Final Destination: Bloodlines (2025). Un ritorno alle origini solo sulla carta?

Recensione, trama e cast del film Final Destination: Bloodlines (2025), il sesto capitolo del franchise horror dal 15 Maggio 2025 nelle sale italiane

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Final Destination Bloodlines (2025) – Regia di Zach Lipovsky e Adam Stein – © Warner Bros. Pictures – Photo Courtesy Warner Bros. Pictures – Immagine concessa per uso generale.
Final Destination Bloodlines (2025) – Regia di Zach Lipovsky e Adam Stein – © Warner Bros. Pictures – Photo Courtesy Warner Bros. Pictures – Immagine concessa per uso generale.

Trailer di “Final Destination: Bloodlines”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Dopo quattordici anni dall’uscita di Final Destination 5, il franchise horror di New Line Cinema torna sul grande schermo con Final Destination: Bloodlines. Questo sesto capitolo, distribuito da Warner Bros. Pictures, debutta nelle sale italiane il 15 maggio 2025, offrendo agli spettatori un inquietante ritorno alle origini del sinistro disegno della Morte. Il cast del film include Kaitlyn Santa Juana, Teo Briones, Richard Harmon, Owen Patrick Joyner, Anna Lore e Rya Kihlstedt, con la partecipazione speciale di Brec Bassinger e Tony Todd.

La regia è firmata da Adam Stein e Zach Lipovsky, mentre la sceneggiatura è opera di Guy Busick e Lori Evans Taylor, basata su un soggetto di Jon Watts, Busick e Taylor, e ispirata ai personaggi creati da Jeffrey Reddick. Il film è prodotto da Craig Perry, Sheila Hanahan Taylor, Jon Watts, Dianne McGunigle e Toby Emmerich, con David Siegel e Warren Zide in veste di produttori esecutivi.

Dietro la macchina da presa, il progetto vanta il contributo del direttore della fotografia Christian Sebaldt, della scenografa Rachel O’Toole, della montatrice Sabrina Pitre, del compositore Tim Wynn, della costumista Michelle Hunter e del responsabile del casting Rich Delia. Final Destination: Bloodlines è una produzione Practical Pictures / Freshman Year / Fireside Films, presentata da New Line Cinema.

Trama di “Final Destination: Bloodlines”

Stefani Lewis è una studentessa universitaria perseguitata da incubi ricorrenti e violenti che sembrano preannunciare la morte imminente dei suoi cari. Disperata, Stefani torna a casa dal college, convinta che solo una persona possa aiutarla a spezzare il ciclo mortale che minaccia la sua famiglia. Durante la sua ricerca, scopre che i suoi incubi non sono semplici sogni, ma una premonizione ereditata da sua nonna. Negli anni ’60, quest’ultima aveva previsto il crollo di un edificio e salvato un gruppo di persone, ingannando la Morte. Ora, la Morte è tornata per reclamare ciò che le spetta, e Stefani deve trovare un modo per sfuggire al suo ineluttabile destino.

Recensione di “Final Destination: Bloodlines”

Final Destination: Bloodlines, promette un tuffo nelle dinamiche che hanno reso iconico il primo film. La saga, che conta nel 2025 sei pellicole, una decina di romanzi e due fumetti, ha costruito la sua fortuna sull’inquietante premessa di sfuggire al piano ineluttabile della Morte, un concetto che, dopo un esordio intrigante, ha progressivamente lasciato spazio a sequenze di eliminazioni sempre più elaborate e gore.

La pellicola tenta di riannodare i fili con le sue radici, suggerito dal sottotitolo e dall’introduzione di un legame familiare con un evento passato, la nonna della protagonista che ingannò la Morte negli anni ’60. Questa idea di esplorare più a fondo la “mitologia” della Morte e le sue logiche avrebbe potuto rappresentare un elemento di forte interesse per i fan di lunga data. Tuttavia, la narrazione fatica a capitalizzare pienamente questo potenziale. L’accenno a un possibile coinvolgimento di personaggi secondari nel disegno mortale rimane superficiale, ancorato a un oggetto ricorrente che funge più da mero espediente narrativo per collegare gli eventi.

Dove il film sembra trovare una sua identità è nella regia di Adam Stein e Zach Lipovsky, che, in sinergia con gli sceneggiatori di “Scream” (Guy Busick & Lori Evans Taylor), innestano un tono che oscilla tra l’horror classico e un’ironia metacinematografica tipica dello slasher. L’approccio meno serioso si traduce in sequenze di morte che, pur non introducendo elementi di novità radicali nel franchise, risultano spesso creative e visivamente d’impatto. Nonostante ciò, però, la pellicola non riesce a discostarsi significativamente dalla formula consolidata dei suoi predecessori.

Il cast giovane, guidato da Kaitlyn Santa Juana e Teo Briones, pur non demeritando, fatica a lasciare un segno memorabile, forse a causa di personaggi non sempre incisivi. L’eccezione è rappresentata da Richard Harmon, che spicca nel ruolo del cugino della protagonista. Gradito, seppur non centrale, il ritorno di Tony Todd, la cui presenza iconica è sempre un valore aggiunto per i fan della serie.

Tecnicamente, il film presenta alti e bassi. Se da un lato alcune sequenze beneficiano di un montaggio dinamico e ben orchestrato, dall’altro la qualità degli effetti speciali non è sempre all’altezza, con alcune scene in cui la CGI risulta fin troppo evidente. Un plauso, invece, va alla colonna sonora. Le scelte musicali si rivelano particolarmente azzeccate, accompagnando e sottolineando efficacemente le scene, contribuendo a creare e mantenere un buon ritmo narrativo.

In conclusione

Final Destination: Bloodlines si presenta come un tentativo di ritorno alle origini che, pur seminando spunti interessanti, non riesce a svilupparli appieno. Il film offre le consuete dosi di tensione e morti creative, strizzando l’occhio al passato, ma senza apportare significative novità a un franchise che inizia a mostrare qualche segno di stanchezza. Per i fan irriducibili, potrebbe rappresentare un piacevole ritorno a dinamiche familiari, ma per chi cerca qualcosa di realmente nuovo, Final Destination: Bloodlines rischia di rimanere un capitolo derivativo.

Note positive

  • Montaggio
  • Tentativo di connessioni con il primo film
  • Colonna sonora

Note negative

  • Sceneggiatura che non porta niente di innovativo
  • CGI non sempre performante

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Tatiana Coquio
Tatiana Coquio

Amo alla follia la settima arte, la sceneggiatura è ciò che mi interessa di più in un film, tanto da aver fatto degli studi in merito.
Star Wars fan da una vita e serie TV addicted.
Lettrice e scrittrice compulsiva, sempre pronta ad appuntare note e pensieri un po' ovunque, quando posso viaggio per il mondo accompagnata dal mio fido ipod e una colonna sonora a tema.