Conferenza stampa Pesci Piccoli: Un’agenzia, molte idee, poco badget

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Pesci Piccoli: Un’agenzia, molte idee, poco budget è la prima serie comedy de The Jackal, diretta da Francesco Ebbasta. La serie, composta da sei episodi, sarà disponibile dall’8 giugno su Prime Video. Fabio Balsamo, Gianluca Fru, Ciro Priello, Aurora Leone, Martina Tinnirello e il regista Francesco Ebbasta, l’hanno presentata alla conferenza stampa di Roma i primi due episodi della serie.

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Le dichiarazioni

Leggendo che questa è la vostra prima serie comedy fa un po’ strano, perché è la vostra prima serie comedy ma, soprattutto, perché Pesci Piccoli?

Ciro Priello: In realtà non avevamo idea di come chiamare la serie. Un giorno c’era Aurora che ci propone di chiamarla Pesci Piccoli, come metafora del fatto che siamo un’agenzia piccola in un mare di agenzie molto più grandi. La motivazione ci è piaciuta ed abbiamo dato il titolo alla serie. Abbiamo fatto altri lavori in passato, però per, definizione, questa è la prima serie comedy che va su una piattaforma streaming, Prime Video”

Gianluca Fru: Diversamente dagli altri nostri progetti, questa è la prima volta che i The Jackal, come agenzia, producono una serie. Sono presenti tutti i The Jackal, non ci siamo solo noi come volti, ma tutta la squadra formata, da 20 persone, ha collaborato con Mad Entertainment alla produzione e alla realizzazione. Questa è la primissima serie con tutta la The Jackal.

Voi lavorate da tantissimo tempo insieme, lavorare su questa serie vi ha fatto scoprire qualcosa su di voi che non conoscevate prima, momenti di disaccordo?

Fabio Balsamo: Ci vediamo talmente tanto, tutti i giorni, che quello che ci dobbiamo dire ce lo diciamo tutti i giorni. Siamo arrivati sul set molto trasparenti e non ci sono stati particolari disaccordi. Le visioni, anche quelle discordanti, le viviamo tutti i giorni. Abbiamo vissuto la serie con grande emozione, perché è un progetto molto grande ed importate, ma noi rimaniamo quelli di sempre.

Ciro Priello: La nostra fortuna è che parliamo sempre di tutto, anche delle cose che ci piacciono di meno. È la nostra più grande forza. Conoscendoci da una vita non possiamo fare a meno di fare di comportarci così. Poi è stata una grande festa il primo giorno di produzione perché poi era da tanto tempo che non ci vedevamo tutti insieme per girare un progetto lungo. Io e Fabio abbiamo partecipato a molti progetti esterni ed era da un bel po’ che stavamo tutti quanti insieme.

Francesco qual è la chiave per gestire tutto quanto?

Francesco Ebbasta: Il motivo per cui siamo un gruppo così stretto sia il requisito per poter accedere a questo gruppo. Io conosco tutti i Jackal sin dal giorno zero e la cosa che mi sorprende tutti i giorni lavorando con loro, non tanto il talento eterogeneo del gruppo, ma soprattutto la loro sensibilità.

Come sarebbero i The Jackal senza la disoccupazione e senza Napoli?

Francesco Ebbasta: Più che parlare di disoccupazione stiamo raccontando un’altra sfumatura del lavoro. Noi con questa serie volevamo raccontare quei piccoli contesti lavorativi di provincia, siccome anche noi siamo partiti da un contesto molto piccolo. Ci siamo domandati, come fanno le persone, in questa epoca dove tutti sono famosi, a convivere con questi esempi e allo stesso tempo svegliarsi tutti i giorni presto e fare il proprio lavoro, consapevoli che quello che fanno non cambierà il mondo? Questi erano gli eroi che volevamo raccontare, quelli che riescono a ritagliarsi dei rituali all’interno dello stesso ufficio. Non si tratta quindi di disoccupazione, ma di vivere il quotidiano e di farlo all’interno di un gruppo.

Perché avete scelto di mettere come protagonista un volto che non è dei The Jackal visto che si tratta della vostra prima serie al 100% The Jackal?

Francesco Ebbasta: La serie ha tanti riferimenti ed omaggi alle sitcom con cui siamo cresciuti. Ci piaceva l’idea di aggiungere un elemento esterno ad un equilibrio ormai stabile che andasse ad innescare una serie di dinamiche all’interno di un gruppo consolidato. Aurora Leone: Appena abbiamo visto Martina, noi siamo stati coinvolti nella parte finale dei provini, ci è sempre piaciuta la capacità che ha di interpretare un ruolo di rottura, perché di base nella serie è quella che dovrebbe stare antipatica, ma lei è talmente ironica e con una capacità espressiva, che alla fine è un personaggio che piace

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