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Prisma
Titolo originale: Prisma
Anno: 2022
Paese: Italia
Genere: dramma adolescenziale
Casa di Produzione: Cross Productions
Distribuzione italiana: Prime Video
Ideatori: Ludovico Bessegato, Alice Urciuolo
Stagione: 1
Puntate: 8
Regia: Ludovico Bessegato
Sceneggiatura: Ludovico Bessegato, Alice Urciuolo
Fotografia: Benjamin Maier
Montaggio: Federico Palmerini
Musica: Ginevra Nervi
Attori: Mattia Carrano, Lorenzo Zurzolo, Caterina Forza, Chiara Bordi, LXX Blood, Matteo Scattaretico, Zakaria Hamza, Riccardo Afan de Rivera Costaguti, Flavia del Prete, Asia Patrignani, Elena Falvella Capodaglio, Andrea Giannini, Nico Guerzoni
Prisma è la prima serie tv young adult tra le produzioni italiane di Prime Video. Presentata fuori concorso al Locarno Film Festival, viene distribuita il 21 settembre 2022 dalla piattaforma di Amazon e vede alla sceneggiatura l’ormai rodata accoppiata Ludovico Bessegato (che ne è anche regista) e Alice Urciuolo, già al timone di SKAM Italia, che questa volta si cimentano con un prodotto totalmente originale.
Trama di Prisma
Marco e Andrea sono fratelli gemelli, simili nell’aspetto quanto diversi nel carattere, ma con un forte legame. Marco è piuttosto chiuso, un adolescente serio e taciturno che passa agli allenamenti in piscina la gran parte del tempo libero; Andrea è più socievole, protettivo nei suoi confronti, è stato da poco bocciato perché sorpreso a spacciare erba. Mentre Marco si avvicina alla ragazza di cui è da tempo innamorato, Andrea si pone dei dubbi sulla propria identità, e si ritrova in classe con la ragazza con cui ha sorpreso la sua ex fidanzata. Attorno a loro, amici e coetanei, ognuno alla ricerca del proprio posto nel mondo.

Recensione di Prisma
Prisma e SKAM Italia hanno molto in comune. I due autori partono dalle lezioni apprese dal remake per creare un prodotto nuovo in cui immettere la stessa sensibilità, uno stesso sguardo attento, che cerca di allinearsi a quello dei giovani adulti che ritrae e non li guarda con supponenza come solitamente avviene in Italia. Uno sguardo privo di paternalismo e inclusivo, attento a dare spazio a singolarità diverse e nuove, a una queerness mostrata con semplicità e freschezza. Il lavoro fatto per comprendere e dare il giusto spessore ai problemi che affronta una generazione Z alla continua scoperta della propria identità è tanto, e si vede.

Prisma è la complessità di ogni personaggio, che è molto più di ciò che appare. Andrea si trova in un percorso di scoperta di sé e accettazione di cui nessuno è a conoscenza; Carola ha una disabilità e non la nasconde, la naviga, la controlla e non ne è definita; Daniele fa il duro con i compagni di squadra più giovani, fa musica trap ma cerca solo qualcuno che lo ascolti e capisca. Queste sfaccettature sono mostrate da una messa in scena che si allontana dalla fotografia patinata di un Euphoria ma anche dalla sessualizzazione dei corpi operata da Blocco 181. Ogni elemento è apparentemente semplice ma finemente cesellato, come la colonna sonora, puntuale e accattivante, che come per SKAM è curata da Ginevra Nervi, e che con la sua freschezza ha ancora pochi rivali in Italia.

In definitiva, due sembrano le grosse differenze da SKAM, che rendono Prisma una serie a sé con una personalità definita. La prima è la sua struttura: lungi dal calcare il peculiare formato breve tipico delle sitcom, questa serie utilizza quello standard dei prodotti televisivi drammatici, inserendo spesso, nel continuum temporale presente, delle incursioni nel passato più o meno vicino dei protagonisti, svelando man mano i piccoli eventi che hanno plasmato le loro persone.
La seconda è la sostanziale minor importanza data all’amicizia: se in SKAM questa era centrale e il dialogo con il proprio gruppo diventava la semplice soluzione a qualsiasi problema avessero Eva & co., qui resta più evanescente. Gli amici ci sono ma non sono fondamentali, quasi mai sono messi candidamente al corrente delle fatiche, dei dubbi e delle paure dei protagonisti; se il dialogo mette comunque in moto processi e riflessioni, è infine il venire a patti con sé, l’accettazione di sé che ricrea un equilibrio.
Una menzione particolare va data a Mattia Carrano, che interpreta entrambi i gemelli, e che nel corso delle otto puntate fa un grande lavoro sui dettegli delle espressioni, le posture e gli atteggiamenti.
In conclusione
Prisma è una buona serie, un prodotto apparentemente semplice che continua egregiamente l’importante lavoro iniziato in Italia da SKAM in relazione al linguaggio giovanile, al racconto delle minoranze e delle identità di genere e sessuali; è la conferma del fresco talento di due autori come Bessegato e Urciuolo, che restano anomalie all’interno di un’industria che raramente riesce a mostrare degnamente le crisi dell’adolescenza.
Note positive
- La diversity dei personaggi
- La mancanza di paternalismo nel racconto
- La colonna sonora
- La recitazione di Mattia Carrano
Note negative
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