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Il mio vicino Adolf
Titolo originale: My Neighbor Adolf
Anno: 2022
Nazione: Israele, Colombia, Polonia
Genere: Commedia, drammatico
Produzione: Juan Beltran, Julieta Biasotti, Tsachi Cohen
Distribuzione italiana: I Wonder Pictures
Durata: 1h36min
Regia: Leon Prudovsky
Sceneggiatura: Dmitry Malinsky, Leon Prudovsky
Fotografia: Radek Ladczuk
Montaggio: Hervé Schneid
Musiche: Carlos Arcila
Attori: David Hayman, Udo Kier, Danharry Colorado, Olivia Silhavy, Jan Szugajew
Il mio vicino Adolf, commedia irriverente del regista israeliano Leon Prudovsky, arriva in Italia grazie alla distribuzione di I Wonder Pictures e ci mostra come sia possibile andare incontro a un trauma, con un bel po’ di umorismo. Il film presentato al Locarno Film Festival nel 2022 esce al cinema il 4 Novembre 2022.
Trama de Il mio vicino Adolf
Nella Colombia rurale degli anni ’60, il signor Polsky conduce una vita solitaria in una casa diroccata lontana da tutto e da tutti. A fargli compagnia soltanto delle rose nere, ricordo della sua vita passata. Un giorno, il terreno confinante con la sua abitazione viene acquistato da un misterioso uomo che il protagonista si convince essere Adolf Hitler.

Recensione de Il mio vicino Adolf
La commedia di Leon Prudovsky, regista nato in Russia ma cresciuto in Israele, è un film che cerca in tutti i modi di parlare di un tema profondamente toccante in chiave umoristica con più di qualche passo falso. Le grandi interpretazioni di David Hayman e Ugo Kier non bastano a tenere in piedi un film che troppo spesso si lascia andare a rappresentazioni stereotipiche, una fra tutte il Sud America rurale degli anni ’60. L’indagine ostinata di un uomo che ha perso tutto nei campi di concentramento e che si aggrappa all’unica falsa speranza di smascherare l’uomo che ha reso misera la sua vita, spesso non rimane in equilibrio con il gioco dei bisticci tra vicini e da questo miscuglio ne esce un risultato ben più basso delle aspettative.
Ne Il mio vicino Adolf ho provato a raccontare una parabola chassidica con l’umorismo ironico, tragico e non convenzionale che caratterizzava il mondo ebraico prima dell’Olocausto. Una parabola che percorre il sottile confine tra dolore e ridicolo, realismo e assurdo, delicatezza acuta e sfrontatezza grottesca.
Leon Prudovsky
Le migliori scene del film sono quelle che vedono i protagonisti riflettere sulla propria vita davanti a una scacchiera, durante le quali Ugo Kier può mostrare il suo innegabile talento. I personaggi, seppur estremamente rabbiosi e sgradevoli, suscitano spesso compassione e simpatia e rendono la visione del film di Prudovsky piacevole. Tuttavia, una scrittura meno semplicistica avrebbe giovato a una tematica così delicata quanto complessa, anche se è doveroso ammettere che non è un’impresa facile e che spesso nella storia del cinema si è tentato di affrontare il trauma della perdita in chiave comica, non sempre con risultati soddisfacenti.

In conclusione
In conclusione, Il mio vicino Adolf è una commedia abbastanza divertente che da una parte fa riflettere su una tematica ancora oggi molto forte, ma dall’altra risulta un po’ stucchevole e in alcuni passaggi davvero semplicistica.
Note positive
- Recitazione
- Soggetto
- Ambientazione
Note negative
- Sceneggiatura