Black Phone (2021): la maschera degli orrori

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Black Phone poster

Black Phone

Titolo originale: The Black Phone

Anno: 2021

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: orrore

Casa di produzione: Blumhouse Productions, Crooked Highway, Universal Pictures

Distribuzione: Universal Pictures

Durata: 102 minuti

Regia: Scott Derrickson

Sceneggiatura: Scott Derrickson, C. Robert Cargill

Soggetto: dal racconto di Joe Hill

Fotografia: Brett Jutkiewicz

Montaggio: Frédéric Thoraval

Musiche: Mark Korven

Attori: Ethan Hawke, Mason Thames, Madeleine McGraw, Jeremy Davies, James Ransone, Brady Hepner

Black Phone è un film horror del 2021 diretto dal regista Scott Derrickson, sceneggiato da lui stesso in collaborazione con C. Robert Cargill e prodotto dalla Blumhouse Production. L’opera è l’adattamento cinematografico del racconto del 2004, The Black Phone, scritto da Joe Hill, figlio del noto scrittore Stephen King, e presente nella raccolta Ghosts. La pellicola è stata presentata in anteprima al Fantastic Fest di Austin il 25 settembre 2021. In Italia uscirà il 23 giugno 2022 grazie a Universal Pictures, con un’anteprima che ha avuto luogo il 18 giugno.

Trama di Black Phone

In una cittadina suburbana del Colorado spariscono improvvisamente cinque ragazzini senza lasciare traccia. La sesta vittima sarà il protagonista Finney Shaw, un ragazzo timido ma intelligente, catturato da un uomo sadico con indosso una terrificante maschera. Portato in una stanza insonorizzata, Finney cerca di capire come uscire quando all’improvviso un vecchio telefono nero sul muro, scollegato, comincia a suonare: sono le voci dei ragazzi morti per mano dell’assassinio, pronti ad aiutare il giovane per vendicarsi della crudeltà dell’uomo.

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Il Rapace

Recensione di Black Phone

Il cineasta Scott Derrickson, dopo la breve esperienza nel mondo della Marvel con il primo capitolo di Doctor Strange, ritorna sul grande schermo in seguito a una lunga assenza con un genere a lui tanto amato e che da sempre l’ha contraddistinto da altri suoi colleghi. Il suo nuovo Black Phone trova molti punti in comune con un’altra sua opera datata 2012, ossia Sinister: oltre al ritorno dell’attore protagonista Ethan Hawke, abbiamo una seconda collaborazione con C. Robert Cargill nelle vesti di co-sceneggiatore e di Jason Blum, famoso produttore statunitense con la sua casa di produzione Blumhouse. Ma se la sua pellicola del passato era un concentrato di oscurità – ancora oggi è considerato l’horror più spaventoso di sempre – il suo ultimo lavoro risulta essere un trionfo di generi, dove la salvezza e la luce non sono solo una mera utopia.

Una scena del film
Una scena del film

L’idea di questo nuovo progetto nasce dopo la lettura di Ghosts (in inglese 20th Century Ghosts) una raccolta antologica scritta da Joe Hill, secondogenito del famoso scrittore dell’orrore Stephen King. Dopo averlo messo da parte per concentrarsi su altri lavori cinematografici, nel 2021 il regista decide finalmente di trasformare una novella dal titolo The Black Phone in una trasposizione cinematografica, con una sceneggiatura sapientemente rimaneggiata nel corso della produzione. Senza nemmeno pensarci, Derrickson affida il ruolo del brutale assassino a Ethan Hawke, portandolo a interpretare per la prima volta nella sua lunga carriera lavorativa il personaggio di un cattivo. Successivamente a questo lungometraggio, l’attore porterà sul piccolo schermo un altro villain appartenente alla serie Marvel Moon Knight.

Protagonista della storia è Finney Shaw (Mason Thames), un adolescente di 13 anni appassionato di baseball, tanto timido quanto intelligente, vittima di bullismo da parte di alcuni suoi compagni di scuola. A casa la sua situazione familiare non è delle più rosee: sua madre è morta suicida mentre il padre (Jeremy Davies) è un alcolizzato con comportamenti alle volte aggressivi. L’unica persona con la quale sa di poter contare è sua sorella minore Gwen (Madeleine McGraw) dotata di particolari poteri psichici che la portano a sognare eventi realmente accaduti, un dono appartenuto anche alla loro madre. La scomparsa misteriosa di cinque ragazzini porta scompiglio nelle case di una cittadina del Colorado, soprattutto quando una delle vittime risulta essere un buon amico del protagonista, l’unico a interessarsi di salvarlo dai terribili pestaggi da parte dei bulli. Fanciulli scomparsi improvvisamente nel bel mezzo del giorno, senza lasciare nessuna traccia e bersagli del terribile The Grabber, una persona mai vista da nessuno ma capace di operare nel pieno dell’anonimato. Tanti sono i dubbi sull’esistenza di questo personaggio fino a quando un giorno, dopo aver salutato sua sorella fuori dalla scuola, Finney viene rapito e rinchiuso in una stanza insonorizzata proprio da questo individuo mascherato. Disperato e con la costante paura di fare la stessa fine degli altri ragazzi, il protagonista vede la sua sola speranza di uscire in un telefono nero attaccato al muro, salvo scoprire che non funziona perché fuori servizio. Quando all’improvviso la cornetta si mette a squillare, Finney ascolta intimorito le voci dell’oltretomba delle vittime morte, pronte ad aiutarlo per fuggire dal seminterrato dell’assassino prima che il suo tempo prezioso termini. Inoltre, sulle sue tracce vi è anche la polizia insieme a sua sorella, capace di capire dove si nasconda il fratello grazie ai suoi poteri psichici.

Ethan Hawke
Ethan Hawke

Black Phone incorpora al suo interno varie citazioni cinematografiche, da Non aprire quella porta citato dai ragazzini in alcune battute fino a IT, romanzo scritto proprio dal re dell’orrore. E molto probabilmente, per calibrare la giusta dose di paura e suspense, il regista Derrickson pare essersi ispirato ai grandi capolavori di Alfred Hitchcock. Pensiamo solo alla presentazione del criminale nel prologo, dove alcuni frame ce lo mostrano velocemente senza metterlo nitidamente alla luce, portando lo spettatore fin da subito a domandarsi se quel personaggio esiste veramente oppure è solo un’illusione, frutto di un incubo.

La pellicola, nonostante il genere orrore, vuole essere anche un racconto di formazione, il tipico passaggio che caratterizza molti ragazzini tra infanzia e gioventù. Sono loro, infatti, i veri protagonisti della pellicola, capaci con la loro sola forza di superare traumi e di sconfiggere il nemico, qualsiasi esso sia (il rapitore di bambini o i più comuni bulli della scuola). Gli adulti della storia risultano essere secondari, quasi inutili ai fini del salvataggio, tant’è che non posseggono nemmeno una caratterizzazione ben delineata. Una storia capace di far vivere ai protagonisti le loro paure più nascoste ma portandoli alla fine a superare i loro traumi grazie alla forza dell’amore, delle persone a cui sono più legate e al mondo ultraterreno, visto per la prima volta con occhi diversi. Black Phone, inoltre, vuole essere un film capace di giocare sul tema dell’ignoto. Ecco spiegato l’uso della maschera da parte del personaggio di Hawke: ciò che non possiamo vedere – in questo caso il volto dell’assassino – è sinonimo d’immediata paura.

La capacità di riuscita del lungometraggio sta soprattutto nella componente del cast, con un magnifico e crudele Ethan Hawke nelle vesti dell’incubo di ogni bambino, capace con il suo volto oscurato, le sue gesta e le sue battute di fomentare quel senso di terrore immediato. Grande sorpresa è data dai volti dei due bambini protagonisti, alle loro prime armi in un’esperienza cinematografica ma capaci con i loro mille sguardi di dare vita a un’ottima performance. Una fotografia prettamente oscura e una colonna sonora da brividi compongono un perfetto film horror e un ritorno in grande stile di Derrickson.

Ethan Hawke
Ethan Hawke in Black Phone

In conclusione

Il binomio Derrickson-Hawke si dimostra ancora una volta una sorpresa ben gradita all’interno di una pellicola di genere horror. Nonostante alcuni elementi poco sviluppati (perché il Rapace rapisce e uccide i bambini? Ma soprattutto, quando Gwen è entrata in contatto per la prima volta con il suo potere? Il padre, saputo di questo, come aveva reagito?) Black Phone riesce a unire diversi generi cinematografici, unendo paura e suspense, portando lo spettatore a immaginare i possibili scenari finali della vita di Finney.

Note Positive:

  • Regia
  • Cast
  • Sceneggiatura
  • Capacità di unire diversi generi cinematografici
  • Capacità di calibrare suspense e paura
  • Fotografia
  • Colonna sonora

Note Negative:

  • Alcuni elementi non sono stati sviluppati
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