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Bee and Puppycat: Lazy in space
Titolo originale: Bee and Puppycat: Lazy in space
Anno: 2022
Nazione: Stati Uniti d’America
Genere: Slice of life, Surreale
Produzione: Frederator Studios, OLM
Distribuzione: Netflix
Ideatore: Natasha Allegri
Stagione: 1
Puntate: 16
Regia: Larry Leichliter
Musiche: Will Wiesenfeld
Doppiatori Originali Principali: Allyn Rachel, VOCALOID Oliver, Kent Osborne, Tom Kenny, Frank Gibson, Marina Sirtis, Ashly Burch
Bee and Puppycat : Lazy in Space è una serie animata creata da Natasha Allegri, appartenente al genere “Slice of Life/Surreale”, disponibile su Netflix a partire dal 6 Settembre 2022. È il remake di “Bee and Puppycat” sempre della stessa autrice, pubblicato su Youtube da Frederator Networks. Natasha Allegri è nota per avere collaborato con Pendleton Ward a diversi episodi della serie di “Adventure Time“. A lei si deve la creazione dei personaggi Fionna e Cake, versioni femminili dei due protagonisti Finn e Jake. Nonostante le somiglianze, i due prodotti hanno un approccio estetico e contenutistico differente, che li rende due progetti a sé stanti.

Trama di Bee and Puppycat: Lazy in Space – Stagione 1
Bee è una ragazza di 22 anni, allegra ma anche molto eccentrica. Vive in un’isola da sogno, popolata da personaggi particolari quanto lei. Dopo essere stata licenziata per l’ennesima volta, incontra puppycat , uno strano incrocio tra gatto e cane. Decide di tenerlo con sé, ma ben presto si rende conto di aver bisogno di soldi per mantenere entrambi. Puppycat, che si esprime con la voce di VOCALOID Oliver (software di sintesi vocale) e può essere capito solo da lei, la teletrasporta da Temp Bot , uno schermo senziente in grado di offrire lavori temporanei in giro per la galassia. Inizia così un alternarsi di avventure spaziali e momenti di vita quotidiana , in cui si scoprirà il passato dei due protagonisti e dei personaggi a loro legati, sempre in bilico tra comicità surreale e malinconia.
Recensione Bee and Puppycat: Lazy in space – Stagione 1
Nonostante l’apparenza ultra carina e la comicità spesso demenziale Bee and Puppycat è una serie dal forte impatto visivo, ricca di elementi nascosti che risultano importanti per comprendere i criptici personaggi della vicenda. Abbiamo un mondo che viene raccontato più dalle immagini che dalle parole e questo può sia affascinare che annoiare, dipende dalla sensibilità dello spettatore. Molti aspetti del character design, il gusto per il fantastico e il nonsense derivano sì da “Adventure Time” ma il tutto viene elaborato da un’ottica completamente diversa, quella femminile. Lo stile grafico strizza pesantemente l’occhio al mondo anime ma reinterpretato da una ragazza americana cresciuta guardando “Sailor Moon” ma anche leggendo “Scott Pilgrim” e seguendo i programmi di Cartoon Network. Nasce così un’estetica post – anime influenzata dal mondo Lofi. Legame che viene ribadito sia nella fondamentale colonna sonora di Will Wiesenfeld apparente a quel genere, ma anche nella realizzazione dei fondali, che richiamano scelte cromatiche e atmosfere presenti nelle illustrazioni che accompagnano le playlist di quel tipo di musica.

L’aspetto visivo però non è solo un mero vezzo stilistico ma un vero e proprio mezzo per rappresentare la malinconia celata in quasi tutti i personaggi. In alcuni è seppellita nel profondo ed emerge solo nelle tristi giornate di pioggia, come nel caso di Bee, per altri è una costante evidente come nel bambino Cardamon, incastrato in una situazione famigliare difficile. L’alternarsi tra eventi di vita quotidiana e surrealismo non è casuale, infatti le avventure spaziali sono spesso la stilizzazione di problematiche che possono coinvolgere chiunque, come la solitudine o l’ansia di crescere.

In conclusione
Bee and Puppycat si dimostra un’opera d’animazione molto peculiare, che rielabora in un’ottica fortemente personale concetti che l’autrice aveva appreso nei suoi lavori precedenti. Una serie in cui l’aspetto grafico diventa narratore della vicenda, fondamentale per comprendere l’intimità dei personaggi, all’apparenza stilizzati ma ricchi di sfaccettature. Il tutto risulta essere però molto accattivante e fruibile grazie alle numerose gag surreali e il ritmo incalzante, quindi l’opera può essere apprezzata su più livelli. L’abbondanza di sequenze puramente visive e con pochi dialoghi alla lunga può annoiare lo spettatore , ma viene bilanciata dalla piacevolezza delle immagini e la voglia di scoprire dettagli nascosti riguardo la trama.
Note positive
- Estetica Lofi
- Narrazione particolare
- Personaggi profondi, da scoprire
- Colonna sonora calzante con l’atmosfera generale
- Character design affascinante
Note negative
- Una certa somiglianza alle opere precedenti dell’autrice
- Una narrazione prettamente visiva, sulle lunghe può annoiare lo spettatore