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Falling – Storia di un padre
Titolo originale: Falling
Anno: 2020
Paese: Canada, Regno Unito, Danimarca
Genere: Drammatico
Produzione: Scythia Films, Zephyr Films, Perceval Pictures, Ingenious Media, Lip Sync Productions, HanWay Films
Distribuzione: BiM Distribuzione
Durata: 112 minuti
Regia: Viggo Mortensen
Sceneggiatura: Viggo Mortensen
Fotografia: Marcel Zyskind
Montaggio: Ronald Sanders
Musiche: Viggo Mortensen
Attori: Viggo Mortensen, Lance Henriksen, Sverrir Gudnason, Laura Linney, Hannah Gross, Terry Chen, Bracken Burns, David Cronenberg
Il rapporto tra un genitore ed un figlio è una dinamica così profonda ed intima, tanto diversa di persona in persona ma altrettanto comune che la narrazione in generale ed il cinema in particolare non finiscono mai di raccontarla. Falling-Storia di un padre parla di questo e molto altro, partendo dalla storia di un figlio e di suo padre, ripercorrendo tutta la loro vita insieme e le difficoltà affrontate durante questo cammino.
Il film è l’opera prima da regista di Viggo Mortensen che – oltre ad aver diretto – lo ha scritto, prodotto, musicato ed interpretato. Presentato al Sundance Film Festival del 2020 e selezionato per il Festival di Cannes dello stesso anno – evento che non ha avuto svolgimento per la pandemia da Covid19 – Falling – Storia di un padre ha avuto finalmente una sua distribuzione in sala a partire dal 26 agosto 2021.
Trama di Falling – Storia di un padre
John è un uomo di mezza età sposato con un uomo di nome Eric, ha una figlia e vive la sua quotidianità in California. Suo padre Willis – su cui ruota realmente la storia – è omofobo, misogino e autoritario, come è sempre stato nel corso della sua intera vita. Vivono lontani, Willis soffre di episodi amnestici e demenza senile e John, per aiutare il padre in evidente difficoltà decide di trovargli un posto vicino. Nonostante il loro rapporto non sia mai stato idilliaco se non nei primissimi anni di vita di John, il figlio ce la mette tutta per sostenere il padre e questi sembra, invece, remare contro ogni decisione presa per il suo bene. Willis è estremamente testardo e burbero, ferisce con il suo linguaggio il figlio e non si pone alcun problema a riguardo.
Il film ripercorre tutto il loro rapporto fatto di ostilità, incomprensioni e – finalmente – chiarimenti.

Recensione di Falling – Storia di un padre
Il film inizia con una scena disarmante per la sua sincerità: una giovane coppia rientra a casa con un neonato, la mamma lo appoggia sul tavolo per prendere il necessario per cambiarlo e il padre con estrema decisione e altrettanta tenerezza chiede scuola al bimbo per averlo messo al mondo. Un vero e proprio dispiacere per aver creato una vita, un momento di lucidità e consapevolezza quasi premonitrice per quella che sarà una relazione padre-figlio tutt’altro che facile.
John è un uomo che – probabilmente a causa del caratteraccio del padre, anche se non è esplicitato – ha avuto un periodo da dipendenza da alcool, da cui è uscito ma che deve tenere a bada nonostante le tentazioni che il padre continua a proporgli. Allo stesso tempo ha trovato un equilibrio con sé stesso e la sua natura, creando con le proprie mani una vita di cui è soddisfatto: sposato con un uomo che ama e lo comprende, una figlia adottata di cui si prende cura con dedizione e un lavoro come pilota di aerei che lo appaga. Per arrivare a questo risultato avrà lottato contro il padre e sé stesso, eppure ce l’ha fatta.
Come si fa quando l’unico genitore che ti cresce ti umilia, ti svilisce e non riconosce in te quella che dovrebbe essere la sua più grande gioia nella vita? La mamma di John lascia il padre quando lui e la sorella sono bambini perché soffocata da una vita e un atteggiamento del marito troppo oppressivo. Muore quando John è poco più che ragazzino in un incidente, lasciandolo alle “cure” del padre e della sua compagna Jill che tenterà in ogni modo di addolcire Willis non riuscendoci e lasciandolo in tarda età.

Willis sembra non comprendere per tutta la sua vita di quanto il suo carattere lo abbia privato, chiudendolo in sé stesso e nella sua rabbia. La mancanza di affetto puro da parte del figlio e della figlia, della moglie per un animo che ne avrebbe avuto bisogno. Eppure John non si tira indietro di fronte alle difficoltà del padre, con pazienza e dedizione lo accompagna in un periodo difficile nella vita di un individuo: la vecchiaia. Nonostante le offese, i contrasti, il rifiuto John comprende in qualche modo il padre ma non avviene il contrario. Ed è qui che avviene un vero e proprio cambiamento: John è pronto a dire finalmente la sua prima di congedarsi. Una scena che prova la bravura interpretativa – come se qualcuno avesse ancora dei dubbi – di Viggo Mortensen.
Falling – Storia di un padre è però principalmente un viaggio nelle immagini, nella leggerezza di sensazioni che la visione e la sonorità può creare nella mente di una persona che osserva una storia tanto peculiare quanto comune, con note di dolcezza ed estro artistico, momenti di riflessione e di puro trasporto emotivo.
Una storia di amore e odio, a tratti comprensibile e con circostanze da guardare e basta, senza farsi troppe domande. Due linee narrative separate ma unite dalla stessa storia, montate insieme basandosi su ricordi che dialogano tra loro senza intralcio l’una con l’altra nonostante un cambio frequente di fotografia a seconda dell’epoca raccontata. Mortensen applica delle scelte ben studiate tecnicamente parlando, portando lo spettatore a dimenticarsi che questo è il suo esordio alla regia.
Falling – Storia di un padre è un film tanto crudo quanto poetico nella sua semplicità complessa, fondato su dettagli non trascurabili ed evidenti che riempiono il cuore e svuotano l’animo, senza cadere in pietismi inutili. Ci ricorda quanto sia importante il cinema nel raccontare storie vicine ad ognuno di noi mettendo a volte la narrazione in secondo piano a favore di immagine che hanno il puro scopo di evocare.
Note positive
- Costruzione delle immagini
- Azione definita
- Caratterizzazione dei personaggi
Note negative
- Qualche dialogo ridondante