High Fidelity (2020): il giusto mix di musica e cuori infranti che rende una storia sempre attuale

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Locandina High Fidelity (2020)

High Fidelity

Titolo originale: High Fidelity

Anno: 2020

Paese: USA

Genere: commedia

Produzione: ABC Signature Studios

Distribuzione: Hulu

Ideatore: Veronica WestSarah Kucserka

Stagione: 1

Puntate: 10

Attori: Zoë KravitzJake LacyDa’Vine Joy RandolphDavid H. HolmesKingsley Ben-AdirRainbow FrancksNadine MaloufEdmund Donovan

Trailer di High Fidelity (2020)

High Fidelity è una serie americana del 2020, tratta dall’omonimo romanzo del 1995 di Nick Hornby. Dallo stesso romanzo è tratto anche il film “High Fidelity” del 2000. La serie tv è un remake gender swap, la protagonista è infatti una ragazza di nome Robyn Brooks, e non più Rob Gordon come nelle due opere precedenti, proprietaria di un negozio di dischi a Brooklyn. Nei panni della protagonista troviamo Zoë Kravitz (Mad Max: Fury Road, The Divergent Series). La madre di Kravitz, Lisa Bonet, fa parte del cast del film “High Fidelity”, interpretando la cantante Marie De Salle. Il resto del cast principale è composto da Jake Lacy, Da’Vine Joy Randolph, David H. Holmes, Kingsley Ben-Adir. La serie è stata cancellata dopo la prima stagione.

Trama di High Fidelity

Robyn Brooks, detta Rob, è la proprietaria del Championship Vinyl, un negozio di vinili a Crown Height, quartiere residenziale di Brooklyn. Dopo l’ennesima relazione finita male decide di ricontattare tutti i suoi peggiori ex, stilandone una top 5 in ordine temporale, parte dalla storia di poche ore ai tempi delle medie, fino ad arrivare all’ultima, la rottura più dolorosa, quella con Mac. Parlando con loro Rob spera di capire perché tutte le sue storie finiscono sempre male. Tra nuove e vecchie conoscenze, gli amici con cui lavora al Championship Vinyl, e la musica soprattutto, Rob, alla soglia dei trent’anni, cerca di fare chiarezza nella sua vita, non solo affettiva.

Recensione di High Fidelity

La maggior parte delle volte che ci siamo trovati di fronte a un remake, e soprattutto negli ultimi anni è capitato spesso, la sensazione che abbiamo avuto è sempre stata quella che non ce ne fosse affatto bisogno. Di High Fidelity, la serie Hulu con Zoë Kravitz, non possiamo dire lo stesso, anzi, probabilmente è il contrario. Remake dell’omonimo film del 2000 con John Cusack, la serie apporta diverse modifiche all’intreccio della storia e alla struttura narrativa, rese possibili o necessarie per adattare la serie a un formato diverso rispetto ai precedenti. Una serie tv per il suo maggiore minutaggio offre più possibilità di ampliare le situazioni, affrontare più tematiche ma anche dare spazio a un numero maggiore di personaggi. La serie introduce infatti nuovi elementi di riflessione, come ad esempio l’influenza sempre maggiore della tecnologia sulle relazioni e nuovi personaggi, come ad esempio Clyde, un ragazzo con cui Rob inizia ad uscire all’inizio della serie. Questi cambiamenti consentono di mantenere comunque una buona somiglianza con l’opera originale e il film del 2000, ma di creare un prodotto nuovo e attuale, con un’atmosfera vintage. Molti avvenimenti del film sono utilizzati come spunto e punto di partenza per ampliare la storia e arricchire la caratterizzazione dei personaggi. High Fidelity è un prodotto nuovo, non copia il romanzo, né il film che ne era stato tratto, ma riadatta la storia.

High fidelity è l’esempio che si può fare un remake, nello specifico un remake gender swap, fatto bene, con una propria identità e al passo coi tempi. L’intento di questo tipo di remake la maggior parte delle volte è di rileggere storie già raccontate in chiave femminile, per colmare una grande mancanza di rappresentazione tutt’ora importante. Spesso il processo non riesce, si arriva a protagoniste che sono solo una copia poco convincente dell’originale maschile e che quindi non colmano il vuoto. Con High Fidelity questo non accade.  Soprattutto alla luce di questo risulta difficile comprendere come mai la serie sia stata cancellata dopo solo una stagione.

Uno dei maggiori punti di forza di High Fidelity è la protagonista, Rob, qui nella serie diminutivo di Robyn. Il personaggio di Zoë Kravitz è estremamente attuale e sfaccettato, capace di unisce malinconia e ironia, solitudine e ricerca di sé. Rob si dimostra una persona estremamente riflessiva, che rimugina sulle cose che le accadono e sul passato. Questo tratto fondamentale del suo carattere è reso molto bene grazie all’espediente della rottura della quarta parete, elemento già stato utilizzato nel film proprio per rafforzare il legame tra protagonista e spettatore. Questo consente allo spettatore di avere un rapporto diretto con la protagonista che tramite questo espediente si confida, mostrando la sua interiorità, aspetti di sé che solitamente tiene nascosti, dimostrandosi agli altri come una persona forte e distaccata. Quando Rob guarda in camera parla a sé stessa, in maniera intima e confidenziale; seguiamo la protagonista in un viaggio interiore tra le sue ansie, paure e il suo rimuginare sul passato. Senza questo espediente sarebbe stato molto più difficile cogliere tanti aspetti del carattere di Rob. La protagonista è un personaggio con cui è facile immedesimarsi proprio per tutte queste sue caratteristiche, non è un’eroina positiva, non è un modello da emulare. Robyn è egoista, consapevole di esserlo e ha difficoltà a cambiare, ha paura di cambiare e di rimanere sola: così ripensa al passato, tanto da ripercorrere tutte le sue relazioni sentimentali alla ricerca dei suoi errori, alla ricerca del perché viene sempre lasciata e rifiutata, per poi scoprire che poi in realtà non è proprio così. E’ che a volte, senza volerlo è lei a lasciarsi, è lei che si auto sabota. Rob risulta sempre prigioniera di un’insofferenza di fondo che la porta pian piano a una velata solitudine.

Gli altri personaggi sono molto più sfaccettati rispetto a come appaiono nel film, anche in questo caso c’è un grande cambiamento, dovuto principalmente, ma non solo, allo gender swap. I due dipendenti del Championship Vinyl nella serie sono Simon, uno degli ex di Rob che ad un certo punto capisce di essere gay rimanendone amico, e Cherise, una ragazza nera dalla forte personalità. I personaggi secondari assumono spessore e anche un maggior spazio nella storia, tanto che Simon ha anche un episodio a lui dedicato e Cherise avrebbe sicuramente avuto spazio maggiore nella seconda stagione. Il loro maggiore spessore fa anche sì che si argomenti  maggiormente sulle questioni più dibattute: soni predisposti al dialogo quando i loro gusti musicali e le loro idee non coincidono perfettamente.

In merito ai personaggi ce ne sono due che la serie non riprende dal romanzo ma dal film: i due adolescenti che vengono scoperti mentre tentano di rubare nel negozio di Rob sono un’aggiunta originale del film del 2000, nel romanzo di Nick Hornby non sono presenti. Altri due, Clyde e Cameron, il fratello maggiore di Rob sono invece personaggi che la serie tv crea da zero.

La serie è più inclusiva del romanzo e del film, rispetto all’opera originale c’è più spazio per personaggi femminili, di colore e di diverso orientamento sessuale, senza commettere l’errore di screditare una categoria per far risaltare le altre.Proprio per quanto riguarda l’aspetto dell’orientamento sessuale è interessante come i diversi orientamenti sessuali dei personaggi sono trattati con grande naturalezza, a partire da Rob, tra i suoi ex c’è anche una ex, Kat Monroe. Quest’ultima viene inserita in una fase della vita della protagonista con grande naturalezza.

L’ambientazione di High Fidelity per la serie tv è New York, nello specifico il Championship Vinyl si trova a Crown Height, quartiere residenziale di Brooklyn. I personaggi si inseriscono bene nell’atmosfera Newyorkese. New York però è la terza città in cui è ambientata la storia di High Fidelity, il romanzo di Hornby è infatti ambientato a Londra, ambientazione sostituita da Chicago nel film di Frears. Le tre città hanno molti aspetti in comune, soprattutto in relazione all’ambiente musicale, non è stato difficile quindi attuare questo cambiamento che non incide nella resa finale della storia. Per quanto riguarda gli interni, tre sono i luoghi principali della storia, il Championship vinyl, la casa di Rob e il bar che i personaggi frequentano. Tutti sono caratterizzati principalmente da tonalità calde e accoglienti, soprattutto il negozio e la casa di Rob.

La musica in High Fidelity riveste un ruolo centrale. Tutti i personaggi principali non solo ne sono appassionati ma sono anche grandi esperti, oltre ad essere proprietari o a lavorare in un negozio di vinili, luogo di appassionati per antonomasia, frequentano l’ambiente musicale alla costante ricerca di nuovi sound e artisti emergenti, felici di sostenerli e supportarli. Si crea così una colonna sonora eterogenea, che unisce passato e presente. Quella della serie tv è composta da 128 brani, contro i 15 del film, sicuramente la differenza è notevole anche per il diverso minutaggio di film e serie ma in ogni caso c’è dietro un grande lavoro. Grande attenzione è riservata soprattutto alla scelta dei brani, che ha anche lo scopo di dare una maggiore identità e caratterizzazione ad ognuno dei personaggi. Alla colonna sonora ha lavorato Questlove, batterista dei Roots e grande culture musicale, come consulente esterno e produttore esecutivo, oltre a Manish Raval, Tom Wolfe e Alison Rosenfeld in veste di music supervisor.

La musica è anche l’elemento che ha permesso ad High Fidelity di essere una storia così longeva, e con piccole variazioni, dato che la struttura di basa rimane sempre la stessa, ancora oggi molto attuale. Lo ha spiegato molto bene Nick Hornby, autore del libro, in un editoriale su Rolling Stone: “Rob è riuscito a sopravvivere all’ingresso nel 21esimo secolo grazie al fatto che le persone sono ancora disposte a pagare per il lusso di una compagnia onnipresente come l’aria che respiriamo. E anche se adesso le playlist si creano in digitale, i cuori si infrangono nello stesso, doloroso e sconveniente formato analogico”. Che il protagonista si chiami Rob o Robyn, che la città sia Londra, Chicago o New York, del ventesimo o del ventunesimo secolo, poco cambia, il rapporto delle persone con la musica e con le delusioni d’amore rimane sempre lo stesso.

Note positive

  • I personaggi
  • La musica
  • E’ una serie inclusiva

Note negative

  • La serie è stata cancellata dopo la prima stagione
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