Beetlejuice – Spiritello Porcello (1988): un allegro mondo assurdo

Condividi su
beetlejuice spiritello porcello locandina

Beetlejuice:  Spiritello Porcello

Titolo Originale: Beetlejuice

Anno: 1988

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: grottesco, commedia, fantastico

Casa di produzione Geffen Pictures, Warner Bros. Pictures

Distribuzione: ‎Warner Bros. Italia

Durata 1h 32m

Regia Tim Burton

Sceneggiatura Michael McDowell, Warren Skaaren, Larry Wilson 

Montaggio Jane Kurson

Dop Thomas E. Ackerman

Musiche Danny Elfman

Attori: Alec Baldwin, Geena Davis, Annie McEnroe, Maurice Page, Michael Keaton, Hugo Stanger, Rachel Mittelman, Catherine O’Hara, Jeffrey Jones, Winona Ryder, Glenn Shadix, Sylvia Sidney, Robert Goulet, Dick Cavett, Susan Kellerman, Adelle Lutz, Maree Cheatham

Trailer di Beetlejuice – Spiritello Porcello

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

La comicità nera e grottesca di “Beetlejuice” viene magistralmente portata sullo schermo nel 1988 da Tim Burton, con un superlativo Michael Keaton nei panni del mostriciattolo. Il film ha riscosso un enorme successo sia commerciale, incassando ben 74,2 milioni di dollari con un budget di soli 15 milioni di dollari, sia di critica, tanto da guadagnarsi l’Oscar al miglior trucco nel 1989. Grazie a questo successo, è stata realizzata la serie televisiva animata “In che mondo stai, Beetlejuice?” dal 1989 al 1991, un progetto curato direttamente da Tim Burton.

Trama di Beetlejuice – Spiritello Porcello

Due giovani sposi muoiono in un incidente stradale causato da un cane e si ritrovano a vivere come fantasmi, imprigionati nella loro dimora con un libro d’istruzioni sulla loro nuova vita da defunti. Tutto procede bene finché una famiglia si trasferisce nella loro casa, scombinando tutto. I due fantasmi cercano in vari modi di spaventare gli inquilini indesiderati, ma i loro sforzi finiscono per fallire, incuriosendo e divertendo la famiglia. La prima persona a notare la presenza dei fantasmi è la ragazzina “tenebrosa”, che cerca di aiutare gli spiriti. Solo successivamente, saranno scoperti dai suoi genitori, che decidono di utilizzarli per fare soldi. Tutto cambierà con la comparsa dello strano “demone” Beetlejuice. Riusciranno fantasmi e vivi a trovare una soluzione per convivere?

Beetlejuice
Michael Keaton in Beetlejuice: Spiritello Porcello

Recensione di Beetlejuice – Spiritello Porcello

Dite il mio nome, ditelo due volte e alla terza io arriverò!

cit. Beetlejuice – Spiritello Porcello

Allegro, spensierato, spiritico, grottesco e coinvolgente; sono termini azzeccati per descrivere un’opera assurda e iconica della cinematografia mondiale come Beetlejuice, che nel passare del tempo è diventato sempre di più un cult del cinema e una delle migliori prove registiche di Tim Burton, nonché la sua seconda prova registica che lo consacrerà definitivamente, dopo Pee-wee’s Big Adventure, come promessa cinematografica del mondo di Hollywood.

Nel lungometraggio del 1988, lo spettatore è immerso in un mondo surreale, anche grazie alla scenografia e ai colori utilizzati. In molte scene, l’esterno stesso della casa sembra far parte di un dipinto, in cui le regole del mondo dei vivi non valgono assolutamente. Le interpretazioni e le scelte stilistiche rendono l’opera alquanto bizzarra e stravagante: partendo dalla storia fino alla sua messa in scena. Si può anche definire che Beetlejuice – Spiritello Porcello mostri tutto il potenziale visionario di un giovane Burton, difatti rintracciamo in questa pellicola tutti quegli elementi che lo contraddistingueranno nelle pellicole successive. In questo film, il regista costruisce dei personaggi molto caricaturali, crea delle fantastiche macchiette, evidenziandone le loro particolarità e stranezze, rendendole comiche e simpatiche all’occhio dello spettatore.

La trama presenta tutti i caratteri per lo svolgimento di un film horror: fantasmi, ospiti indesiderati, mostri e il maligno Beetlejuice, ma la storia si sposta su un clima ironico, creando una commedia horror/grottesca, in cui lo spettatore non prova mai il terrore, l’ansia, la suspense, ma è abbracciato, avvolto completamente dall’allegria, da un mondo assurdo in cui anche l’aldilà è una grande azienda e la vita di un fantasma, in fin dei conti, non è così semplice. Burton, con incredibile maestria, prende il classico film horror sui fantasmi e lo inverte, ridicolizzandolo e mostrando al pubblico la prospettiva di due sposini defunti che vogliono solo sopravvivere e per farlo devono terrorizzare i loro nuovi ospiti.

Beetlejuice
Geena Davis e Alec Bald in Beetlejuice – Spiritello Porcello

L’opera cinematografica non cerca di inviare al suo pubblico un vero e proprio messaggio ma si propone piuttosto di raggiungere il cuore delle persone con una sana e intelligente comicità, facendole sorridere. Se proprio dobbiamo cercare una nozione che viene trasmessa all’individuo che segue gli eventi narrati, è l’importanza di vivere la vita con spensieratezza e in amore.

Il cinema, secondo me, è una forma dispendiosa di psicoterapia. Mi piace l’assurdità del cinema. E’ straordinariamente divertente

cit. T. Burton

Se riflettiamo per un attimo, Burton ha perfettamente ragione. Viviamo in una quotidianità molto complessa e in certi aspetti brutale, immersi in un mondo in cui si dà poco spazio alla fantasia e all’irrazionalità, tutto è concentrato sulla ragione e sul concreto. Questa è la realtà, ma nel cinema ben venga se non è reale! L’individuo ha bisogno di staccarsi dal quotidiano, quindi sono benvenuti i film che distruggono completamente il vero affidandosi al sogno e all’assurdità.

Dopotutto, il cinema è un’arte, e l’arte non nasce dalla razionalità, ma dal cuore, dalla parte più sensibile dell’autore.

Dagli occhi vermigli, grondano oramai lacrime sanguigne. Per tetri calamai l’orror loro permette agli spiriti vendette. Ma che tregua sia. E che dai corpi da chi era uscita, torni la vita. Mentre il tuono squarcia la notte, mentre il perdono succede alle lotte, mentre ogni altro rumore il silenzio inghiotte i nostri spiriti, i nostri ricordi e noi risorgiamo dall’ombra. Stappati al corso prematuramente, come chi morso vien da serpente, che i loro spiriti rinunci l’inferno perché possano tornare dal sonno eterno

cit. Beetlejuice

La regia, sceneggiatura e musica

Ogni film per diventare un piccolo capolavoro ha bisogno di un mix di talenti, partendo dal regista fino allo sceneggiatore, in questo caso il merito va a Michael McDowell, e soprattutto a un bravo compositore, come Danny Elfman. La canzone simbolo di “Beetlejuice – Spiritello Porcello” è senza dubbio “Banana Boat Song (Day O)” di Harry Belafonte, e la sua scena è diventata un’icona nella storia del cinema moderno.

In Beetlejuice – Spiritello Porcello sono già evidenti alcune tracce dello stile visionario di Burton, come i tagli dell’inquadratura che richiamano i film espressionisti tedeschi come “Il Gabinetto del Dottor Caligari” (Wiene, 1920), dove la scenografia è delirante, assurda e allucinante, proprio come in alcune scene di Beetlejuice, dove troviamo pavimenti storti a scacchi e ambienti altrettanto stravaganti. Questi elementi contribuiscono a rendere il film un’esperienza visiva unica e memorabile, trasformandolo in una pietra miliare del cinema grottesco. Beetlejuice non si limita a divertire il pubblico, ma offre anche uno sguardo surreale e assurdo sulla vita dopo la morte, portando gli spettatori in un mondo completamente nuovo e sorprendente, dove il nonsense e il fantastico si fondono in una perfetta armonia.

Beetlejuice scena
Le maschere mostruose di BittlejuiceSpiritello Porcello

L’aldilà

La pellicola è un film prettamente di genere, che, come scritto precedentemente a la potenza di sapere intrattenere, creando e immergendo lo spettatore entro un nuovo mondo, a noi sconosciuto, come quello soprannaturale. Tim Burton inventa e crea una versione curiosa e interessante dell’aldilà che viene rappresentato in maniera surreale e spesso comica, presentandoci un modo degli spiriti che risulta essere una parodia e una versione distorta di quello dei vivi. Dopo la loro tragica morte, Adam e Barbara Maitland, interpretati rispettivamente da Alec Baldwin e Geena Davis, scoprono di essere intrappolati come fantasmi nella loro casa, situata in una piccola cittadina. Noi spettatori, insieme a loro, s’immergiamo dentro questa nuova realtà soprannaturale, scoprendo ogni sfaccettatura di questo mondo, che risulta a noi come ai protagonisti così diverso e allo stesso tempo così familiare.

Alcuni elementi connessi al mondo dell’aldilà.

  • L’Umanità degli Spiriti: Uno degli aspetti più innovativi e interessanti della pellicola è il rappresentare gli spiriti come esseri non dissimili da noi umani. Adam e Barbara, nonostante sia fantasmi, vivono emozioni come l’amicizia, l’affetto per la loro casa e l’amore per Lydia, la figlia della nuova famiglia che si trasferisce nella loro casa. Questo contrasto tra l’umanità degli spiriti e la loro esistenza soprannaturale crea una tensione emotiva nel film, poiché i vari personaggi messi in scena cercano di affrontare la loro nuova esistenza.
  • L’interazione tra mondo dei vivi e mondo dei morti: l film esplora anche l’interazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Adam e Barbara cercano inizialmente di spaventare la nuova famiglia per allontanarli dalla casa, cercando di mantenere l’integrità della loro dimora. Questi tentativi di comunicare con il mondo dei vivi portano a situazioni esilaranti e a malintesi, creando un conflitto divertente e surreale tra i due mondi. L’idea che i morti possano influenzare il mondo dei vivi, anche se solo in piccola parte, aggiunge un elemento di fascino al film.
  • La nozione di continuità: Il film affronta anche la nozione di continuità dopo la morte. Adam e Barbara desiderano mantenere la loro casa intatta, preservando il loro mondo e la loro esistenza nel tempo. Questo desiderio di continuità riflette un tema universale: la paura dell’oblio e il desiderio di lasciare un’impronta duratura nel mondo.

In sintesi, il tema della morte e dell’aldilà in “Beetlejuice” è trattato con una combinazione di umorismo nero, fascino e creatività, offrendo una visione unica dell’aldilà che è sia affascinante che divertente. Il film sfida le tradizionali rappresentazioni dell’aldilà e offre uno sguardo stravagante e fantasioso su cosa potrebbe aspettare le anime dopo la morte, con una buona dose di umorismo e ironia. Ma la pellicola non avrebbe mai ottenuto il successo che ha se non fosse stato realizzato un personaggio: Beetlejuice, intepretato in modo magistrale da Michael Keaton. Senza ombra di dubbio questo personaggio è uno degli elementi più memorabili e distintivi del film. Beetlejuice è un demone da un altro mondo, un esperto nel business di assistenza agli spiriti, noto per la sua mancanza di scrupoli e il suo comportamento bizzarro e imprevedibile. Il suo look stravagante, con un completo a righe, capelli selvaggi e un volto pallido, lo rende immediatamente riconoscibile. La sua comicità deriva spesso da battute oscure, giochi di parole e comportamenti sopra le righe.

Uno degli aspetti più interessanti di Beetlejuice è la sua amoralità. Egli è un personaggio caotico e opportunista che, se lasciato libero, può causare più danni che altro. La sua natura ambivalente lo rende affascinante e imprevedibile, e le sue interazioni con i personaggi umani nel film aggiungono un elemento di stranezza e divertimento. La sua relazione con Lydia, la figlia adolescente della nuova famiglia che si trasferisce nella casa dei Maitland, è particolarmente interessante, poiché si sviluppa da un rapporto inizialmente antagonista a un legame che attraversa il confine tra i mondi dei vivi e dei morti.

Beetlejuice incarna l’oscurità e l’ignoto. La sua presenza evoca una sensazione di inquietudine e mistero, e il suo nome diventa una sorta di richiamo soprannaturale. Questo richiamo oscuro aggiunge un elemento di suspense al film e contribuisce a creare un’atmosfera di incertezza e caos. Dopo l’uscita del film, Beetlejuice è diventato un’icona cult, rappresentato in numerose opere d’arte, cosplay e persino un’omonima serie animata. La sua personalità unica e il suo stile distintivo hanno reso il personaggio indimenticabile per gli spettatori di tutto il mondo, contribuendo a consolidare il suo status come uno dei personaggi più iconici del cinema fantastico. La sua presenza nel film aggiunge un elemento di imprevedibilità e divertimento, contribuendo in modo significativo al fascino unico di “Beetlejuice” come film cult del cinema fantastico.

Una storia sul senso di famiglia

Il tema centrale della pellicola ruota intorno al senso della famiglia e dell’amore che ci viene rappresentato attraverso la relazione tra Lydia, la figlia adolescente della nuova famiglia che si trasferisce nella casa dei Maitland, e gli spiriti Adam e Barbara Maitland. Questo tema è introdotto quando Lydia, un’adolescente gotica e solitaria, scopre la presenza degli spiriti nella sua casa. Nonostante la loro natura soprannaturale, Lydia si sente attratta da loro e sviluppa un legame speciale con questi fantasmi. La relazione tra Lydia e gli spiriti è complicata ma significativa. Lydia è una ragazza emotiva e sensibile, e il suo spirito libero le permette di vedere al di là delle apparenze esterne e di riconoscere la loro autenticità. Lydia si sente spesso trascurata dalla sua famiglia adottiva, una famiglia più interessata all’aspetto sociale e alla superficialità piuttosto che ai veri legami familiari. Questo senso di isolamento e la sua inclinazione per il mondo oscuro e misterioso si collegano profondamente con gli spiriti di Adam e Barbara.

La relazione tra Lydia e gli spiriti rappresenta un’amicizia intergenerazionale e un amore non convenzionale che supera i confini della vita e della morte. Nonostante Lydia sia viva e gli spiriti siano morti, il loro legame è basato sulla comprensione reciproca, sulla gentilezza e sulla sincerità. Questa sorta di messaggio, immesso entro una storia impiantata più sull’intrattenimento, sottolinea l’importanza di trovare affetto e comprensione in luoghi inaspettati, dimostrando che la famiglia può essere creata attraverso legami profondi e genuini, piuttosto che solo attraverso legami di sangue. Inoltre, la relazione tra Lydia e gli spiriti mette in discussione il significato tradizionale di famiglia. Nonostante le difficoltà e le differenze, Lydia e gli spiriti si trovano a formare una sorta di famiglia alternativa, basata sull’accettazione reciproca e sull’amore sincero. Questo tema sottolinea che la famiglia può assumere molte forme diverse e che l’amore e l’amicizia possono superare le barriere culturali, sociali e soprannaturali.

In conclusione

Una storia semplice che sa ben giocare con il genere horror spiritico andando a creare una pellicola intensa, appassionante e alquanto grottesca.

Note positive:

  • L’atmosfera grottesca/surreale adattissima a tale genere di film
  • Aver impiantato il film intorno alla simpatia, senza dimenticarsi però un messaggio d’amore.
  • Le buone interpretazioni attoriali

Note negative:

  • La mancanza di un vero cattivo. Beetlejuice non è assolutamente un diavolo, ma un tipo che vuole solo divertirsi.
  • Si arriva alla conclusione in maniera troppo frettolosa
Condividi su

6 commenti

  1. Questo è in assoluto uno dei miei film preferiti!!! 🙂 Quando ero un po’ più piccola avevo paura a dire tre volte “Beeetlejuice” hihihi XD
    Mi hai appena conquistata con questo articolo! Spero parlerai ancora dei film di Burton, perchè li adoro 😀

    ps: La scena di Banana Boat Song è davvero un classico! Corro a rivedermi il film 😉

  2. Ciao, bel blog e bella recensione! Non è mai facile scrivere sui film classici e questo in particolare è il Frankenstein jr. dei goth.
    Sono daccordo su tutto quello che hai scritto a parte un paio di questioni. Primo: il problema di Tim Burton non è Johnny Depp, semmai il contrario e se vogliamo dirla tutta, Tim Burton è tristemente responsabile della fulgida carriera della sua donna, la Carter. A mio avviso l’attrice più sopravvalutata di sempre. Siamo allo stesso livello di Will Ferrell per i film comici. Secondo (e so che qui mi farò dei nemici): non paragoniamo Burton nemmeno ai pavimenti del Gabinetto. E’ come paragonare Fantozzi ai film dei Vanzina.

  3. Francesca mi ha preceduto, stesso premio per te sul mio blog!
    Ad ogni modo, io Beetlejuice l’ho guardato da grandicella… ma mi è piaciuto lo stesso! Le musiche, poi, sono di Denny Elfman, quindi… che te lo dico a fa’…?

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.