The Cage – Nella Gabbia (2023). Nel mondo della MMA femminile

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Trailer di The Cage – La Gabbia

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Per oltre quindici anni, Massimiliano Zanin ha lavorato come sceneggiatore di fiducia e assistente sul set per il regista Tinto Brass. Insieme a Wave Cinema, ha prodotto e diretto il documentario “Istintobrass” (2013), con Tinto Brass, Helen Mirren e Gigi Proietti, sulla vita e la carriera di uno dei più importanti autori del cinema italiano. Questo lavoro gli è valso la selezione ufficiale alla 70ª Mostra del Cinema di Venezia e la cinquina finale ai Nastri d’Argento 2014 come miglior documentario sul cinema. Successivamente, ha prodotto insieme a Federico Lami il documentario “Salvatrice, Sandra Milo si racconta” (Giorgia Wurth, 2017), in selezione ufficiale al Festival del Cinema di Roma, e il cortometraggio “Inverno” (2020) di Giulio Mastromauro, vincitore del David di Donatello 2020. Nel 2021, ha prodotto e co-diretto il documentario “Inferno Rosso. Joe D’Amato sulla via dell’eccesso”, con Eli Roth, Michele Soavi e Lamberto Bava, presentato in selezione ufficiale alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del premio Miglior Documentario al Sitges 2021, il più importante festival al mondo dedicato al cinema del fantastico. Nel 2023, ha realizzato la sua opera prima da regista, un lungometraggio di finzione intitolato “The Cage – Nella Gabbia”, presentato in anteprima ad Alice nella Città, una sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma. La pellicola, che vede nel cast Aurora Giovinazzo, Valeria Solarino, Brando Pacitto, Désirée Popper e Alessio Sakara, è stata distribuita nei cinema italiani dal 22 febbraio 2024 da Rodeo Drive.

Trama di The Cage – La Gabbia

Giulia (interpretata da Aurora Giovinazzo) è una giovane cresciuta in una comunità di accoglienza dopo la perdita dei genitori. Lavora in un piccolo zoo privato di proprietà del suo fidanzato Alessandro (Brando Pacitto), il quale si occupa di animali recuperati dal commercio illegale o dismessi dai circhi. Alessandro è un assiduo frequentatore, insieme a Giulia, di una congregazione religiosa guidata dal carismatico Padre Agostino (interpretato da Fabrizio Ferracane). Giulia, un tempo una promettente atleta di MMA femminile, ha cercato di affrontare i fantasmi del suo passato difficile combattendo nel ring. Tuttavia, un tragico incidente nella gabbia da combattimento l’ha costretta al ritiro. Nonostante le rimostranze del fidanzato, che afferma di preoccuparsi per lei ma in realtà teme che possa trovare la propria strada al di fuori della vita che lui ha progettato per lei, Giulia sente il richiamo irresistibile del ring. Decide di tornare ad allenarsi e di sfidare di nuovo l’atleta che l’ha fatta desistere, Beauty Killer (interpretata da Désirée Popper). L’arrivo in palestra di Serena (Valeria Solarino), una nuova allenatrice che ha anche lei un passato difficile da affrontare, diventa determinante per Giulia. Serena è stata respinta dalla sua famiglia dopo aver dichiarato la sua omosessualità e ha dovuto abbandonare la sua carriera di lottatrice. Il legame profondo che si forma tra Giulia e Serena la aiuta ad affrontare il difficile percorso verso la libertà da una vita in cui rischiava di rimanere intrappolata.

Fotogramma di The Cage - La Gabbia
Fotogramma di The Cage – La Gabbia

Recensione di The Cage – Nella Gabbia

Massimiliano Zanin, con la sua opera prima, realizza un boxing-movie adrenalinico, una pellicola impregnata di pugni, di sport e di personaggi rotti, tentando di condurre un semplice film sportivo entro un contorno marcatamente psicologico, utile per approfondire maggiormente i personaggi e la narrazione su cui The Cage – Nella Gabbia si poggia, che intende mixare sport e psicologia umana. Il film, a livello sportivo, ci conduce all’interno della MMA (Mixed Martial Arts), una delle forme di combattimento a contatto più complete, in grado di mescolare al suo interno una vasta gamma di discipline marziali come il Judo, il Muay Thai, la lotta libera e greco-romana, oltre al pugilato, al jujitsu e al grappling, dando così la possibilità ai partecipanti di usare ogni parte del corpo all’interno dello scontro fisico, dai pugni (come avviene nella boxe) fino alle gambe e ai piedi (come accade nella lotta libera), oltre a usare tecniche provenienti dal grappling (lotta a terra, strangolamenti, proiezioni, leve articolari) e di striking (calci, pugni, ginocchiate, gomitate). Il tutto si svolge in un’arena alquanto accattivante, un luogo comunemente denominato “La gabbia”, da cui il titolo del film. La gabbia è un ring sopraelevato a forma ottagonale, circondato da una rete metallica e dotato di un tappeto imbottito per ridurre i danni dalle cadute. Un luogo impregnato di adrenalina e sangue, fatto di lotte estreme, ed è questo luogo che catturerà la passione di Giulia, pronta a tutto per diventare una professionista di questa disciplina fatta di lotta fisica brutale, ancor più pericolosa della boxe.

In “The Cage – La Gabbia”, il cineasta non è interessato a raccontare il mondo della MMA in ottica maschile, ma intende sviscerare questo mondo attraverso una lettura femminile, ergendo a protagonista delle donne indurite dalla vita che trovano un loro senso all’esistenza all’interno di una palestra, un luogo che diviene per loro un’ancora di salvezza, un luogo in cui dar sfogo a tutte le loro pulsioni interiori per liberarsi mentalmente e psicologicamente. A onor della storia sportiva della MMA è giusto dichiarare che dagli anni 2000, in special modo negli Stati Uniti, questo sport ha conosciuto una notevole crescita di partecipanti femminili, come Gina Carano, Ronda Rousey, Valentina Shevchenko e Cat Zingano. In Italia, la popolarità dell’MMA tra le donne è in costante aumento, con un tasso di crescita annuo del 20%. Tra le atlete più conosciute ci sono Micol Di Segni, la prima italiana a vincere il titolo di Campione del Mondo IMMAF (International Mixed Martial Arts Federation) nel 2015; Mara Romero Borella, la prima fighter italiana a entrare nell’UFC (la più importante organizzazione americana di MMA); Annalisa Bucci, la prima italiana a competere nel Bellator MMA (la seconda organizzazione statunitense più importante in questo sport); e Sonia Fracassi, attuale campionessa nazionale di kickboxing e rappresentante italiana agli europei di MMA. Il regista Zanin si rifà a questo movimento femminista in atto nello sport di arti marziali miste, senza però mai citare la storia della MMA o qualche nome riguardante delle campionesse italiane, che, forse sarebbe stato carino immettere, come comparsata, all’interno della pellicola. Con “The Cage – La Gabbia”, Massimiliano Zanin si allontana dunque dalle atmosfere alla Rocky avvicinandosi a quel Million Dollar Baby di Clint Eastwood, che raccontava la storia di Maggie Fitzgerald, una donna di trentuno anni con il sogno di diventare pugile. Zanin però va altrove, concentrandosi marcatamente entro una storia femminista dove anche l’allenatrice è una donna, contrariamente a quanto avveniva nel film di Eastwood.

All’interno della pellicola è interessante notare la distinzione netta che viene fatta tra personaggi maschili e femminili. I primi sono coloro che bloccano le seconde e sono mostrati come caratteri marcatamente negativi, a eccezione del personaggio interpretato da Patrizio Oliva, ex pugile italiano e campione olimpico di pugilato a Mosca nel 1980. In primo luogo troviamo la figura di Padre Agostino (interpretato da Fabrizio Ferracane), il personaggio più oscuro e subdolo dell’intero lungometraggio, un personaggio narrativo che non riesce a vedere il genere femminile alla pari di quello maschile, continuando a muoversi secondo le parole della bibbia, in cui Eva, in quanto donna, è colei che ha danneggiato, con il peccato originale, Adamo. Questo rapporto tra Eva e Adamo è ciò su cui basa il suo rapporto uomo-donna. Padre Agostino è un uomo che, con il suo fare subdolo da uomo di chiesa, muoverà con i propri fili Alessandro, il fidanzato della protagonista Giulia e il secondo personaggio maschile negativo della pellicola. Attraverso il personaggio di Alessandro entriamo nei contorni di un individuo con problemi psichiatrici che, sotto svariati aspetti, conduce la narrazione nel mondo della violenza domestica. Alessandro, con il suo comportamento pericoloso e violento, crede di fare del bene alla fidanzata, con tendenze autodistruttive, ma invece la danneggia solamente, bloccandola e ferendola profondamente. Il terzo personaggio semi-negativo è Zampi, interpretato da Alessio Sakara, non un attore ma un atleta della MMA maschile. Zampi è colui che impedisce, per certi versi, alla nostra protagonista di inseguire i propri sogni, di poter ottenere la rivincita contro colei che l’ha distrutta in passato, rovinandole la vita.

Frame di The Cage - La Gabbia
Frame di The Cage – La Gabbia

Il lungometraggio si muove dunque tra sport e psicologia, concentrandosi su personaggi rotti, fragili con un passato difficile, ergendo a protagonisti della storia sia Giulia che lo stesso Alessandro, anche se quest’ultimo è indubbiamente meno approfondito rispetto alla prima. All’interno del film, Giulia e Serena sono le due eroine, se così possiamo dire. Sono due donne forti che lottano contro tutto e tutti, inclusi i loro stessi demoni interiori, per diventare libere. Se Giulia deve confrontarsi con il mondo da cui proviene, come la comunità religiosa e il suo fidanzato, Serena è un personaggio che ha dovuto affrontare numerose sfide legate alla sua omosessualità, con dei genitori che l’hanno abbandonata quando aveva quindici anni. Tuttavia, se le interpretazioni riguardanti i due personaggi sono potenti, non possiamo dire lo stesso per la scrittura, soprattutto per quanto riguarda Serena. Lo spettatore non riesce mai a empatizzare pienamente con lei, e il duo Giulia-Serena non ottiene quella forza che meriterebbe, a causa, probabilmente, di una scrittura non all’altezza, che non riesce a costruire, attraverso scene potenti e forti, il legame che si andrebbe a formare tra le due donne.

In conclusione

Il film si dimostra interessante per la sua volontà di unire il mondo dello sport alle difficoltà interiori e psicologiche attraverso la narrazione di personaggi rotti. Peccato, però, che la sceneggiatura non sempre riesca a raggiungere l’obiettivo, e peccato anche per la poca capacità di creare scene sportive veramente accattivanti e indimenticabili, non riuscendo ad avvicinarsi al capolavoro che è il primo Rocky. Lo stesso incontro finale, che inserisce la storia all’interno dei contorni della vendetta, non risulta minimamente intenso. Nonostante alcune lacune, il film è comunque assolutamente godibile.

Note positive

  • Il regista Massimiliano Zanin offre una prospettiva femminile nel mondo dello sport, concentrandosi sulle aspirazioni e le sfide delle donne nella MMA, un’area spesso dominata dalla narrazione maschile.
  • La rappresentazione accurata e dettagliata degli incontri di MMA aggiunge un elemento di realismo e autenticità alla pellicola, rendendo coinvolgente l’azione per gli spettatori.
  • a narrazione si estende oltre il semplice contesto sportivo, esplorando i personaggi in profondità e affrontando tematiche complesse come la violenza domestica, l’omosessualità e la ricerca di identità.

Note negative

  • Nonostante le interpretazioni potenti, alcuni personaggi, come Serena, risultano meno sviluppati e privi di profondità, compromettendo la forza complessiva della narrazione.
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