Arsa (2024). La mestizia della vita

Recensione, trama e cast di Arsa (2024), il primo lungometraggio del duo Masbedo, presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma

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Arsa (2024) a- Stills © 2024 Eolo Film Productions S.r.l. and Alcion S.r.l - Immagine concessa a uso stampa da Ornato Comunicazione
Arsa (2024) a- Stills © 2024 Eolo Film Productions S.r.l. and Alcion S.r.l – Immagine concessa a uso stampa da Ornato Comunicazione

Arsa

Titolo originale: Arsa

Anno: 2024

Nazione: Italia

Genere: drammatico

Casa di produzione: Eolo Film Production, Alciòn, RAI Cinema

Distribuzione italiana: Fandango

Durata: 94 minuti

Regia: Masbedo

Sceneggiatura: Giorgio Vasta, Masbedo

Fotografia: Gherardo Ghossi

Montaggio: Jacopo Quadri

Musiche: Davide Tomat

Attori: Gala Zohar Martinucci, Jacopo Colmo Antinori, Tommaso Ragno, Lino Musella, Luca Chikovani, Giovanni Cannata

Trailer di “Arsa”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Arsa è un film del duo artistico Masbedo, protagonisti dell’arte visuale e della ricerca sull’immagine in movimento. Arsa segna il loro debutto come registi di lungometraggi, tornando a lavorare in Sicilia dopo il cortometraggio Pantelleria (2023). Il film è stato presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma 2024 nella sezione Freestyle. L’uscita nelle sale è invece prevista per il 24 aprile 2025.

Arsa segna il debutto della giovane attrice Gala Zohar Martinucci, la quale aveva solo partecipato a un cortometraggio in precedenza (Ossa, di Catrinel Marlon). Nel cast troviamo giovani attori quali Jacopo Olmo Antinori, Luca Chikovani e Giovanni Cannata. Troviamo anche nomi già noti al grande pubblico quali Lino Musella (Ferrari, Il Pataffio) e Tommaso Ragno (Siccità, Vermiglio, Iddu – L’ultimo padrino).

Il film è girato interamente sull’isola di Stromboli dove vive Arsa. Un posto adatto per raccontare la storia di Arsa e del suo isolamento. Il parere dei registi:

Girare a Stromboli è una sfida innegabile: la natura è estrema, il mare può diventare tempestoso, e il vento vince ogni cosa. I sassi di lava, testimonianza di una storia antica e potente, sono ovunque, rendendo ogni ripresa una lotta con l’ambiente. Tuttavia, questa difficoltà ha conferito al nostro film una dimensione unica, un’intensità che ha alimentato la dedizione di tutti noi. Ogni onda che si infrange, ogni raffica di vento, non è solo un ostacolo, ma un richiamo a esplorare il nostro tema centrale: la potenza dell’immaginazione e della solitudine, la natura come specchio dei nostri limiti.

Trama di “Arsa”

Arsa è una ragazza di diciotto anni che vive in solitudine sull’isola di Stromboli. Vive in un mondo tutto suo con pochi contatti umani. Si limita a raccogliere oggetti lasciati dai passanti sulla spiaggia e a mirare da lontano gli sconosciuti. Un giorno, tre ragazzi arrivano sull’isola per trascorrere in una casa lì vicino alcuni giorni. Uno in particolare, Jacopo, è attirato dalla riservatezza di Arsa e tenta diverse volte un approccio, ma Arsa rimane schiva come sempre evitando una conoscenza e un cambiamento nel suo mondo.

Recensione di “Arsa”

Arsa significa consumata dal fuoco, bruciata. Ciò che succede alla protagonista del film, per l’appunto Arsa, e nel seguire la vicenda capiamo il suo dolore. La sua voglia di isolarsi. Per diversi minuti, infatti, non abbiamo molti dettagli sulla sua vita. La giovane Arsa girovaga per la spiaggia, raccoglie oggetti lasciati dai passanti, trascorre le sue giornate a pensare e a osservare l’orizzonte. Gli unici contatti umani sono con i fornitori o dei viandanti che ogni tanto passano nella sua zona. La situazione cambia quando Arsa nota tre ragazzi che sono arrivati sull’isola per trascorrere alcune giornate di relax. L’uomo con cui sembra avere maggior confidenza è Jacopo, incuriosito dalla sua riservatezza, ma Arsa rimane comunque sulle sue. Arsa è un personaggio schivo, complicato, che non lascia trasparire molto di sé.

In effetti, Arsa è un film difficile da capire sul momento. Il duo artistico Masbedo preferisce una storia fatta di interpretazioni anziché una trama lineare e palese. Lavora molto sull’immagine, sulle sensazioni che essa può dare allo spettatore anche solo grazie a uno sguardo. Quello sguardo che Arsa ha sul mondo e che sembra comprendere solo lei. Un mondo fatto di bellezza ambientato a Stromboli dove la ragazza vive all’interno di una baracca. La camera indugia molto sul meraviglioso paesaggio che circonda i personaggi, andando a immergere lo spettatore in un luogo fatto di sogni e ricordi burrascosi. Per i tre ragazzi appena arrivati è un luogo di relax, dove poter pensare alla vita serena e godersi la spiaggia. I tre dialogano su diversi argomenti e non mancano incursioni sulle vite private. Nello specifico quella di Jacopo che ha perso da poco il padre. Per Arsa è testimonianza di dolori, poiché il padre che ormai non c’è più si era logorato per il suo lavoro. Un lavoro poco appagante, come si vede nel film. Il padre viene ridimensionato nel creare delle sculture. Gli viene ordinato dal suo capo di non osare, di non cercare di creare oggetti complicati, ma solo di eseguire gli ordini e limitarsi nella sua creatività. Per un artista queste sono parole difficile da accettare.

Il film quindi si concentra su due direzioni: una è il presente, dove Arsa prosegue la sua vita circondata da possibili esperienze. L’altra è il passato, visto dagli occhi della ragazza. Infatti, alcune scene ci riportano a quando Arsa era solo una bambina, immersa nel laboratorio del padre fatto di sculture. Questi oggetti erano in grado di accrescere la sua fantasia, ma la limitazione che ha subito il padre è andata a inficiare di conseguenza sulla figlia.

Nonostante ciò Arsa non perde del tutto la fantasia, lo vediamo per esempio in una scena in cui una bambina perde il suo giocattolo nel mare, inghiottito dalla sua profondità. Arsa, per sostituire quel prezioso oggetto, ne costruisce uno lei cercando di farlo rassomigliare il più possibile a quello ormai andato perduto. Ciò si ricollega con il suo passato, imitando ciò che faceva il padre con le sue sculture. Crea qualcosa con le sue mani.

Arsa è un film che va seguito e va atteso, non è una storia lineare fatta di semplici accadimenti. Il finale di per sé lascia molto da pensare allo spettatore, il quale si ritrova di fronte a una conclusione che poi tanto conclusione non è. Lascia in sospeso delle questioni che egli vorrebbe approfondire.

In conclusione

Arsa racconta di una giovane ragazza logorata dal suo passato, ma con la voglia di scoprire il mondo e tutte le sue piccolezze quotidiane. Un’ambientazione amena che immerge lo spettatore in un mondo fatto di meraviglia ma al tempo stesso di sogni infranti.

Note positive

  • Ambientazione
  • Regia
  • Introspezione dei personaggi

Note negative

  • Appiattimento della trama in alcune situazioni
  • Finale un po’ incerto

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazioni
Emozione
SUMMARY
3.0
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Tommaso Lesti
Tommaso Lesti

Laureato in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale. Appassionato della settima arte e di serie TV, non disdegno qualsiasi genere esistente. Quindi, se avete raccomandazioni, fatevi pure avanti.

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