“Giù la Testa” il sesto e penultimo film diretto dal maestro Sergio Leone

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giù la testa recensione

Giù la testa

Titolo originale: Giù la testa

Anno: 1971

Paese di produzione: Italia, Spagna, Stati Uniti d’America

Casa di Produzione: Rafran Cinematografica, Euro International Films

Distribuzione: Euro International Films

Durata: 2 hr e 23 (157 min)

Genere: Western

Regia: Sergio Leone

Sceneggiatura: Sergio Leone, Luciano Vincenzoni, , Sergio Donati

Fotografia: Giuseppe Ruzzolini

Montaggio: Nino Baragli

Musica: Ennio Morricone

Attori principali: Rod Steiger,James Coburn: John H,Romolo Valli

Trailer inglese di Giù la testa

Trama di Giù la Testa

1913, nel New Messino un losco rapinatore di banche cerca di convincere un esperto nel campo di esplosivi dell’IRA ad aiutarlo nell’impresa di una rapina bancaria. Il tutto all’interno degli eventi riguardanti la Rivoluzione Messicana che entrerà in maniera preponderante dentro le loro vite.

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Sean (James Coburn) durante una delle sue prime apparizioni nel film

Recensione e trama estesa di Giù la Testa

A Rod Steiger viene affidato il ruolo di Juan Miranda, il bandito messicano che, nella sua ignoranza, pensa che frequentando gli ambienti della rivoluzione si possano fare un sacco di soldi. A James Coburn viene affidato il ruolo di Sean Mallory, motociclista esperto di esplosivi e rivoluzionario dell’Esercito Repubblicano Irlandese

Siamo nel New Messico 1913. Juan Miranda (Rod Steiger), un peone messicano che è a capo di un gruppo di banditi composto dall’anziano padre, dai suoi sei figli e da altri membri della famiglia, è in viaggio su una diligenza che viene assaltata e rapinata dai suoi sgherri. Sulla diligenza ci sono ricchi borghesi che esprimono il loro odio nei confronti dei messicani, ritenuti dei barbari, bestie, animali. Ciò che sorprende a livello tecnico e sonoro è che vengono inquadrati in una serie di dettagli, le bocche dei borghesi mentre si ingozzano di cibi pregiati e continuano a ripetere frasi razziste nei confronti dei peones. Leone amplifica tutto ciò con il sonoro creando una sorta di eco alle parole dette dai borghesi, come se si accumulassero nella mente di Miranda fino a scoppiare. Dopo aver saccheggiato la diligenza, Miranda abusa sessualmente della donna presente sulla diligenza.

Poco dopo il gruppo viene sorpreso dal fragore di alcune esplosioni: dai fumi e dalle polveri appare un eccentrico motociclista, John Mallory, esperto dinamitardo, rivoluzionario dell’IRA e futuro “socio” di Miranda interpretato da James Harrison Coburn III.

Miranda vede subito in lui, e nelle sue abilità nell’utilizzo degli esplosivi, il mezzo perfetto per penetrare nei sotterranei della Banca di “Mesa Verde”, suo sogno fin da quando era bambino.

Juan gli propone di lavorare insieme per colpire la banca, ma John rifiuta, perché lavora per Aschenbach, il proprietario di una miniera nelle vicinanze. Per convincere John a unirsi a lui, Juan riesce a far sì che John uccida Aschenbach e un capitano dell’esercito a lui vicino mentre i due sono all’interno di una chiesa che viene fatta esplodere. John illude Juan di proseguire con lui, ma alla prima occasione utile fugge.

Juan e i suoi figli si recano a Mesa Verde. Sul treno incontrano un personaggio, la cui identità verrà precisata oltre nel corso del film, che lo aiuta a eliminare due poliziotti che lo avevano riconosciuto: si tratta del dottor Villega, a capo della piccola banda di rivoluzionari di Mesa Verde. Arrivato al paese Juan osserva i primi segni del profondo cambiamento che il paese ha subito: la banca fuori non risplende d’oro e in ogni luogo ci sono piccoli manipoli di soldati che marciano o fucilano i rivoluzionari; su tutti i muri si possono leggere i manifesti del governatore Jaime: “El Sr. Gobernador ama al pueblo.

El pueblo ama al Sr. Gobernador” (Il sig. Governatore ama il popolo. Il popolo ama il sig. Governatore).

Giù la testa

Al bar che si trova di fronte alla banca ritrova John, che lo stava aspettando per portarlo a una riunione dei rivoluzionari, in cui Villega spiega agli uomini l’obiettivo della successiva missione: sferrare vari attacchi in tutto il paese per permettere a Pancho Villa ed Emiliano Zapata di attuare il loro piano. John sceglie di occuparsi della banca e vuole Juan come aiutante. Juan, entusiasta, partecipa attivamente, per poi scoprire che i sotterranei della banca non ospitano tesori, ma una prigione temporanea ricolma di contadini e di qualche politico.

Giù la testa primo piano
Sean (James Coburn) durante una delle sue prime apparizioni in Giù la testa

Dopo essere diventato un eroe ed essere stato acclamato dalla folla, Juan si sposta con tutti i rivoluzionari in un campo lontano dalla città dove si stanno preparando per attaccare un ponte da cui suppongono che possano transitare le truppe del dittatore Huerta. Nonostante l’ordine fosse di ritirarsi alle grotte, John decide di accamparsi vicino al ponte per sterminare le truppe del colonnello Günther Reza. Con lui rimane solo Juan.

John e Villega si offrono di preparare la locomotiva allo scontro e all’imminente salto per salvarsi la vita dall’impatto;

Il fischio, la voce di Edda Dell’Orso, il cantato di “Sean-Sean”: tutto si trasforma in leggenda grazie alle idee sonore di Ennio Morricone. Il tema di “Giù la testa” diventa un must della musica italiana tanto che persino Claudio Baglioni ne interpreterà una sua personalissima versione. Leone inoltre gira i flashback di John Mallory Coburn senza dialoghi. C’è solo la musica che riempie la scena che (davvero sostituisce i dialoghi).

A tratti è come se gli stessi personaggi potessero comunicare ma anche ascoltare la colonna sonora. “Il flashback frammentato”, usato come scelta stilistica e narrativa, è ancora un elemento molto importante anche all’interno di Giù la testa divenendo in futuro anche la chiave narrativa per il cult- movie di Leone, ovvero C’era una volta in America.

La donna presente nei flashback di Sean a livello simbolico rappresenta la rivoluzione, tutti bramano di abbracciarla. Sergio Leone crea un film spettacolare con personaggi carismatici, con una tecnica tipica dei suoi film più noti (tempi dilatati, numerosi dettagli, primissimi piani).

Con Giù La Testa, Sergio Leone inoltre vinse il David di Donatello per la migliore regia. Una curiosità legata al film, Leone contrario per la scelta di Steiger fu costretto dai produttori nell’ingaggiarlo perché sia Steiger che Coburn accettano di girare il film tanto da essere disposti a ridursi la cifra dell’ingaggio addirittura di un terzo rispetto alla loro quotazione e a seguire gli insegnamenti del regista

“Quando ho cominciato a usare la dinamite, allora credevo anch’io in tante cose… in tutte, e ho finito per credere solo nella dinamite.”

(Sean)

Note positive

  • Regia
  • Una buona sceneggiatura
  • Recitazione ottima
  • Colonna sonora notevole

Note negative

  • Personaggi secondari poco caratterizzati e poco approfonditi
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