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Giorni di tuono
Titolo originale: Days of Thunder
Anno: 1990
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Sportivo / Azione / Sentimentale
Produzione: Paramount Pictures, Jerry Bruckheimer Films
Prodotto da: Don Simpson, Jerry Bruckheimer
Durata: 1 hr 48 min (108 min)
Regia: Tony Scott
Sceneggiatura: Robert Towne, Tom Cruise (non accreditato)
Fotografia: Ward Russell
Montaggio: Billy Weber, Chris Lebenzon
Musiche: Hans Zimmer
Attori: Tom Cruise, Robert Duvall, Randy Quaid, Michael Rooker, Nicole Kidman, Cary Elwes, John C. Reilly
Trama di Giorni di Tuono
Ti monterò il motore più in basso possibile, e avrai la coppa dell’olio disegnata dal vento, sì… Questo ti darà parecchi cavalli in più. Ti costruirò un serbatoio che conterrà un gallone in più di benzina, ti abbasserò di mezzo pollice e ti darò la forma di un proiettile. E quando ti avremo dipinta ti faremo il pieno, e sarai pronta per entrare in pista… Capito? Sarai perfetta!
CIT. HARRY HOGGE (ROBERT DUVALL)
L’ambizioso rivenditore di Chevrolet Tim Daland (Randy Quaid) decide di competere nel National Association for Stock Car Auto Racing, il più grande campionato di automobilismo d’America. Per farlo, ingaggia il navigato costruttore di bolidi da corsa Harry Hogge (Robert Duvall) e la giovane promessa Cole Trickle (Tom Cruise), uno spavaldo e ambizioso pilota.
Rivaleggiando con il rude Rowdy Burns (Michael Rooker), Cole guadagna sempre più successo. Almeno finché un catastrofico incidente non rischia di mettergli al tappeto la corriera. Preso in cura dalla dottoressa Claire Lewicki (Nicole Kidman), l’asso del volante se ne innamora venendo ricambiato, e in vista del ritorno sulla pista dovrà fare i conti con i propri lati oscuri e i fantasmi del passato.
Recensione di Giorni di tuono
Claire, mi spaventa di più essere una nullità, dell’idea di farmi male.
CIT. COLE TRICKLE (TOM CRUISE)
Da un’idea di Tom Cruise, soggettista e sceneggiatore (non accreditato) assieme al Robert Towne di Chinatown, Giorni di Tuono si inserisce senza forzature nell’idea cinematografica dei produttori Don Simpson e Jerry Bruckheimer, ovvero quella del blockbuster d’azione ad alto tasso di testosterone ma privo di reale sostanza contenutistica. Nel suo schema narrativo, il film ripropone la formula del precedente successo dei due filmmaker citati, l’iconico ma tutto sommato modesto Top Gun, con giusto qualche variazione di setting: il teatro degli “scontri” non sono più cieli azzurri ma traiettorie d’asfalto, i laccatissimi caccia da guerra vengono sostituiti da velocissime auto da corsa dagli sgargianti color fluo. Di Top Gun rimane invece il condimento a base di storia d’amore, rivalità, agonismo, e una spruzzata di (più o meno rozza) retorica in stile american dream per accontentare sia il pubblico più machista che quello più incline al sentimentalismo.
A dirigere troviamo un discreto mestierante come Tony Scott, fratello minore di Ridley, regista dello stesso Top Gun e sorta di simbolo per determinati ammiratori dell’azione muscolare anni Ottanta che, dopo aver tentato alcune fallimentari virate più autoriali, ha consacrato sé stesso alla sicurezza delle grandi operazioni commerciali hollywoodiane.
Sulle note dell’enfatica colonna sonora di Hans Zimmer, Giorni di tuono si sviluppa su un percorso lineare e didascalico di rivalità e passaggi sentimentali, fin troppo ingabbiato nel ventre di un’idea di cinema anni Ottanta, troppo tronfia e vuota per colpire davvero il pubblico odierno. Dallo sceneggiatore di Chinatown era lecito aspettarsi qualcosa di più di un compitino svogliato e con il pilota automatico, perché non vi sono né una costruzione convincente dei personaggi (perlopiù macchiette o figurine stereotipiche) né un intreccio che punti sul pathos degli eventi. Tutto scorre nella più basica prevedibilità, puntando esclusivamente sull’effetto spettacolare di un intrattenimento disimpegnato ai massimi livelli.
Certo, il mestiere di Tony Scott è solido al punto giusto nella resa dinamica e adrenalinica delle gare, ma ciò non basta a supportare un impianto narrativo risibile tanto quanto la recitazione. Con l’eccezione del sempre immenso Robert Duvall (forse l’unica figura meglio tratteggiata dalla sceneggiatura), non vi è una sola prova d’attore che buchi lo schermo. Sorretto dal prestante protagonismo del più tipico personaggio bigger-than-life di Tom Cruise, il film annovera pure l’australiana Nicole Kidman nella sua prima (accessoria) apparizione hollywoodiana, che proprio con questo film vedrà sbocciare il suo decennale amore per il divo di Mission Impossible, culminante nel capolavoro (quello sì) Eyes Wide Shut.
Note positive
- Il mestiere robusto di Tony Scott.
- L’adrenalinica colonna sonora.
- Robert Duvall.
Note negative
- La banalità della sceneggiatura.
- L’assenza di caratterizzazione dei personaggi.
- La mancanza di reale pathos.