Giotto e il Sogno del Rinascimento (2023). Portare avanti una tesi

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Trailer di Giotto e il Sogno del Rinascimento

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Francesco Invernizzi, noto produttore e regista, si è sempre distinto come appassionato sostenitore dell’arte, portandola sul grande schermo attraverso documentari che esplorano le meraviglie artistiche non solo in Italia ma anche oltre confine. Tra le sue produzioni figurano lungometraggi documentaristici come “Bernini” (2018), “Wunderkammer – Le stanze della meraviglia” (2019), “Canova” (2019) e “Michelangelo – Infinito” (2017), oltre alla miniserie “Leonardo, l’uomo che anticipò il futuro” (2020). Inoltre, ha prodotto documentari come “Musei Vaticani 3D” (2014) e “Leonardo – Cinquecento” (2019), solo per citarne alcuni. Nel 2023, dopo essere stato premiato al Lucca Film Festival, Invernizzi ha portato al cinema il documentario d’arte “Giotto e il Sogno del Rinascimento“, prodotto e diretto da lui e sceneggiato da Matteo Strukul, vincitore del Premio Bancarella 2017 con il romanzo “I Medici”, in collaborazione con Silvia Gorgi. Il film è una produzione di Magnitudo Film in collaborazione con Nord – Est Boulevard e Redstring, e arriva al cinema dal 6 novembre 2023.

Trama di Giotto e il Sogno del Rinascimento

Il documentario esplora lo sviluppo della pittura trecentesca veneta, focalizzandosi sull’arrivo di Giotto a Padova nel 1302. In un’epoca in cui le grandi Signorie e le Repubbliche Marinare dominavano l’Italia, gli artisti venivano chiamati dai potenti per decorare palazzi e chiese, testimonianza della loro influenza. Giotto, invitato dai frati minori della Basilica di Sant’Antonio, giunse a Padova contribuendo a trasformarla in un centro culturale e artistico di risonanza europea. Il documentario analizza il contesto cosmopolita dei Carraresi, una famiglia in contrasto con la Repubblica Serenissima di Venezia, e le relazioni con le corti europee. Padova divenne il fulcro del pensiero e dell’arte pittorica, attirando personaggi illustri come Petrarca e, nel Quattrocento, Leon Battista Alberti, Cosimo de’ Medici, Donatello e Paolo Uccello, anticipando di fatto il Rinascimento.

Fotogramma di Giotto e il Sogno del Rinascimento
Fotogramma di Giotto e il Sogno del Rinascimento

Note di regia

Francesco Invernizzi

Era molto tempo che desideravo iscrivere il nome di Giotto tra le più rigorose produzioni documentaristiche contemporanee. La struttura narrativa e il rigore delle immagini valorizzano al massimo il patrimonio pittorico contenuto in scrigni di assoluta bellezza come la Cappella degli Scrovegni, l’Oratorio di San Giorgio, la Cappella di San Giacomo al Santo, il Palazzo della Ragione. Ho voluto da un lato esaltare la visione della sua arte grazie all’utilizzo di macchine 8K e della luce naturale, dall’altro rispettare e assecondare la bellezza mozzafiato delle gigantesche superfici mirabilmente affrescate, la lucentezza di colori, la disposizione coreografica stupefacente delle figure concepite da Giotto, Altichiero da Zevio, Guariento d’Arpo, Giusto de’ Menabuoi, solo percitare alcuni degli artisti. Ne ho tratto un racconto corale, che celebra figurec entrali della storia dell’arte e anche della letteratura-grazie al mecenatismo della dinastia Carrarese – quali Giotto, il pittore che rivoluzionò la pittura afresco con la propria narrazione figurativa a dir poco mozzafiato, Francesco Petrarca genio della poesia che a Padova trovò il proprio porto sicuro, Giovanni Pisano, maestro della scultura e innovatore della statualistica classica, Pietro d’Abano filosofo, medico, astrologo e negromante in odore di eresia. Grazie alla collaborazione autorale con Matteo Strukul e Silvia Gorgi ho potuto imboccare affascinanti digressioni artistiche immergendole in raffinatericostruzioni storiche. Le linee narrative avvincenti si fondono in una miscelavisiva fuori dall’ordinario perchè capace di garantire un coinvolgimento intimo ed emotivo nel medioevo trecentesco: un’autentica esperienza immersiva nella bellezza dell’Arte e della Storia padovana, veneta e italiana per me e, spero, per chi vorrà incontrare al cinema un Giotto come mai mostrato prima.

Recensione di Giotto e il Sogno del Rinascimento

In ogni documentario che si rispetti, una solida tesi narrativa è essenziale per guidare lo spettatore e convincerlo della validità dell’affermazione iniziale. Nel suo lavoro “Giotto e il Sogno del Rinascimento,” Francesco Invernizzi adotta questa pratica con maestria. Egli inizia il suo racconto audiovisivo con una riflessione e un’idea chiave, supportata da interviste a esperti d’arte del calibro di Rita Deiana, Zuleika Murat, Andrea Colasio, Silvia Gorgi e Matteo Strukul. Questi esperti offrono una prospettiva accademica e dettagliata, utilizzando un linguaggio sofisticato, per esplorare il mondo culturale padovano del XIV secolo. Invernizzi pone al centro della narrazione una tesi affascinante: è possibile che, nel 1300, Padova fosse già in procinto di entrare nel Rinascimento, non solo dal punto di vista culturale ma anche artistico e politico? Oppure ci troviamo ancora nelle fasi iniziali del Basso Medioevo, un periodo spesso erroneamente considerato un’epoca di decadimento artistico e culturale?

Per rispondere a questa intrigante domanda, l’autore del documentario inizia la sua narrazione proprio all’epoca del 1300, quando uno dei più influenti pittori della storia dell’arte, Giotto di Bondone (Colle di Vespignano-Vicchio, 1267 circa – Firenze, 8 gennaio 1337), arriva a Padova nel 1303. Giotto si stabilisce in questa città veneta per almeno tre anni, dal 1303 al 1305, per realizzare gli affreschi della Cappella degli Scrovegni su commissione di Enrico degli Scrovegni. Giotto introduce innovazioni artistiche dal sapore rinascimentale all’interno della Cappella. Gli esperti intervistati si concentrano con grande enfasi su opere d’arte cruciali all’interno della Cappella, come il “Giudizio Universale,” che rappresenta sia la grandezza dei cieli che la brutalità dell’Inferno. Questo dipinto crea una connessione, quasi simbolica, tra Giotto e Dante Alighieri, entrambi concittadini fiorentini. L’opera agli occhi di oggi ci appare rivoluzionaria, possedendo in sé una crudezza atipica per l’epoca, in cui sono visibili corpi nudi di uomini e donne massacrate e torturate brutalmente dai demoni. L’autore non nasconde nemmeno le parti intimi degli uomini e delle donne negli inferi mostrando tutta la crudeltà delle torture che si ritrovano a soffrire, nel segno proprio della Divina Commedia di Dante Alighieri. Quest’opera inoltre mostra come Giotto stesse riflettendo e ricercando una concettualizzazione della profondità visiva, tentando di rendere visibili le tridimensionalità della realtà. Il documentario si focalizza intensamente su questo tentativo di rappresentare la terza dimensione su una superficie piana, iniziato da Giotto e poi trasmesso a numerosi artisti che hanno studiato i suoi lavori, diventando quasi suoi allievi, andando a riprendere svariati elementi stilistici (come il cerchio) da Giotto per poi riproporli in maniera nuova e originale, evolvendo ciò che il pittore del Mugello aveva iniziato nel 1300. Il documentario inoltre mette in evidenzia il loro di Giotto riguardo l’emotività dei suoi personaggi, donando una componente terrena a personaggi “divini”, creando un’unione importante tra sacro e profano. I suoi Gesù, le sue Marie e i suoi personaggi raffigurati hanno un lato profondamente terreno, apparendoci umani venendo spogliati da quella componente divina e spirituali che il Medioevo gli aveva donato. I personaggi raffigurati da Giotto sono simili a noi uomini, parlandoci delle nostre emozioni, non a caso Giotto ha realizzato il primo bacio della storia dell’arte.

Non solo Giotto

Il documentario “Giotto e il Sogno del Rinascimento” offre uno sguardo coinvolgente sul vibrante contesto culturale di Padova nel XIV secolo. Sebbene il titolo faccia riferimento a Giotto di Bondone, l’autore Francesco Invernizzi va oltre la figura dell’artista, esplorando le dinamiche sociali, culturali e politiche della città nel periodo compreso tra il 1300 e il 1400. Il documentario presenta una prospettiva illuminante sull’importanza di Giotto all’interno di questo contesto, mostrando come l’artista abbia contribuito a definire il Rinascimento a Padova. Difatti, la pellicola invece di concentrarsi esclusivamente sulla vita di Giotto, lo ritrae come parte integrante di un panorama culturale più ampio, in cui gli artisti e i committenti collaboravano per creare un ambiente culturale ricco e stimolante.

Giotto e il Sogno del Rinascimento” è il racconto di Padova, da 1300 al 1400, di questa città fiorente che ha saputo uscire, prima delle altre, dal periodo “medievale” per raggiungere quello rinascimentale e dell’umanesimo a livello culturale. Il regista e gli sceneggiatori iniziano il racconto con la figura di Giotto per poi raccontarci altri artisti che sono transitati da questa città fiorente del Veneto, come Petrarca, il tutto però in funzione alla narrazione della storia politica – culturale della città. Il film erge a protagonista indistinta Padova e le sue bellezze artistiche che ci vengono riprese e mostrate con una meravigliosa fotografia capace di farci innamorare di questa città. Il lungometraggio è dunque un viaggio dentro la società padovana e degli uomini che detenevano il potere economico e culturale di quegli anni, come la famiglia Scrovegni e in seguito la misteriosa famiglia dei Carraresi che ha governato la città fino alla sua caduta nelle mani di Venezia, avvenuta nel 1400. Interessante è come la pellicola ci racconti il ruolo di questi “potenti” all’interno di questo panorama culturale. Gli uomini e le donne facoltose di questi anni commissionano progetti e opere artistiche con uno scopo meramente propagandistico e di potere. L’arte li può aiutare a conquistare a livello simbolico una maggior forza e una maggior presenza all’interno della cittadina. Interessante in questo senso l’esempio mostratoci sulla creazione de la Cappella degli Scrovegni, realizzata da Enrico Scrovegni, non tanto per motivi religiosi o artistici, ma per realizzare un opera autocelebrativa in grado di mostrare e di dichiarare al mondo la sua potenza e la sua ricchezza, il tutto finalizzato ad aumentare il proprio peso all’interno degli organi di potere di quella società. In questi anni a Padova gli artisti devono imparare a scontrarsi con i desideri dei loro committenti. Le opere che realizzano sono per loro e devono farsi portatrici di un determinato messaggio, di quelle ideologie e di quelle propagande che il committente desidera e vuole. 

Interessante risulta essere anche l’approfondimento storico riguardo la famiglia dei Carraresi e il loro scontro con Venezia ma va asserito che questa parte storica risulta narrata in maniera poco approfondita, a causa degli storici intervistati che sembrano dare per scontato molti elementi che un pubblico più generalista e non conoscitore della storia padovana artistica non sa, dando la sensazione che questo lungometraggio sia realizzato per uno spettatore che ha già una buona padronanza storica sulla pittura e sulla storia politica di Padova.

Frame di Giotto e il Sogno del Rinascimento
Frame di Giotto e il Sogno del Rinascimento

In conclusione

“Giotto e il Sogno del Rinascimento” offre una prospettiva intrigante sulla transizione di Padova dal Medioevo al Rinascimento, focalizzandosi sulla figura di Giotto di Bondone e il suo impatto artistico. Le interviste con esperti forniscono un’analisi approfondita delle opere d’arte e del contesto storico, mentre l’esplorazione del contesto sociale e politico arricchisce la narrazione. Tuttavia, una maggiore semplificazione dei concetti avrebbe reso il documentario più accessibile a un pubblico più ampio. Inoltre, alcune parti della storia politica sembrano essere trattate in modo superficiale, perdendo l’opportunità di approfondire ulteriormente il contesto storico. Nel complesso, il documentario offre uno sguardo avvincente e approfondito sulla storia artistica e culturale di Padova nel XIV secolo.

Note positive

  • Tesi Chiara e Intrigante: Il documentario presenta una tesi chiara e affascinante riguardo alla transizione di Padova dal Basso Medioevo al Rinascimento, focalizzandosi sulla figura di Giotto di Bondone e le sue innovazioni artistiche.
  • Interviste Accademiche: Le interviste con esperti d’arte forniscono una prospettiva accademica e dettagliata, arricchendo il racconto con analisi approfondite e contestualizzate sulle opere d’arte e il contesto storico-culturale.
  • Esplorazione del Contesto Sociale e Politico: Il documentario va oltre la figura di Giotto, esplorando le dinamiche sociali, culturali e politiche di Padova nel XIV secolo. Questo approccio offre una visione più completa e articolata del contesto in cui l’arte del Rinascimento si è sviluppata.
  • Fotografia e Immagini Coinvolgenti: Le immagini e la fotografia utilizzate nel documentario sono coinvolgenti, mostrando dettagli delle opere d’arte e della città che catturano l’attenzione dello spettatore.

Note negative

  • Accessibilità per il Pubblico Generale: Alcune parti del documentario potrebbero risultare complesse per gli spettatori non esperti di storia dell’arte o della città di Padova. Un maggiore sforzo nella semplificazione dei concetti avrebbe reso il documentario più accessibile a un pubblico più ampio.
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