Chiamatemi Anna (2017): Il romanticismo e la fantasia della fanciullezza

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Chiamatemi Anna prima stagione locandina

Chiamatemi Anna

Titolo originale: Anne with an E

Anno: 2017

Paese: Canada

Genere: Drammatico

Produzione Northwood Entertainment

Distribuzione: netflix

Ideatore: Moira Walley-Beckett

Stagione: 1

Puntate:  10

Attori: Amybeth McNulty, Geraldine James, R.H. Thomson, Dalila Bela, Lucas Jade Zum

Traier della prima stagione di Chiamatemi Anna

Dalla produttrice e sceneggiatrice della serie cult Breaking Bad, Moira Walley-Beckett, ecco che prende forma nel 2017, venendo distribuita sul canale canadese CBC Television e internazionalmente sulla piattaforma on demand Netflix, la prima stagione della serie tv Chiamatemi Anna ( in originale: Anne With An E), trasposizione del romanzo per ragazzi Anna dai capelli rossi (Anne of Green Gables) pubblicato nel 1908 da Lucy Maud Montgomery, che partendo proprio dal successo di questo libro ha scritto una saga estesa sul personaggio di Anne Shirley, suddivisa in sette romanzi.

Televisivamente parlando Chiamatemi Anna non è senz’altro materia nuova dato che nel corso degli anni il cinema e la stessa serialità ha visto molte trasposizioni audiovisive basata sul racconto di Lucy Maud Montgomery, primo lungometraggio dedicato alla giovane Anne è un film muto del 1919 dal titolo Fata di Bambola, che purtroppo è andato completamente perduto. Da segnalare per il pubblico la visione di La figlia di nessuno (1934) e la pellicola del 2016 Anna dai capelli rossi – Una nuova vita, oltre alla serie anime Anna dai capelli rossi diretta da Isao Takahata. Nella versione del seriale del 2017 troviamo nei panni della protagonista Amybeth McNulty.

Amybeth McNulty in chiamatemi Anna prima stagione
Amybeth McNulty in chiamatemi Anna prima stagione

Trama di Chiamatemi Anna

Siamo nell’estate del 1896. I due anziani fratelli, Marilla e Matthew Cuthbert, vivono assieme nella loro fattatoria di famiglia Green Gables ad Avonlea, cittadina rurale situata nell’isola di Prince Edward, Canada. Nessuno dei due si è mai sposato e così hanno trascorso la loro vita insieme tra quelle mura domestiche, ma la situazione è cambiata e ora non sono più giovani e Matthew a causa di alcuni problemi al cuore non è più in grado di svolgere tutti i lavori del campo, così decidono di adottare un ragazzo che possa occuparsi del lavoro nei campi. Matthew così una mattina si reca alla stazione dove trova ad aspettarlo una giovane bambina, magrolina dai capelli rossi e poco adatta al lavoro nei campi. L’uomo non sapendo cosa fare decide di portarla a Green Gables e durante il viaggio farà la conoscenza dalla piccola Anna, una bambina dal linguaggio arguto e colto che rimane subito colpita da quei luoghi che vede durante il suo viaggio in cavallo in compagna di Matthew.

Arrivata però a Green Gables, il sogno di Anna si rompe appena fa la conoscenza di Marilla che mostra il suo disappunto nell’ospitare una bambina in casa e pretendendo inversamente un ragazzo che si possa occupare realmente dei campi. Anna cade in un malessere generale e solo Marilla potrà decidere se tenere o meno la piccola e a quali condizioni.

Amybeth McNulty, Geraldine James, R.H. Thomson in chiamatemi Anna
Amybeth McNulty, Geraldine James, R.H. Thomson in chiamatemi Anna

Recensione di Chiamatemi Anna

La storia narrata risulta piuttosto nota per coloro che hanno letto il romanzo di Anna dai capelli rossi da cui la serie si ispira in maniera importante soprattutto nella primissima parte distanziandosi maggiormente negli eventi drammaturgichi mostrati nella seconda dove gli stessi personaggi principali, pur riprendendo preponderantemente molti degli aspetti letterali del romanzo di Lucy Maud Montgomery, vengono maggiormente resi tridimensionali, in questo senso è giusto parlare dei fratelli Cuthbert in cui la prima stagione decide di andare ad approfondire con estrema eleganza e stile di scrittura gli eventi amorosi e traumatici del loro passato. Se Chiamatemi Anna risulta una buona serie per la famiglia il pregio va dato anche a queste due spalle che ben supportano il personaggio di Anna e che inoltre vengono ottimamente interpretate da Geraldine James e R.H. Thomson, che riescono a donare un incredibile senso di umiltà e umanità ai loro personaggi, in grado di donare emozione allo spettatore. Le loro espressioni facciali e le loro posture fisiche rispecchiano perfettamente i loro caratteri: umili, semplici e privi di fantasia, elementi che vengono messi in contrapposizione netta col carattere della piccola Anna che risulta l’esatto opposto di Marilla, personaggio che subirà nel corso della stagione un netto e profondo cambiamento interiore.

Tematicamente Chiamatemi Anna riprende e sviluppa in maniera contemporanea quell’elemento femminista che tanto profondamente caratterizza l’intera storia di Anne Shirley e che viene mostrato ottimamente attraverso dei dialoghi interessantissimi tra Anna e le sue amiche di scuola o attraverso quel dialogo con il prete in cui mostra come una donna non ha tanto il dovere di studiare ma quello di badare al proprio marito o fratello. La serie però non tocca solo questo elemento tematico ma tenta di parlare anche di bullismo, seppur in maniera poco approfondita, e in special modo l’omosessualità che viene immessa con eleganza attraverso il personaggio della dura prozia di Diana, Josephine Barry che diviene già in queste sette puntante (pur comparendo solo in alcune scene) uno dei personaggi più importanti per il futuro e lo sviluppo caratteriale di Anna, ottimamente interpretata da Amybeth McNulty, attrice perfetta, anche dal punto di vista visivo, a interpretare questo personaggio sognatore.

Il luogo stesso in cui la serie è ambientata dona al prodotto tutta quella magia naturalistica e atmosferica di cui Chiamatemi Anna aveva bisogno e che viene ottimamente mostrata attraverso un ottima fotografia e una regia dal sapore naturalistico ma allo stesso tempo favolistico. Interessante risulta il modo in cui i cineasti hanno deciso di andare a riprendere i momenti fiabeschi di Anna, la quale tende nei suoi momenti di tristezza interiore a perdersi nei suoi sogni, creando personaggi irreali in grado di addolcire il suo malessere come la principessa Cordelia. Questi istanti vengono ripresi attraverso la macchina a mano con inquadrature molto ravvicinate con primissimi piani, dettagli e particolari e un uso della fotografia dai colori irrealistici che si allontanano profondamente dal mondo rurale e crudo di Green Gables, che viene mostrato nei suoi interni attraverso una colorazione grigia e di marroni.

La prima stagione pur nelle sue imperfezioni, come la mancanza di approfondimento delle compagne di scuola di Anna e del mondo scolastico, visto solo brevemente oppure la stessa narrazione dell’amore tra il maestro e una sua alunna di cui sappiamo veramente poco, Chiamatemi Anna risulta un prodotto audiovisivo pieno di fascino dove noi stessi siamo immersi nell’emozione il tutto attraverso un tono solo a tratti drammatico e che richiama maggiormente quello di una serie per famiglie, con sfumature romanzesche.

Note positive

  • Attori
  • Fotografia
  • Regia

Note negative

  • Alcuni personaggi secondari sono poco approfonditi
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