Burraco fatale, film fatale ma nel senso di disastroso

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Burraco fatale

Titolo originale: Burraco Fatale

Anno: 2020

Paese: Italia, Marocco

Genere: commedia, love story

Produzione: Rai cinema, Fenix Entertainment, Marocco movie group

Distribuzione: Fenix Entertainment

Durata: 90 min

Regia: Giuliana Gamba

Sceneggiatura: Giuliana Gamba, Francesco Ranieri Martinotti

Fotografia: Blasco Giurato

Montaggio: Esmeralda Calabria

Musiche: Paolo Buonvino

Attori: Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Caterina Guzzanti, Paola Minaccioni, Mohamed Zouaoui,Loretta Goggi, Michela Quattrocioche, Pino Quartullo, Antonello Fassari

Trama di Burraco fatale

Irma (Claudia Gerini) è una borghese di mezza età che vive una vita insoddisfacente: non è diventata concertista di violoncello e ha ripiegato sull’insegnamento. Il marito, Mario, la trascura e tradisce con una ragazza più giovane. Il suo unico svago è rappresentato dalle partite a burraco con tre amiche: Miranda (Caterina Guzzanti), Rina (Paola Minaccioni) ed Eugenia (Angela Finocchiaro), anch’esse facenti parte del ceto borghese.

Un giorno Irma mentre si avviava verso casa, dopo un concerto al porto di Anzio, prende una storta e cade rovinosamente a terra ferendosi – ma come si dice?!- non tutti i mali vengono per nuocere. L’incidente infatti le permette di conoscere Kalid (Mohamed Zouaoui), umile pescatore di origine marocchina, il quale la soccorre e le fascia il ginocchio con il suo fazzoletto. La restituzione del suddetto sarà la scusa per rivedersi e fare una passeggiata in cui scatterà la scintilla dell’amore, amore che nasconde alle amiche e che risulta proibito per la differenza di censo dei due. Come nelle favole l’umile pescatore marocchino non è ciò che sembra. Kalid nasconde la sua identità di principe azzurro e così, dopo un breve periodo di frequentazione, lui le rivela la sua identità e insieme volano verso il suo castello in Marocco. Le sorprese per Irma non sono finite: una volta arrivati in Marocco, dopo una notte intensa tra incenso, cammelli, tappeti e proposte di matrimonio Irma, ahimè, fa una terribile scoperta: il suo bello è già sposato con altre due donne, per giunta sue cugine. Irma, inorridita dalla scoperta, fugge e torna ad Anzio nel suo villone.

Spoiler

Le amiche la vedono affranta, ma non c’è tempo per piangersi addosso, a breve hanno il torneo nazionale di burraco a cui partecipare. Al torneo Irma dimentica come si gioca, e le quattro amiche sono arrabbiate di ciò, per ora sono ultime in classifica e questo è imperdonabile. Le tre, del tutto insensibili al dolore di Irma, la rimproverano. Quello stesso giorno le tre amiche ricevono la chiamata dalle mogli di Kalid le quali comunicano in francese (ma la lingua non sembra essere un problema per la comprensione), che lui è depresso e che loro hanno un piano. Nella notte le tre amiche sedano Irma e partono per il Marocco, lì conoscono per la prima volta Kalid, vedono la sua reggia e decidono di aiutarlo a riconquistare Irma. Ripartono subito tornano al torneo e quella sera Irma improvvisamente sa di nuovo giocare, batte tutti gli avversari, arrivano in finale e poco prima di mettere giù le ultime due carte vincenti, Kalid entra nella sala, in tutta la sua bellezza e le provoca un attacco di panico che la fa fuggire, lasciando la partita incompiuta. Lei scappa, le amiche la raggiungono, non ne vuole più sapere di Kalid ma lui arriva e le spiega che le cugine le ha dovute sposare ma non le ama, lui ama solo lei e così intenerita da così tanto sentimentalismo cede, lo perdona e tutti vissero felici e contenti in Marocco. Al torneo arrivano seconde.

Recensione di Burraco fatale

Dopo ben 31 anni dal suo ultimo film cinematografico: La cintura (1989), Giuliana Gamba torna nelle sale con il suo nuovo film: Burraco fatale, scritto in collaborazione con Francesco Ranieri Martinotti, e sarà proiettato nelle sale italiane dal primo ottobre 2020.

Cosa direbbe Edward Said vedendo questo film? Dopo ben quarantadue anni dal suo celebre saggio: Orientalismo, in cui analizzava il discorso che l’occidente ha creato sull’oriente, cosa direbbe nel vedere tutti gli stereotipi da lui denunciati, presenti nel film di Gamba? Il Marocco oggi è una grande metropoli, con tutti i confort che una città può offrire, eppure viene mostrata nel film come luogo desertico, pieno di cammelli e tappeti. Allo stesso modo, Kalid appare come marito poligamo e incestuoso, che possiede una reggia e un patrimonio sconfinato idea che richiama fortemente il classico cliché del sultano arabo. Kalid scappa dal suo benessere per fare il povero immigrato arabo in Italia, che ci viene a “rubare il lavoro”, o che in generale viene nel Belpaese a rubare. (Per ben due volte nel film viene accusato di ciò, ndr).

Le quattro donne vengono rappresentate come delle stupide, avide, cleptomani quando non totalmente subalterne al marito, del tutto estranee alla vita reale, il cui unico interesse è rappresentato dal burraco, gioco di carte tipicamente femminile. Gli uomini, qualora non siano morti non hanno alcun ruolo decisivo nella vita di queste donne, la loro presenza è del tutto irrilevante. Ma al di là dei problemi critici che solleva questo film, imperdonabili nel 2020, manca di una buona sceneggiatura: battute scontate, luoghi comuni, incoerente, irrealistica, una sceneggiatura che sembra essere stata scritta dagli svogliati e incapaci sceneggiatori di Boris, f4: faccia languida, reagisci come reagirebbe una tredicenne.Una recitazione non degna delle interpreti, le quattro attrici principali: Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Paola Minaccioni e Caterina Guzzanti (che ha pure lavorato in Boris), le quali in passato hanno dato prova di grande capacità e che in questo film sembrano non essere mai state davanti una macchina da presa.L’intento dichiarato della regista di raccontare dell’universo femminile attraverso il mezzo della favola, a cui si intrecciano i caratteri della commedia e della love story, con una sottocritica all’immigrazione, è chiaramente fallito poiché mostra ideali, luoghi comuni, pregiudizi ormai non più tollerabili.Fuorviante è anche il titolo che fa presumere più a un giallo che a una love story, oltre al fatto che il burraco non ricopre alcun ruolo decisivo nell’incontro “dell’amore”.

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