Disicanto Parte 5. La storia giunge a un finale (forse)

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Locandina di Disincanto Parte 5

Disincanto Parte 5

Titolo originaleDisenchantment7

Anno: 2023

Paese di produzioneStati Uniti d’America

Genere: Fantastico, avventura

Casa di produzione: The ULULU, Company Rough, Draft Studios

DistribuzioneNetflix

Stagione: Seconda stagione – Parte 5

Episodi: 10

Ideatore: Matt Groening

Musica: Mark Mothersbaugh​

Voci italiane: Rossa Caputo, Edoardo Stoppacciaro, Alessandro Quarta, Stefano Thermes, Francesca Guadagno, Roberta Pellini, Sara Ferranti

Trailer di Disincanto 5

Informazioni sulla stagione e dove vedere la serie in streaming

L’annuncio che Netflix ha deciso di concludere Disenchantment con la quinta parte è arrivato inaspettatamente. Questa parte, composta da dieci episodi, è stata rilasciata il 1 settembre 2023, più di un anno dopo l’uscita della quarta parte, avvenuta il 9 febbraio 2022. La quinta deve affrontare la sfida di concludere in modo soddisfacente le avventure di Bean, Elfo e Luci mentre cercano di salvare Dreamland dalla spietata regina Dagmar. La domanda chiave è se Matt Groening, noto per la creazione di serie come I Simpson e Futurama, riuscirà a offrire un finale appagante e coinvolgente. Data la sua vasta esperienza nel campo delle serie televisive, gli spettatori nutrono grandi aspettative riguardo a come l’autore chiuderà questa storia.

Il direttore creativo di Disenchantment , Serban Cristescu:

Parte 5 è agrodolce, perché la storia finisce. Ma è davvero divertente. Il mondo è cresciuto tantissimo [sin dall’inizio] e anche i personaggi sono cresciuti tantissimo. È davvero una gioia vedere tutto prendere forma

La versione originale della serie si avvale delle interpretazioni vocali di Abbi Jacobson (“Bean”), Eric Andre (“Luci”) e Nat Faxon (“Elfo”), oltre a quelle di John DiMaggio, Tress MacNeille, Richard Ayoade, Matt Berry, Noel Fielding, Meredith Hagner, David Herman, Sharon Horgan, Maurice LaMarche, Lucy Montgomery e Billy West.

Trama di Disincanto Parte 5

Tutti credono che Bean sia morta, ma non lo è. La ragazza, futura regina, è stata salvata dal suo amore, Mora La Sirena, dopo un terribile scontro mortale con la sua versione malvagia, a cui ha mozzato la testa, e contro sua madre, la malvagia regina Dagmar. I suoi compagni d’avventura, Elfo, Luci e Donna Mocio (Miri), nonostante la delusione per la scomparsa della loro amica, dovranno trovare nuove alleanze per formare un esercito d’invisibili che possa tentare una missione suicida per porre fine al malvagio regno di Dagmar e del suo amato Lucifero. Nel frattempo, Bean è con Mora, ma non riesce a rimanere con le mani in mano e a lasciare i suoi amici alla merce della maligna Dagmar. Lei vuole salvare il suo regno, Dreamland, a tutti i costi, ma per farlo deve superare svariate sfide, che la condurranno lontano da Dreamland fino a Steamland, per salvare suo padre e la sua famiglia.

Bean e i suoi amici in Disincanto 5
Bean e i suoi amici in Disincanto 5

Recensione di Disincanto Parte 5

Disincanto 5×10

Scusate, posso offrire un commento finale, senza essere colpito da una freccia misteriosa? Pur trovando le vostre gioiose bravate moderatamente spassose, mi sento costretto a disapprovare i numerosi buchi di trama, i personaggi disturbanti e le battute che proprio non capisco. Non solo, risolvete fin troppe scene con trovate ridicole, violenza gratuita e improvvisi… [omicidi]

L’uomo alla finestra non ha tutti i torti; forse questa è la voce degli sceneggiatori e di Matt Groening stesso, che più volte, come è successo anche in Futurama, mette in bocca ad assurdi personaggi ciò che pensa, compiendo delle stoccate contro le case di produzione o di distribuzione dei suoi show. Disincanto 5 è spumeggiante, ironica, simpatica, come lo sono state le passate parti, ma allo stesso tempo è evidente come l’universo narrativo creato da Matt Groening non sia stato sviscerato e narrato a dovere.

In Disincanto, gli eventi avvengono nella Terra di Urth, un territorio piuttosto vasto, mostrato nella sua vena medievale fantasy, senza dimenticare, però, un approccio a tratti scientifico e tecnologico, dal carattere quasi ‘futuristico’ o ‘rinascimentale’. Durante i cinquanta episodi, lo spettatore viaggia a livello narrativo in svariate location, da Dreamland, l’epicentro narrativo (soprattutto nella prima parte), fino a Mermaid Island, Angry Rat Island, Walrus Island e Steamland, il luogo della tecnologia e dell’elettricità. Questi luoghi e i personaggi che Bean incontra in questi territori misteriosi e sconosciuti, sia a lei che a noi, pubblico, vengono raccontati con un eccesso di superficialità narrativa. Lo show mette in scena un vasto numero di eventi e di personaggi a cui non riesce a donare, in questi ultimi dieci episodi, la giusta tridimensionalità. La gran parte dei personaggi messi in scena giungono a un interessante e accattivante finale, ma nessuno di questi ci arriva con il suo giusto tempo, segno che Groening aveva sì ideato un interessante Happy Ending, ma che è stato costretto ad affrettare i suoi piani drammaturgichi. La storia, che nei quaranta episodi passati, aveva preso il suo tempo, anche troppo, per raccontarci i suoi protagonisti (stagnandosi eccessivamente nel loro lento percorso di cambiamento interiore) e le loro svariate avventure nella Terra di Urth, ora è costretta a velocizzare gli eventi, a narrarli con estrema frenesia, accorpando più stagioni in dieci episodi. Il risultato: tanti eventi, tanti buchi di trama, tanti elementi importanti spiegati in maniera spicciola, eventi compresi dal pubblico solo perché un personaggio dichiara espressamente che le cose stanno così e non altrimenti; questo avviene, ad esempio, quando Dio spiega il motivo per cui Dreamland sia un luogo così impregnato di magia. La quinta parte, inoltre, non riesce minimamente a rendere giustizia allo scontro finale, soprattutto alla Regina Dagmar, che viene privata di tutta la sua tridimensionalità, rendendola soltanto lo stereotipo del cattivo di ogni cartone animato. Lei è cattiva solo per il piacere di esserlo.

Cosa funziona invece in questo show? Luci e Bean sono loro i personaggi che risultano davvero interessanti e che hanno completato un autentico percorso di cambiamento, che si è del tutto compiuto in questi ultimi dieci episodi. Luci è un demone infernale, pronto solo a desiderare il male e a far del male, ma da quando ha conosciuto Bean ed Elfo, in lui qualcosa è cambiato, una trasformazione visibile puntata dopo puntata, fino a quando Dio gli dona la possibilità di realizzare un suo desiderio. Luci sceglierà tra tutto ciò che poteva desiderare la cosa più altruistica possibile, segno definitivo del suo cambiamento. Anche Bean è diversa da quella che abbiamo conosciuto nella prima stagione. La ragazza non riusciva a dichiarare le sue emozioni, ad accettarle, ma ora, quando si trova a scontrarsi con sua madre, è una donna matura, capace di comprendere e convivere con le sue emozioni più nascoste, siano esse belle o brutte. Un personaggio invece poco sviluppato è Elfo, che in questi dieci episodi finali perde spessore. Gli sceneggiatori faticano a trovare un ruolo per lui all’interno dello show e gli creano una sorta di storia romantica, simpatica ma non così interessante e credibile.

Matt Groening e il suo team creativo realizzano per Disincanto un finale, ma con qualche leggera apertura, che potrebbe dare il via a futuri spin-off sulla serie o perfino a una Parte 6 di Disincanto. Senza svelare troppo, la stagione si conclude con due eventi nei titoli di coda, uno riguardante il regno di Dreamland e uno riguardante la sorte di Dagmar, che potrebbero dare spazio a un continuo narrativo interessante. Vedremo se prima o poi la serie ripartirà, come è successo con Futurama

Regina Dagmar in Disincanto Parte 5
Regina Dagmar in Disincanto Parte 5

In conclusione

“Disincanto” continua a offrire la sua miscela caratteristica di umorismo e fantasy, ma la quinta parte della serie mostra segni di frenesia narrativa e un eccesso di eventi compressi in dieci episodi. Sebbene alcuni personaggi principali, come Luci e Bean, abbiano attraversato significativi percorsi di crescita e cambiamento, altri personaggi sono stati privati di sviluppo tridimensionale e complessità, specialmente nella resa dello scontro finale con la Regina Dagmar. La serie lascia aperte alcune possibilità di sviluppo futuro, suggerendo che potremmo vedere ulteriori avventure nella Terra di Urth. Tuttavia, il finale della quinta parte offre una conclusione soddisfacente a una serie che ha continuato a divertire i fan con il suo umorismo unico e personaggi memorabili

Note Positive:

  • L’ironia e lo spirito satirico: “Disincanto 5” continua a mostrare l’ironia e lo spirito satirico tipici di Matt Groening, che mette in bocca ai personaggi le sue opinioni e critica le case di produzione o distribuzione dei suoi show. Questo aspetto aggiunge un elemento di umorismo al cartone animato.
  • Personaggi tridimensionali: Luci e Bean emergono come i personaggi più interessanti e ben sviluppati della serie. Il loro percorso di cambiamento è convincente, e il pubblico può vedere la loro evoluzione nel corso degli episodi.
  • Apertura per il futuro: Il finale della quinta parte offre alcune aperture che potrebbero dar luogo a spin-off o future stagioni. Questo lascia spazio per ulteriori sviluppi nella storia e nell’universo narrativo creato da Groening.

Note Negative:

  • Superficialità narrativa: La quinta parte di “Disincanto” soffre di una superficialità narrativa, con un affrettato sviluppo degli eventi e dei personaggi. La frenesia narrativa porta a buchi di trama, elementi importanti spiegati in modo sbrigativo e situazioni comprese solo grazie a spiegazioni esplicite dei personaggi.
  • Mancanza di tridimensionalità dei personaggi secondari: Molti personaggi secondari sono privi di approfondimento e tridimensionalità, il che impedisce al pubblico di connettersi pienamente con la storia. La Regina Dagmar risulta particolarmente piatta e stereotipata come personaggio negativo.
  • Perdita di spessore di alcuni personaggi: Il personaggio di Elfo perde spessore nella quinta parte, con una storia romantica che risulta simpatica ma poco interessante e credibile.
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