Gli infedeli (2020): Una commedia scialba

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Locandina Gli infedeli (2020) netflix

Gli Infedeli

Titolo originale: Gli infedeli
Anno: 2020
Paese: Italia
Genere: Commedia
Produzione; Nicola Giuliano, Viola Prestieri, Riccardo Scamarcio, Gennaro Formisano, Rocco Messere
Distribuzione: 01 Distribution, Netflix
Durata: 88 min
Regia: Stefano Mordini
Sceneggiatura: Filippo Bologna, Stefano Mordini, Riccardo Scamarcio
Fotografia: Luigi Martinucci
Montaggio: Massimo Fiocchi
Attori: Riccardo Scamarcio, Laura CHiatti, Valerio Mastandrea, Valentina Cervi, Massimiliano Gallo

Trailer ufficiale di Gli Infedeli

Recensione de Gli Infedeli

Gli infedeli è il remake dell’omonima pellicola francese uscita nel 2012 che ha per protagonisti due famosissimi attori francesi quali Jean Dujardin, vincitore del premio Oscar come migliore attore nel 2012 per The Artist, e Gilles Lellouche. In Italia sono stati scelti Mastandrea e Scamarcio per ricoprire i ruoli principali nelle sei storie che compongono la pellicola, ma le loro prove attoriali non bastano a salvare un film mediocre a cui manca il guizzo di genialità.

Trama de Gli Infedeli

Il film è composto da sette storie auto conclusive, ognuna tratta un aspetto diverso dell’infedeltà, sia generale che coniugale. Nella prima storia una moglie in partenza per le Maldive con il proprio marito, cerca il modo di scoprire i tradimenti di quest’ultimo. Nella seconda storia, Mastandrea e Scamarcio danno vita a una discussione a tavola sugli amanti, andando a riprendere un po’ l’atmosfera di “Perfetti Sconosciuti”. Nella terza storia Valerio Mastandrea e Valentina Cervi interpretano una coppia alle prese con confessioni e litigi dovute ai tradimenti. Nella quarta, il protagonista è Scamarcio nel ruolo di un impiegato d’azienda alla ricerca di una notte di avventure sessuali, risultando però ridicolo nei suoi tentativi. Nella quinta storia torna Mastandrea al comando, con al suo fianco Marina Foïs, nel ruolo di un impiegato che passa le serate in un locale a luci rosse fingendo invece di seguire le partite della propria squadra del cuore. Nella sesta storia i protagonisti sono Scamarcio e Laura Chiatti, i due danno vita a una coppia in cui lei fa di tutto per smascherare i tradimenti di lui, molto particolare il finale. Nella settima e ultima storia, Mastandrea, Scamarcio eMassimiliano Gallo danno vita a un trio di uomini stereotipati in un ristorante alle prese con chiacchiere futili.

Analisi de Gli infedeli

I presupposti del lungometraggio sono buoni: l’originale francese è stato un successo, gli attori scelti per questo remake sono bravi e la sceneggiatura è stata affidata alle mani esperte di Filippo Bologna (Perfetti Sconosciuti), del regista Stefano Mordini e dello stesso Scamarcio, ma tutto ciò non basta. Le storie mancano di genialità risultando a tratti demenziali e piene di cliché. Si cerca costantemente di scaturire nello spettatore la risata tragicomica della commedia all’italiana, ma di comico c’è poco. Il montaggio sia delle singole storie che dell’intero film è confusionario, fanno sentire sempre fuori luogo lo spettatore che non riesce in alcun modo a empatizzare con uno qualsiasi dei vari protagonisti. Le interpretazioni sono positive, alcuni de personaggi sembrano essere stati cuciti addosso a Mastandrea e Scamarcio, ho trovato convincenti anche Laura Chiatti e
Marina Foïs nei rispettivi ruoli.

Tanti, troppi aspetti negativi per un film con delle buonissime premesse. La sceneggiatura è la rovina di questo film, la regia è totalmente anonima, senza spunti di alcun genere. Peccato perché le prove dei singoli attori sono state buone, in particolare i due protagonisti Scamarcio e Mastandrea, con quest’ultimo che rappresenta ormai una certezza del cinema italiano. Le uniche
cose che mi sento di salvare sono la quinta e la sesta storia, riescono a coinvolgere lo spettatore e i rispettivi finali, per quanto prevedibili, riescono ad interrompere la soporifera monotonia di tutte le altre storie.

Note positive

  • Gli attori

Note negative

  • Assenza di emozione
  • Mancanza di originalità nella scrittura e nella regia
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