme a tutti gli altri familiari. Come mostra il film, stavolta in modo veritiero, molte sono state negli anni le donne che si sono spacciate per la granduchessa dispersa. Altra cosa che non coincide con la realtà è l’imputabilità della morte degli zar: non fu lo stregone Rasputin a giustiziarli, bensì i rivoluzionari bolscevichi. Rasputin fu davvero un monaco al servizio dei Romanov ma non fu un personaggio negativo, bensì un consigliere molto influente dello zar. Per di più nel luglio 1918 Rasputin era già morto, vittima di un complotto nel dicembre 1916.

Recensione di Anastasia

Nonostante questi discostamenti dalla realtà, Anastasia rientra sicuramente nella lista dei film da vedere. Il film è diretto da Gary Goldman e Don Bluth, ed è anche il primo film d’animazione prodotto dalla Fox Animation Studios. I due, ex animatori della Walt Disney, hanno anche fondato la Sullivan Bluth Studios (poi fallita nel 1995), casa di produzione nata come rivale della Disney stessa e con la quale collaborò anche Steven Spielberg.

Un punto di forza di Anastasia è sicuramente la colonna sonora, composta da Stephen Flaherty, Lynn Arhens e David Newman, che ricevette anche la candidatura agli oscar del 1998. Journey to the past (adattata in Cuor non dirmi no in Italia) accompagna la giovane Anya dall’uscita dell’orfanatrofio fino al palazzo reale, e sulle note di Once Upon a December (Quando viene Dicembre nella versione italiana) la ragazza inscena un ballo coi vecchi fantasmi del passato nella sala del palazzo reale, ispirata dai vecchi oggetti rimasti abbandonati. Entrambe le canzoni ricevettero la candidatura ai Golden Globe nella categoria ‘miglior canzone‘. Nella versione italiana queste vengono cantante da Tosca, che doppia Anastasia anche nella parte non cantata. Nella versione originale invece si ha una suddivisione tra le parti cantate, affidate a Liz Callaway, e quelle parlate, per le quali la voce prestata è quella di Meg Ryan. La stessa cosa vale per Dimitri, diviso tra le voci di Jonathan Dokuchitz per il canto e John Cusack per la parte recitata; in italiano questo è interamente doppiato da Rosario Fiorello.

Ripreso dalla realtà anche l’abito indossato nelle scene finali del cartoon dalla principessa Anastasia. La corona scintillante a mezzaluna, l’abito color crema con le maniche aperte che lascia scoperte le spalle e la fascia obliqua che avvolge il busto ricorda moltissimo quello realmente indossato dalla granduchessa in una fotografia a lei scattata nel 1910.

In conclusione

Note Positive

  • Once upon a December è una delle canzoni più belle mai composte per un lungometraggio. Il testo è poesia e la musica rapisce.
  • La principessa corre sui tacchi (senza perdere la scarpetta), uccide il villain e alla fine salva anche l’amato. Cosa si può volere di più?

Note Negative

  • La rappresentazione della realtà non troppo veritiera.
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