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Elegia Americana
Titolo originale: Hillbilly Elegy
Anno: 2020
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Drammatico, biografico
Produzione: Imagine Entertainment
Distribuzione: Netflix
Durata: 1 h e 57 min
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: Vanessa Taylor
Fotografia: Maryse Alberti
Montaggio: James D. Wilcox
Musiche: Hans Zimmer, David Fleming
Attori: Amy Adams, Glenn Close, Gabriel Basso, Haley Bennett, Freida Pinto, Bo Hopkins
Elegia Americana è la trasposizione cinematografica dell’autobiografia di J.D. Vance, un magnate americano dalle umili origini.
Trama di Elegia Americana
Kentucky (USA), 1997. J.D. Vance è un giovane proveniente dall’Ohio che vive con la sorella maggiore e la madre (Amy Adams) tossicodipendente, violenta e che non riesce ad avere una relazione stabile. La nonna (Glenn Close) abita a pochi passi dalla famiglia e, nonostante il carattere burbero, è sempre pronta a prendere le difese dei nipoti.
Quattordici anni dopo lo ritroviamo studente di legge a Yale, lavora duramente per mantenersi gli studi ed è reduce da un’esperienza nei marines. Un giorno la sorella lo chiama al telefono per comunicargli che la madre è stata ricoverata per overdose e questo avvenimento, di conseguenza, lo costringerà a fare visita alla cittadina nella quale è cresciuto.
Recensione Elegia Americana
Il film adotta uno schema fatto di flashback e flashforward, mostrando il protagonista prima negli anni della sua adolescenza e successivamente durante gli studi universitari.
Questo tipo di struttura temporale è volta a sottolineare la crescita professionale di J.D., che incarna perfettamente il sogno americano: attraverso la sua ascesa, la storia ci descrive i difetti di due facce degli Stati Uniti, da un lato quella dell’alta società che ritroviamo negli ambienti raffinati di Yale, in cui le cene formali non sono altro che prove da superare per i nuovi arrivati e dall’altro, invece, quella delle periferie, dove dilaga il disagio sociale e le persone in difficoltà non possono nemmeno permettersi l’assicurazione per accedere alle cure mediche.
Allo stesso tempo però il film si sofferma su un valore nobile, ancora di salvezza in un ambiente dilaniato: la famiglia. J.D. condanna i comportamenti della madre e della nonna, ma allo stesso tempo ne comprende le ragioni e riconosce in loro le due principali figure che lo hanno aiutato ad arrivare dov’è ora.
A ben vedere il concetto di Hillbilly, che compare nel titolo originale e che viene spesso utilizzato nel film, ha una doppia valenza: fa riferimento agli abitanti delle zone montuose degli Stati Uniti, visti come rozzi e violenti. Il termine negli anni ha assunto anche una sfumatura positiva in riferimento a individui indipendenti e autosufficienti che resistono alla modernizzazione della società (fonte: Wikipedia). Il film è proprio un omaggio a questa sub-cultura, di cui i personaggi fanno parte.
Elegia Americana, tra infamia e lode
La regia non spicca particolarmente: Elegia Americana non è l’opera migliore del cineasta Ron Howard, che realizza in questo caso un film abbastanza piatto. Altro punto dolente è la colonna sonora di Hans Zimmer, che, ahimè, passa totalmente inosservata. Infine, il ruolo di Glenn Close non è riuscito a valorizzare in pieno la bravura dell’attrice a causa della scarsa profondità.
Buoni il montaggio e la fotografia, che contribuiscono a creare un film scorrevole, con alcuni momenti di suspance e atmosfere luminose.
Nonostante i difetti tecnici menzionati sopra, la storia che racconta il coming-of-age del protagonista resta (se non altro in apparenza) molto obiettiva. Dipinge infatti una delle tante realtà americane esistenti, narrando i fatti senza perdersi troppo nel melodramma: ciò da una parte è un tratto degno di lode, dall’altra probabilmente non ha giovato alle performance degli attori. Il messaggio di fondo è molto motivante. Esso ci insegna che nonostante le difficoltà, se puntiamo in alto e lavoriamo sodo, verremo pienamente ricompensati.
Nel complesso il film rientra nella norma. Un buon prodotto che purtroppo è stato pesantemente demolito dalla critica americana che lo ha tacciato di superficialità e banalità, dovute alla rappresentazione del tipico “maschio bianco etero”. Effettivamente, la sceneggiatura avrebbe potuto dare una caratterizzazione più completa ad alcuni personaggi, così come la regia avrebbe potuto tentare un approccio più audace, ma nel complesso comunque è consigliata la visione.
NOTE POSITIVE:
- Obiettività del racconto
- Montaggio e fotografia
- Messaggio motivazionale
NOTE NEGATIVE:
- Regia non all’altezza delle aspettative
- Alcuni personaggi sono poco caratterizzati, a discapito delle performance degli attori
[…] che ben sintetizza la natura del film oltre gli aspetti qui analizzati per cui rimando a questo articolo da cui io stessa ho potuto essere informata del fatto e dove potrete trovare anche maggiori […]