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Joy
Titolo originale: Joy
Anno: 2015
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: drammatico
Produzione: Davis Entertainment
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 124 min.
Regia: David O. Russell
Sceneggiatura: David O. Russell, Annie Mumolo
Fotografia: Linus Sandgren
Montaggio: Alan Baumgarten, Tom Cross, Christopher Tellefsen, Jay Lash Cassidy
Musiche: West Dylan Thordson, David Campbell
Attori: Jennifer Lawrence, Bradley Cooper, Robert De Niro, Elisabeth Rohm, Edgar Ramirez, Virginia Madsen, Diane Ladd, Jimmy Jean-Louis, Isabella Rossellini, Dascha Polanco, Susan Lucci, Ken Howard, Laura Wright, Maurice Benard, Donna Mills, Drena De Niro, Marianne Leone, Erica McDermott
L’acclamato regista e sceneggiatore statunitense David O. Russell (The Fighter, 2010; Il lato positivo – Silver Linings Playbook, 2012; American Hustle – L’apparenza inganna, 2013), candidato a 5 Premi Oscar e vincitore del Premio BAFTA (nel 2014 per la migliore sceneggiatura originale di American Hustle), dirige un film basato sulla storica impresa di Joy Mangano (anche descritta nell’autobiografia Inventing Joy, 2017), una donna che è diventata il simbolo dell’American Dream. Nel cast figurano attori che hanno già condiviso il set con Russell, come Jennifer Lawrence (vincitrice del Golden Globe proprio per Joy), Robert De Niro e Bradley Cooper.
Trama di Joy
Joy Mangano (Jennifer Lawrence) è una giovane creativa con l’aspirazione d’inventare qualcosa capace di rivoluzionare la vita quotidiana. Sin da piccola si cimenta nel disegno e nell’assemblaggio, ma un divorzio e due figli da crescere la conducono a lavorare come assistente di terra per una compagnia aerea, limitando le sue aspettative per il futuro. L’unica che crede ancora in un suo successo è la nonna Mimi (Diane Ladd), che condivide la casa insieme alla mamma di Joy, Terry (Virginia Madsen), e all’ex marito della nipote, Tony Miranne (Edgar Ramirez). La svolta è però dietro l’angolo. Joy, per pura casualità, si cimenta nella creazione del Miracle Mop, uno speciale mocio molto più performante dei precedenti. La salita verso il successo, anche con l’aiuto di suo padre Rudy (Robert De Niro) e dell’imprenditore Neil Walker (Bradley Cooper) è così cominciata, ma diverse vicende rendono la “scalata” della Mangano sempre più difficile, mettendo a repentaglio l’intero progetto e facendola perfino dubitare di se stessa.

Recensione di Joy
La realizzazione di Joy rappresenta l’ennesima scommessa vincente di David O. Russell. Nonostante le (molte) difficoltà nel raccontare la storia della famiglia Mangano, insite in una possibile – e classica – trama da self-woman made, il regista nato a New York e la sceneggiatrice Annie Mumolo (Le amiche della sposa – Bridesmaids, 2011), anche grazie a ben quattro montatori cinematografici, riescono a realizzare un film in grado di evitare potenziali “cadute” e analizzare, sotto un nuovo profilo, la riuscita di una persona comune. Un merito senz’altro condiviso anche con Jennifer Lawrence (meritatamente vincitrice del Golden Globe), che riesce a interpretare Joy Mangano attraverso una recitazione capace di evidenziare ogni sfumatura caratteriale della giovane donna.

Perché il talento di Joy è riflettere su ciò che manca, progettare qualcosa che possa riempire un vuoto, e lavorare incessantemente per perfezionare proprio questa capacità. Ma è anche – e direi soprattutto – sapere reagire agli inevitabili sconforti della vita, che nel lungometraggio, per come sono descritti, rappresentano la vera nota positiva, così tale da rendere Joy uno dei migliori film di Russell. Questo viene esemplificato nella delusione che colpisce la protagonista in seguito alla avvilente presentazione del mocio Miracle Mop durante una televendita sul canale QVC, ma anche, più semplicemente, nell’impossibilità di collocare il prodotto in un negozio di quartiere, inaccessibile per la sua invenzione perché non supportata da un grande marchio. Tali difficoltà, inevitabili per tentare una “scalata” verso il successo partendo da una casetta a Long Island, vengono però affrontate da Russell senza cadere nei classici (e abusati) stereotipi del genere, sottolineando il dubbio che attanaglia Joy (servirà mai a qualcosa tutto questo?), sempre più frustrata per la non realizzazione dei suoi sogni. Ciò viene anche evidenziato dal comportamento del padre, interpretato dall’ormai habitué del ruolo Robert De Niro, convinto di aver permesso alla figlia di credere in qualcosa di impossibile, rimettendoci denaro e tempo.

Ma ecco il personaggio della nonna Mimi (Diane Ladd), la prima a credere nel talento della nipote e l’ultima ad ammettere la sconfitta. Una donna che è il contraltare della disinteressata Terry, appassionata di soap opera incapace di supportare la figlia. La Ladd riveste infatti un ruolo che è destinato a ricevere accuse (perfino dalla stessa nipote), restando tuttavia la persona più accumunabile a Joy. Il cui principale talento, perfettamente espresso nel film, consiste nel riuscire a ritrovare la grinta nei momenti più difficili, consapevole che il successo non è tanto per chi ha bravura, ma piuttosto per chi manifesta il coraggio di sfiorare il disastro e, nonostante tutto (e quasi tutti), trovare la speranza per continuare.

In conclusione
Note positive
- L’interpretazione di Jennifer Lawrence
- La capacità di sceneggiare un’autentica (e originale) corsa verso il successo
Note negative
- La ridotta parte di Bradley Cooper, potenzialmente in grado di incrementare lo spessore del film