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Diva Futura
Titolo originale: Diva Futura
Anno: 2024
Nazione: Italia
Genere: Drammatico
Casa di produzione: Groenlandia, Piperfilm, RAI Cinema, in collaborazione con Netflix
Distribuzione italiana: Piperfilm
Durata: 129 minuti
Regia: Giulia Louise Steigerwalt
Sceneggiatura: Giulia Louise Steigerwalt
Fotografia: Vladan Radović
Montaggio: Gianni Vezzosi
Musiche: Michele Braga
Attori: Pietro Castellitto, Barbara Ronchi, Denise Capezza, Tesa Litvan, Lidija Kordić, Davide Iachini, Marco Iermanò
Trailer di “Diva Futura”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
“Diva Futura” è il secondo film scritto e diretto da Giulia Louise Steigerwalt, ispirato alle vicende legate all’omonima agenzia italiana di casting e produzione specializzata in pornografia e tratto dal romanzo ‘Non dite alla mamma che faccio la segretaria’ di Debora Attanasio.
Il film è stato presentato in anteprima alla 81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 4 settembre 2024. Il 7 novembre viene presentato allo Zagreb Film Festival. Esce nelle sale italiane il 6 febbraio 2025.
Giulia Louise Steigerwalt – regista
Quando mi sono avvicinata per la prima volta a questa storia ho trovato tutto tranne quello che mi sarei aspettata dal mondo del porno.
Le vicende personali dei protagonisti, la loro filosofia di vita e l’incredibile parabola che hanno vissuto, hanno ribaltato il mio punto di vista.
Immagino sia dovuto al fatto che ciò che il porno è diventato successivamente è l’opposto di quello che questi personaggi sognavano di creare quando hanno iniziato la loro “rivoluzione”.
I sogni iniziali, uniti allo squallore e alla tragicità della caduta, hanno reso il tutto estremamente poetico ai miei occhi, tragico e per certi versi ingenuo. Era la storia di una grande illusione, quella di divenire delle Dive prendendo la scorciatoia del porno, che sembrava assicurare una fama immediata, salvo poi essere stigmatizzate e rifiutate proprio da quella società che le aveva bramate e rese famose. Il tutto perché quel desiderio per la società è segreto ed accettabile solo se rimane tale. E il tentativo di liberalizzare certe fantasie e portarle alla luce è in ultimo inaccettabile. Ed è qui che queste creature, che io non giudicherò mai, divengono per me personaggi di una saga iconica ed effimera insieme.
Oltre alla delusione delle Dive dell’agenzia, c’era poi quella di Schicchi. Il suo dover prendere atto che il grande sogno che aveva avuto di rivoluzionare il costume italiano, ancora intriso del perbenismo degli anni ’50 e ’60, in nome dell’amore libero, aveva portato a una degenerazione di quello stesso sogno, aprendo la strada alla creazione di un immaginario distorto della sessualità e del femminile, in cui la mercificazione del corpo e la violenza hanno preso il sopravvento. Tutto ciò che Schicchi stesso aveva sempre rifiutato, e che di fatto è il nostro contemporaneo.
In questo senso il film è il racconto di una pericolosa contraddizione, e tenta di mostrare luci e ombre di un fenomeno che ha influenzato profondamente la cultura del nostro Paese, le cui conseguenze sono ancora attuali, portando in ultimo a una fondamentale domanda: perché il sesso e l’erotismo devono essere per forza associati alla violenza sulle donne? Perché dover creare una narrativa in cui l’immedesimazione dello spettatore e la formazione dell’immaginario sessuale deve basarsi sulla violenza?
Le statistiche tutt’ora ci dipingono uno scenario in cui il mercato del porno è enorme e genera ogni anno introiti da capogiro. Si tratta di una silente educazione sessuale, e per certi versi ahimè sentimentale, che avviene all’interno della società senza che nessuno ne voglia parlare. E in questo senso la storia di Diva Futura è ancora molto attuale.
Unite a tutto questo c’erano poi le vite personali dei nostri protagonisti e delle nostre protagoniste, vite dove i principi di libertà venivano messi in pratica nei loro stessi rapporti. Il porno diventa quindi un’arena che ci dà la possibilità di amplificare un dibattito su tematiche estremamente attuali: cosa vuol dire essere una famiglia? Cosa significa amare autenticamente qualcuno? Si è mai veramente liberi?
Tutta questa complessità di tematiche e coralità di storie mi ha conquistata, portandomi ad un approccio narrativo e di regia in cui le voci dei personaggi si alternano, creando un caleidoscopio di punti di vista. La macchina da presa si muove seguendo il più possibile lo sguardo e l’emotività dei protagonisti, il suono e i dialoghi si sovrappongono, e le vicende si alternano su due piani temporali, cercando di intrecciare il più possibile le tematiche private e quelle pubbliche, facendole risuonare le une sulle altre, pur nel rispetto delle storie vere che mi hanno ispirata.
Raccontando insieme più piani temporali infatti, provo a connettere le vicende personali con i temi narrativi, sovrapponendoli e facendo eco alla visione dei personaggi. Seguire il flusso emotivo e tematico di un racconto è, dal mio punto di vista, una delle straordinarie libertà che il cinema ci regala, e la diacronia diviene un possibile strumento per suonare questi accordi.
Realizzare “Diva Futura” è stato per me un viaggio inaspettato, un’immersione nel passato recente del nostro paese che diviene specchio di una contemporaneità complessa e ancora tutta da decifrare.
Trama di “Diva Futura”
Italia, anni ’80/’90. Riccardo Schicchi, con la sua agenzia Diva Futura, rivoluziona la cultura di massa trasformando l’utopia hippie dell’amore libero in un nuovo fenomeno: il porno. Sotto la sua guida, “ragazze della porta accanto” come Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger e molte altre diventano all’improvviso dive di fama mondiale nel mondo del porno ed entrano nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS. Viene coniata l’espressione “pornostar”, segnando l’inizio di una nuova era.
L’impatto mediatico è travolgente fino a portare all’elezione in Parlamento di Ilona Staller, detta “Cicciolina”, alla nascita del Partito dell’Amore e alla candidatura di Moana Pozzi a sindaco di Roma. È attraverso lo sguardo di Debora, giovane segretaria dell’agenzia con un mutuo sulle spalle, che viene raccontata l’avventura di questa grande “famiglia”, dove esplodono gelosie, tormenti e contraddizioni fino a perdere il controllo sull’industria stessa della pornografia.
Tutto questo è accaduto perché esisteva un desiderio tanto nascosto quanto grande: quello di tutti.
Recensione di “Diva Futura”
“Diva Futura” dipinge il ritratto di un’Italia nostalgica, ma pulsante; drammatica e visionaria nella sua natura contraddittoria. Le discordanze di un settore che alimenta fantasie, che accende passioni e costruisce leggende da custodire nell’intimità. Oggi quei ricordi rimangono dimenticati in un ufficio fatiscente sulla Via Cassia romana.
L’agenzia “Diva Futura”, fondata da Riccardo Schicchi, rappresenta una comunità eccentrica, ostinata e splendidamente caotica. Un mondo dove tecnologia vintage e relazioni personali si intrecciano con naturalezza, apertura e innocenza. La narrazione alterna momenti di spensieratezza travolgente a passaggi di profonda intensità emotiva, mantenendo un buon equilibrio.
La regista Giulia Louise Steigerwalt sceglie la via dell’empatia come chiave narrativa. Non si limita a modellare profili superficiali, ma scava nell’animo dei personaggi, che oscillano tra realtà documentata e rielaborazione artistica, pur basandosi su testimonianze dirette dei protagonisti.
Tra nostalgia e modernità, un ritratto incompiuto della trasgressione
Il film cattura una trasformazione sociale e culturale che trova la sua essenza nel desiderio proibito. Assume toni quasi malinconici se confrontato con la concezione moderna del desiderio: in un’epoca di gratificazione istantanea, la figura di Schicchi – ritratta dalla regista come ingenua e idealista – dà forma chiaro a un’emozione ideale, mostrando un passato che guardava al futuro. Oggi, quello spirito innovativo sembra aver ceduto il passo a qualcosa di più cupo e meno poetico, dove la trasgressione ha perso la sua carica liberatoria.
Giulia Louise Steigerwalt aspira a un cinema diverso, spontaneo e audace, che celebra il potere della narrazione tra comicità e dramma, tra rivoluzione e patrimonio culturale. Con “Diva Futura” l’intento è ambizioso, ma il risultato non raggiunge pienamente gli obiettivi.
Il cast offre buone performance, anche se Pietro Castellitto risulta discontinuo: alterna momenti di autenticità ad altri dove la recitazione appare artificiosa. Sempre brava, invece, Barbara Ronchi, affiancata dalle convincenti interpretazioni di Lidija Kordić, Denise Capezza e Tesa Litvan.
In conclusione
Nonostante una regia che privilegia uno stile visivo televisivo, il film ci presenta un Riccardo Schicchi capace di rivoluzionare la controcultura, che sceglie con attenzione le sue artiste – Cicciolina, Moana Pozzi ed Eva Henger – come guide spirituali ed erotiche di una generazione ancora capace di sognare. Schicchi cercava la bellezza oltre l’apparente mercificazione, sempre circondato dai suoi amati animali domestici, gatti e conigli.
Note Positive
- Regia
- Recitazione
- Sceneggiatura
Note Negative
- La regista poteva osare di più con la messa in scena
- Ogni tanto Castellitto appare forzato
- Andavano evitate alcune frasi “citazioni”
- Fotografia un pò troppo televisiva