
I contenuti dell'articolo:
Armageddon: Giudizio finale
Titolo originale: Armageddon
Anno: 1998
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Fantascienza / Azione
Casa di produzione: Touchstone Pictures, Jerry Bruckheimer Films
Prodotto da: Jerry Bruckheimer, Michael Bay
Durata: 2 hr 30 (150 min)
Regia: Michael Bay
Sceneggiatura: Tony Gilroy, J.J. Abrams
Montaggio: Chris Lebenzon
Dop: John Schwartzman
Musiche: Trevor Rabin, Harry Gregson-Williams, Steve Jablonsky, Hans Zimmer
Attori: Bruce Willis, Ben Affleck, Liv Tyler, Billy Bob Thornton, Jason Isaacs, Owen Wilson, Steve Buscemi, Michael Clarke Duncan, Will Patton, William Fichtner, Peter Stormare, Charlton Heston
RECENSIONE DI ARMAGEDDON – GIUDIZIO FINALE
Se non ti fidi della gente con cui lavori, sei morto.
CIT. HARRY STAMPER (BRUCE WILLIS) – ARMAGEDDON
Armageddon non solo è il nome dato alla battaglia conclusiva tra il Bene e il Male nel libro biblico dell’Apocalisse di San Giovanni, ma anche il titolo del terzo film (il più celebre) di Michael Bay, il “re Mida” del blockbuster a stelle e strisce pieno di effetti speciali sotto l’egida ala di Jerry Bruckheimer, già produttore di un suo precedente successo (Bad Boys) e del successivo Pearl Harbor.
Scritto a quattro mani dal Tony Gilroy della saga di Bourne e da J.J. Abrams, Armageddon è il sunto perfetto dell’estetica laccata e roboante di Bay e della sua cialtroneria contenutistica, e per tali ragioni sia bastonato dalla critica (a ragione) che elogiato dal pubblico (un po’ inspiegabilmente).
TRAMA DI ARMAGEDDON – GIUDIZIO FINALE
Il governo degli Stati Uniti mi ha chiesto di salvare il mondo. Posso dire di no?
CIT. HARRY STAMPER (BRUCE WILLIS) – ARMAGEDDON
Durante l’era Mesozoica, i dinosauri sono stati sterminati da un inverno nucleare lungo mille anni provocato dall’impatto con un gigantesco meteorite. 65 milioni di anni più tardi la storia sta per ripetersi, e un asteroide delle dimensioni del Texas è in rotta di collisione con la Terra.
I cervelloni della NASA hanno solo diciotto giorni per trovare una soluzione all’estinzione umana imminente. La soluzione si trova in un gruppo di rozzi e improbabili trivellatori di un pozzo petrolifero da inviare nello spazio affinché possano far esplodere dall’interno la cometa con un ordigno atomico a innesco.


ANALISI DI ARMAGEDDON – GIUDIZIO FINALE
Sto seduto su 3000 tonnellate di carburante ed una bomba atomica in un veicolo composto da migliaia di pezzi diversi costruiti su appalto. Perchè dovrei preoccuparmi?
CIT. ROCKHOUND (STEVE BUSCEMI) – ARMAGEDDON
Basterebbe la sinossi a dare una dimensione di Armageddon, trionfo dei fuochi d’artificio e dell’epica degli americani che tutto sanno fare mentre il resto del mondo (tra cui le loro donne in perenne stato di apprensione) resta a guardare. L’eroismo patriottico imbevuto di testosterone e adrenalina è tutto ciò che conta, esaltato da Michael Bay che gira come gli è più congeniale, ovvero prediligendo stacchi rapidi, macchina da presa in perenne movimento anche nelle scene più statiche e immagini patinate piene di colori radiosi. Piaccia o meno, lo stile di Bay è esemplificativo del ponte visuale tra la cura visiva del videoclip e la narrativa cinematografica, ma alla lunga i suoi giochetti di montaggio frenetico e fotografia sgranata stancano, soprattutto perché parliamo di un film della durata di due ore e mezza.
Sorvolando sulla quantità industriale di stereotipi razziali e sessisti nonché sulle concessioni a un umorismo becero della peggior specie, abbondanti in un po’ tutti i film di Bay, Armageddon è l’esempio di blockbuster con una delle sceneggiature peggiori mai estetizzate per un film di questa portata. Situazioni ridicole, dialoghi stupidi e personaggi ugualmente demenziali si susseguono a rotta di collo tra un siparietto sentimentale stucchevole e una scena d’azione che sotterra la sospensione dell’incredulità e la logica sia filmica che scientifica.
Gli attori, a eccezione dell’ironico Bruce Willis e di un Billy Bob Thornton che sembra credere nelle battute esattamente scespiriane che pronuncia, sono in bilico tra il macchiettistico (Steve Buscemi) e il legnoso irritante (Ben Affleck); a salvare la baracca dal piattume più totale interviene la bella colonna sonora di Trevor Rabin (con musiche addizionali del duo Harry Gregson-Williams/Hans Zimmer e canzoni degli Aerosmith). Finale inutilmente strappalacrime.
NOTE POSITIVE
- Bruce Willis e Billy Bob Thornton.
- La colonna sonora.
NOTE NEGATIVE
- Tutto il resto.