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Simon Calls
Titolo originale: Simon Chama
Anno: 2020
Paese: Portogallo
Genere: drammatico
Produzione: Videolotion
Distribuzione: MyMovies
Durata: 1h 24min
Regia: Marta Sousa Ribeiro
Sceneggiatura: Marta Sousa Ribeiro
Fotografia: Manuel Pinho Braga
Montaggio: Tiago Simões, Marta Sousa Ribeiro
Musiche: Raimundo Carvalho
Attori: Simon Langlois, Mariana Achega, Rita Martins, Bernardo Chatillon, Miguel Orrico
Marta Sousa Ribeiro ci porta in Portogallo con il suo “Simon Chama”(Simon Calls), tra la vita di città urbana e la fragilità, con la voglia di evadere. Il film è presentato in anteprima italiana martedì 6 luglio alle ore 20.00 al Cinema Ariston all’interno di ShorTS International Film Festival.
Trama di Simon Calls
Simon è un ragazzino portoghese che vive con la madre e la sorella. Reduce dal divorzio dei suoi, durante l’ultimo anno, non si sente pronto all’esame finale e a crescere, così vive gli ultimi giorni di scuola sognando di scappare negli USA, tra le responsabilità di fratello maggiore e la sua fragilità. Scopre inoltre che sua madre vede un altro uomo, e che suo padre ha una compagna, questo lo porta a chiudersi e a bramare vendetta.

Recensione di Simon Calls
Il film è un ottimo esperimento cinematografico, con un evidente impegno per realizzare un prodotto innovativo, ma ci riesce a metà. Il lato senza pregevole della pellicola è senza quello tecnico. La Ribeiro mette in gioco una maestria inattaccabile con la cinepresa, donandoci una regia dolce e cullante, con primi piani gentili ed eleganti, alternati a ottimi campi medi, per far respirare lo spettatore con campi lunghi sempre interessanti. Altrettanto ottima è la fotografia, che gioca con colori caldi e naturali, capaci di trasportarci in un atmosfera indie ma paradossalmente malinconica. Il tutto è elevato da un eccellente montaggio, Inoltre, la scelta di utilizzare un Aspect Ratio 4:3 funziona poiché dà una leggera impronta vintage al film che eleva la narrazione stessa permettendo di farci percepire quel senso di pesantezza e di bisogno di evasione dalla realtà di tutti i giorni.
Ma perchè, allora, riesce solo a metà nel suo intento “Simon Chama“? Purtroppo a causa della sceneggiatura, firmata dalla Ribeiro. Questa risulta spesso monotona e senza una vera e propria struttura, tanto che la pellicola pur possedendo una durata di circa 85 minuti, inizia narrativamente a raccontare la vicenda dopo ben trenta minuti. Quando parte, procede comunque lentamente e gli avvenimenti spesso sono mostrati in modo rapido e sbrigativo. La trama si sarebbe prestata maggiormente a un cortometraggio di 30-40 minuti o a un film con una durata di almeno 120 minuti, paradossalmente. Assistiamo perciò a eventi rapidi e quasi sconnessi, che portano avanti una trama debole in modo non funzionale. La sottotrama, ovvero la storia riguardante la madre di Simon e quella con suo padre, risulta quindi più interessante e meglio narrata della trama principale, dove Simon vive la sua vita da ribelle.

La debolezza della sceneggiatura, causata da una trama scarna, rende quindi anche i personaggi deboli, infatti Simon, il protagonista, non possiede il carisma necessario per tenere in piedi il film, risultando talvolta sconnesso dalla storia stessa, al contrario dei suoi comprimari, che sono invece fortemente caratterizzati, in special modo i suoi genitori. Il padre è un personaggio interessante e che regge ogni scena dove è presente, così come la madre, talmente apprensiva, da risultare fastidiosa e odiosa. La sorella è un personaggio riempitivo ma ugualmente interessante, così come l’amico di Simon, che gli propone la fuga in America. Il film risulta quindi una grossa forzatura per arrivare alla fine di una trama mal costruita che nemmeno rispetta le sue regole di base, ma lo fa in modo errato. Non a caso, il finale del film lascia l’amaro in bocca e non si avverte alcun tipo di evoluzione, né positiva né negativa dei personaggi. Le prove attoriali sono quindi relativamente sterili, poiché non abbastanza valide per farci apprezzare la sceneggiatura. Un’occasione mancata, poiché come accennato, il lato tecnico è eccezionale.
Simon Calls è quindi un prodotto molto debole e non sufficiente, che solo a metà riesce a convincere lo spettatore, ma per la metà che, (teoricamente), dovrebbe convincere meno. Valido per una visione quindi non impegnativa.
Note positive
- Il lato tecnico eccellente
Note negative
- Sceneggiatura debole e sbrigativa