Gyeong-ah’s Daughter (2022). Il male del web

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Locandina di Gyeong-ah's Daughter

Gyeong-ah’s Daughter

Titolo originale: Gyeong-ah’s Daughter

Anno: 2022

Nazione: Corea del Sud

Genere: drammatico

Casa di produzione: Zoetrope

Distribuzione italiana:

Durata: 1h 57min

Regia: Jung-eun Kim

Sceneggiatura: Jung-eun Kim

Fotografia: Kim Jung-eun

Montaggio:

Musiche: Kim Ji-hae

Attori: Kim Jeong-yeong, Ha Yoon-kyung

Trailer di Gyeong-ah’s Daughter

Informazione sul film e dove vederlo in streaming

Kim Jung – Eun è una cineasta sudcoreana classe 1992 di Incheon entrata nel 2010 nel Dipartimento di Cinema della Yong In University, specializzandosi in regia cinematografica. Dopo aver raffinato le sue capacità in alcuni cortometraggi come This Town (2015) e Night Working (2017), realizza il suo primo lungometraggio Gyeong-ah’s Daughter (2022) presentato in diversi festival mondiale come il London Korea Film Festival 2022 (3-17 novembre) e in Italia al Florence Korea Film Festi 2023 che lo ha distribuito sia in sala il 31 Marzo al Cinema La Compagnia e in streaming su MyMovies One dal 31 al 8 Aprile 2023. Le due protagoniste femminili della pellicola sono Kim Jeong-yeong (Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera, 2003; Daleui Ddeuneun Gang, 2021; The Glory, 2022) e Ha Yoon-kyung (Seulgiroun Euisasaenghal, 2020; Sunbae, Geu Libseutik Bareujimayo, 2021;  Desert of No Return, 2017).

Trama di Gyeong-ah’s Daughter

Gyeong-Ah (Kim Jung-Young) è una donna di mezza età che vive da sola e lavora come badante. Ha una figlia, Yeon-Soo (Ha Yoon-Kyung), che ama profondamente ma che vede e sente molto meno di quando desidera, soprattutto da quando la figlia si è trasferita in un’altra città e ha iniziato un lavoro come insegnante, in una sorta di liceo sudcoreano. Un giorno, però, tutto cambia, quando riceve sul proprio telefono uno strano messaggio contenente un video hard privato – amatoriale, in cui è presente sua figlia compiere un atto sessuale – erotico, nei confronti di un giovane. Questo messaggio andrà a mettere in crisi la madre che, per la prima volta, si rende conto di non conoscere davvero la propria figlia.

Nel frattempo Yeon-Soo si trova avvolta dal dolore e dall’ansia. Il video hard non è stato inviato solo a sua madre ma anche ai suoi cari, ai suoi amici e sul web. Proprio il sapere che quel video ora si trova online e che tutti possono vederlo le causerà un contraccolpo psicologico, portandola a chiudersi sempre di più dentro di sé, cercando di evitare ogni tipo  di contatto con il mondo esterno, per timore che qualcheduno possa riconoscerla.  Yeon-Soo però non si tira indietro e decide di denunciare il suo ex-fidanzato alle forze dell’ordine, per fargli pagare ciò che ha fatto.

Madre e figlia in Gyeong-ah's Daughter
Madre e figlia in Gyeong-ah’s Daughter

Recensione di Gyeong-ah’s Daughter

Al suo esordio alla regia Kim Jung – Eun s’immerge dentro una sceneggiatura complessa nella strutturazione dei rapporti inter-personali. Gyeong-ah’s Daughter possiede una narrazione stratificata impregnata di significati tematici, raccontati con estrema cura nei dettagli e con un mood calmo che ci trascina, lentamente, dentro un vortice d’oscurità che farà suoi proprio i due caratteri narrativi. Lo script compie un’introspezione tridimensionale sulla complessità del rapporto tra madre e figlia, analizzando, allo stesso tempo, i traumi personali dei singoli personaggi protagonisti. Attraverso Yeon-Soo (la figlia) veniamo condotti entro una storia di abuso psicologico, che ci permette di scoprire tutto il male che è presente nella giungla del web, un luogo privo di leggi dove i contenuti (legali e illegali) si espandono a macchia d’olio con un’unica certezza: è impossibile far scomparire un file o un video che è stato reso (anche senza previa autorizzazione) di dominio pubblico, perché in molti lo avranno già visto o scaricato e probabilmente prima o poi quel contenuto ritornerà sul web, per diffondersi ulteriormente. Il tutto, inoltre, acquisisce maggior peso drammatico a causa dell’ambiente in cui la ragazza vive, come la Corea del Sud, una società conservatrice, tradizionalista e giudicante, che si fonda su una certa chiusura mentale quando si parla di sessualità, andando a incolpare più facilmente la vittima che non il colpevole. Non a caso più volte nel film sentiremo la madre e gli amici accusare Yeon-Soo, per il semplice fatto di essersi mostrata in quel modo dinanzi a una videocamera (seppur in maniera intima e privata). Tutto ciò condurrà la giovane insegnante ad abbandonare il lavoro e ad isolarsi dal mondo per vergogna di essere vista e riconosciuta come quella “giovane dai facili costumi” che tutti hanno conosciuto nel video. Ora è lei che viene giudicata da tutti, amici e sconosciuti che la ritengono una ragazza stupida o perversa.

La storia di Yeon-Soo riguarda l’abuso digitale patriarcale – maschilista, ma anche la vicenda di sua madre affrontare sempre il tema dell’abusso, seppure in una concezione più antica e tradizionalista come l’abuso fisico – domestico, in cui il marito/padrone l’andava a picchiare ogni volta che era ubriaco. Questa violenza domestica ha causato numerose ferite interiori nella donna, che si è sempre trovata imprigionata dentro un mondo maschilista che non prendeva mai le sue difese, anzi che l’accusava come cattiva moglie. Questa situazione l’ha condotta, dopo la morte dell’uomo, a intrattenere una vita vuota, fatta di solitudine interiore, privandosi di amicizie o d’interessi extra-lavorativi e familiari. Tutto il suo mondo è la figlia, con cui ha tessuto un rapporto intimo e malto di estrema dipendenza affettiva, soprattutto da parte sua, desiderando che la stessa figlia rimanga con lei e che non entri nella dimensione adulta di donna. Gyeong-Ah tema con forza il distacca genitoriale dalla figlia e, quando ciò avviene, cerca in tutti i modi di rimanere presente nella vita della giovane, controllandola attraverso video chiamate alquanto invasive.

Fotogramma di Gyeong-ah's Daughter
Fotogramma di Gyeong-ah’s Daughter

In conclusione

Kim Jung – Eun, con uno sguardo realistico, racconta una storia di abusi dentro un sud corea ancora troppo maschilista e pronto ad accusare le donne. Il tutto viene narrato con una sceneggiatura ben scritta e con delle interpretazioni convincenti, l’unica pecca, per certi versi, può essere rintracciabile nel ritmo, dove la regia non riesce a donare quella suspense e dramma umano necessario per tenere alta l’attenzione del pubblico per tutta la visione. Indubbiamente però è un film godibile, trattando tematiche importante e attuali.

Note positive

  • Sceneggiatura
  • Interpretazioni delle due protagoniste

Note negative

  • Il regista non riesce a donare ritmo alla vicenda
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