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Ai Confini del Male
Titolo originale: Ai Confini del Male
Anno: 2021
Paese: Italia
Genere: Thriller
Produzione: Italian International Film, Gruppo Lucisano, Vision Distribution
Distribuzione: Sky Italia
Durata: 107 minuti
Regia: Vincenzo Alfieri
Sceneggiatura: Vincenzo Alfieri, Fabrizio Bettelli, Giorgio Glaviano
Fotografia: Davide Manca
Montaggio: Vincenzo Alfieri
Musiche: Andrea Bellucci
Attori: Edoardo Pesce, Massimo Popolizio, Chiara Bassermann, Roberta Caronia, Luka Zunic, Nicola Rignanese, Paolo Mazzarelli, Mihaela Dorlan
“Ai confini del male” è il nuovo thriller Sky original, diretto da Vincenzo Alfieri (tratto dal romanzo “Il confine” di Giorgio Glaviano). Il film sarà disponibile in prima tv il 1° novembre su Sky Cinema e in streaming su NOW.
Trama Ai Confini del Male
Uno sperduto paese al limite del bosco, un rave, due giovani scomparsi, l’incubo di
un mostro che torna dal passato. Indagano due carabinieri: Meda, uomo sconfitto
dalla vita e Rio, Capitano inflessibile e rigoroso.

Recensione Ai Confini del Male (2021)
Dirigere una pellicola non è mai semplice, può capitare che una buona idea iniziale non si traduca necessariamente in un buon film. Le componenti da gestire in una produzione cinematografica sono centinaia e può capitare molto spesso che un cattivo amalgama fra le varie parti renda il tutto inefficace (o peggio insapore). È questo il caso di “Ai confini del male“, l’idea alla base è chiara: raccontare due uomini molto diversi chiamati a indagare su un rapimento avvenuto in città. Il tenente Meda (Edoardo Pesce) e il capitano Rio (Massimo Popolizio) sono due uomini distrutti dalla vita, inadatti al confronto con l’altro.

Il rapimento del figlio di Rio, Luca (Luka Zunic) insieme a un altra ragazza, Adele (Mihaela Dorlan) dovrebbe scatenare, nelle intenzioni della pellicola, un conflitto fra i due uomini, divisi da modi diversi di vivere e d’indagare sul caso. Il problema è che questo conflitto, su cui dovrebbe reggersi il film, non emerge mai con chiarezza, la sceneggiatura è sin troppo debole e affastella una serie di cliché uno dietro l’altro in maniera fin troppo anonima mentre la regia tenta di rifarsi ai più alti modelli del genere prendendo spunto un po ovunque (Seven su tutti), senza riuscire a distinguersi per nulla in particolare.

L’idea di ambientare il tutto in boschi tetri potrebbe risultare interessante ma di thriller ambientati nei boschi ne abbiamo visti sin troppi. Ciò che invece funziona sono le interpretazioni di Pesce e Popolizio, i due attori sono alquanto navigati e riescono a conferire un minimo di “gravitas” ai due protagonisti, arrivando laddove non arriva la sceneggiatura. Il problema è che il materiale con cui lavorare non è dei migliori, battute banali e caratterizzazione poco approfondita non consentono di provare particolare interesse per le vicende di personaggi che appaiono quasi macchiettistici.
“Ai confini del male” è un film che purtroppo presenta i classici difetti di molte produzioni italiane di genere odierne. Una regia e una sceneggiatura troppo annoiate e piene di cliché non riescono a tenere alta l’attenzione su un film il cui vero punto di luce sono le due interpretazioni principali.
Note positive
- Le interpretazioni di Edoardo Pesce e Massimo Popolizio restituiscono forza ai due personaggi.
- L’impianto generale della messa in scena e della gestione delle singole scene, per quanto già visto, risulta funzionale al racconto
Note negative
- La sceneggiatura non riesce a elevare il materiale narrativo.
- La regia, sin troppo statica, presente pochi guizzi.
- Per tutta la durata della vicenda si fa eccessivo ricorso a clichè narrativi tipici del genere che tendono a banalizzare e insipidire la vicenda.