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His Three Daughters
Titolo originale: His Three Daughters
Anno: 2023
Nazione: Stati Uniti d’America
Genere: Drammatico
Casa di produzione: Netflix
Distribuzione italiana: Netflix
Durata: 104 minuti
Regia: Azazel Jacobs
Sceneggiatura: Azazel Jacobs
Fotografia: Sam Levy
Montaggio: Azazel Jacobs
Musiche: Rodrigo Amarante
Attori: Natasha Lyonne, Carrie Coon, Elizabeth Olsen, Jovan Adepo, Jay O. Sanders
Trailer di “His Three Daughters”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Il cineasta e sceneggiatore statunitense, classe 1972, Azazel Jacobs, esordisce dietro la macchina da presa nel 2003 con il lungometraggio Nobody Needs to Know, cui seguono film di nicchia come The GoodTimesKid (2005) e Momma’s Man (2008). Il suo primo successo mainstream arriva con Terri (2011), presentato in anteprima al Sundance Film Festival e in concorso internazionale a Locarno, dove riceve il Premio della Giuria dei Giovani.
Nel 2017, Jacobs dirige The Lovers – Ritrovare l’amore, prodotto da A24 e presentato al Tribeca Film Festival. Successivamente, nel 2020, realizza Fuga a Parigi, presentato come film di chiusura al New York Film Festival e in anteprima internazionale al Festival di Berlino. Il film viene distribuito da Sony Pictures Classics nel 2021 e ottiene una nomination ai Golden Globe grazie all’interpretazione della protagonista Michelle Pfeiffer, che Variety definisce “il ruolo per cui sarà ricordata”.
Dopo Fuga a Parigi, Jacobs scrive e dirige His Three Daughters, un dramma intimistico presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival il 9 settembre 2023. Il film viene distribuito in alcune sale selezionate negli Stati Uniti dal 6 settembre 2024 e rilasciato a livello globale su Netflix il 20 settembre 2024. Il cast è composto da Carrie Coon (L’amore bugiardo – Gone Girl, The Leftovers), Natasha Lyonne (Tutti dicono I Love You, American Pie, Russian Doll) ed Elizabeth Olsen (La fuga di Martha, Oldboy, Wandavision).
Ho scritto la sceneggiatura pensando a Elizabeth Olsen, Natasha Lyonne, Carrie Coon e Jovan Adepo. Tutti loro avevano lavorato con me o avevano un legame personale, quindi ho potuto inviare la sceneggiatura direttamente a loro. Hanno risposto positivamente, e il resto del cast è stato assemblato con la direttrice del casting Nicole Arbusto. Sono un fan di tutti e tre e ho visto in ciascuno di loro la capacità di trasformarsi, portando qualcosa di molto personale al proprio lavoro. Ho percepito chi erano, cosa li interessava e quanto fossero disposti a essere vulnerabili.
Quando Katie ha fatto coming out in un certo modo, ho visto in Carrie una forza simile. Christina è diversa, cerca di mantenere la pace tra le sorelle, una qualità che ho notato nel lavoro precedente di Lizzie. Natasha, rilassata come Rachel, completa il quadro. Ho contattato ogni attore dicendo che avevo scritto per loro, il che è rischioso perché agli attori non piace pensare che li conosci in quel modo. Ma ho insistito su questo progetto a New York, su pellicola, con un controllo creativo totale, cercando di trovare un senso di controllo che stavo perdendo nella mia vita mentre imparavo a prendermi cura dei miei genitori.Dichiarazione di Azazel Jacobs sul cast
Trama di “His Three Daughters”
Vincent sta morendo a causa di una lunga malattia che lo ha devastato interiormente, privandolo della lucidità mentale e costringendolo a un dolore costante, nell’attesa che la sua vita si concluda. Vive nel suo appartamento a New York con la figliastra Rachel (Natasha Lyonne), che lo ha accudito nella prima fase della malattia, rimanendogli accanto giorno dopo giorno. Quando però la situazione si aggrava rapidamente e a Vincent rimangono ormai pochi giorni di vita, la famiglia si riunisce: arrivano al suo capezzale le altre due figlie, Katie (Carrie Coon) e Christina (Elizabeth Olsen), entrambe distanti dalla vita del padre negli ultimi anni, assorbite dalle loro vite coniugali.
Rachel, a differenza delle sorelle, non è riuscita a costruirsi una famiglia; vive nell’appartamento di Vincent, trascorrendo le giornate fumando marijuana e scommettendo su eventi sportivi. Katie, invece, si è trasferita a Brooklyn e ha creato una famiglia, ma si trova spesso in conflitto con la figlia adolescente, con cui ha un rapporto turbolento. Christina, la più giovane, in passato uno spirito libero seguendo gli ideali hippie, si è dedicata all’arte meditativa per allontanare rabbia e pensieri negativi. Vive lontana dall’America e dalla famiglia, avendo formato un nucleo familiare con David, da cui ha avuto una figlia, Mirabella. Christina si separa per la prima volta dalla figlia per raggiungere il padre morente.
Le tre sorelle (quasi delle sconosciute l’una per l’altra) si ritrovano così, dopo molto tempo, nell’appartamento che hanno considerato casa per gran parte della loro giovinezza. Mentre affrontano la morte imminente del padre, Katie, Christina e Rachel, con personalità molto diverse, cercano di riallacciare i rapporti nella speranza di restare unite anche dopo la scomparsa di Vincent. Tuttavia, la comunicazione tra loro, soprattutto tra Katie e Rachel, è estremamente difficile, segnata da incomprensioni e conflitti non risolti. Riusciranno le tre donne a superare le barriere emotive, aprendosi l’una all’altra e ricostruendo il legame familiare?

Recensione di “His Three Daughters”
Il respiro profondo di un uomo morente e il rumore costante e onnipresente del bip del monitor che rileva i parametri vitali di Victor invadono l’ambiente, avvisando le sue figlie e coloro che gli stanno accanto di ogni segnale di malessere. Quest’uomo, ormai privo di lucidità mentale a causa delle forti dosi di morfina, riceve questi farmaci per lasciare la vita nel modo più sereno possibile, evitando, per quanto possibile, ulteriori sofferenze. In His Three Daughters, Victor è una presenza costante e opprimente, una figura maschile che permea ogni angolo dell’appartamento, facendoci sentire la sua costante vicinanza in quella casa e in quella famiglia. Eppure, per i tre quarti del film, lo spettatore non vedrà mai Victor, né in foto né nel suo stato terminale.
La regia sceglie di evitare una rappresentazione esplicita della malattia, preferendo concentrarsi sul sentimento della perdita e sul dolore che i familiari provano nel vedere un proprio caro in fin di vita. La macchina da presa, infatti, non entra mai nella stanza del morente, rinunciando a mostrarci visivamente la sua malattia, la sua sofferenza fisica o i suoi ultimi momenti di intimità con le figlie, che lo visitano nei suoi ultimi giorni per fargli compagnia e accudirlo. La stanza di Victor diventa un luogo sacro, inaccessibile per noi spettatori, che ci viene mostrato solo a distanza, senza mai svelarne i dettagli. Da questa stanza, gli unici segnali che emergono sono i suoni: il respiro affannoso dell’uomo, il bip del monitor e le dolci canzoni che Christina gli canta per rilassarlo, cercando di trasmettergli un senso di pace e tranquillità, affinché possa abbandonare questo mondo con amore e serenità.
Azazel Jacobs non è interessato a raccontare esplicitamente la malattia di Victor né tutto ciò che la circonda; piuttosto, ci fa percepire un clima di pesantezza emotiva attraverso una minuziosa costruzione dell’atmosfera drammaturgica, resa possibile dal lavoro attoriale e dalla sceneggiatura. Questi elementi donano spessore e tridimensionalità ai personaggi, con atteggiamenti corporei e movenze nello spazio che, uniti ai dialoghi scritti dallo stesso Jacobs, ci trasmettono l’estremo dolore che queste tre figlie e sorelle vivono sulla loro pelle. Devono affrontare una situazione di profonda incertezza, dove i nervi sono tesi e la morte potrebbe arrivare da un momento all’altro.
In questo senso, His Three Daughters non racconta la storia di Victor, né quella della sua malattia, ma quella di Katie, Rachel e Christina, e del dolore che stanno vivendo per la perdita imminente. Non a caso, la sceneggiatura e la regia si concentrano esclusivamente su di loro, esplorando e indagando ogni emozione e stato d’animo che si manifesta nella loro mente e nel loro cuore. Vengono immerse in un viaggio intimo e personale, che le porterà a modificarsi e a riappacificarsi con una parte della loro vita: la famiglia.
Da un lato, ci vengono presentate e analizzate attraverso il conflitto comunicativo e la mancanza di comprensione reciproca che caratterizza il rapporto tra sorelle. Dall’altro, vediamo come queste donne affrontano la situazione in maniera molto diversa, sia emotivamente che razionalmente. Jacobs ha realizzato un film fondato sulla sceneggiatura, dove l’epicentro della storia è l’intimità e l’interiorità dei suoi personaggi. La diversità tra di loro dona tridimensionalità al tema centrale della vicenda: il dolore della perdita e l’importanza dei legami familiari.
Per raccontare questa storia, era fondamentale che Jacobs creasse personaggi ben delineati, che prendessero vita e spessore drammaturgico attraverso i dialoghi. His Three Daughters è infatti un film ricco di dialoghi, mai didascalici e sempre ben scritti, che ci immergono nella narrazione e nei conflitti familiari carichi di emotività. La qualità della scrittura, insieme alla sua messa in scena e alla straordinaria bravura del cast, permette agli attori di offrire interpretazioni eccellenti. Il risultato è che riusciamo a empatizzare con le tre protagoniste, tre donne complesse, che impariamo a conoscere nei dettagli, nei pregi, nei difetti e nelle loro fragilità.
Il personaggio di Katie, interpretato da Carrie Coon, è il primo che vediamo nel film, e la sua introduzione è molto diretta. Le scene sono state girate quasi interamente in ordine cronologico, quindi la prima inquadratura del film e del primo giorno di riprese è stata proprio quella di Katie. Carrie è uscita dal cancello come un pugile, con una determinazione unica, caratteristica sia del personaggio che dell’attrice stessa. Questo ha dato il tono giusto e ha infuso energia in tutti gli attori e membri della troupe. Natasha Lyonne, nei panni di Rachel, rappresenta un personaggio apparentemente rilassato, ma che in realtà cela e protegge qualcosa di incredibilmente vulnerabile, qualcosa che può essere facilmente frainteso, soprattutto dalla sua famiglia. Sapevo che Natasha aveva la capacità di aprire il suo cuore e mostrarcelo attraverso il personaggio. Elizabeth Olsen, nel ruolo di Christina, ha invece offerto una performance incredibile nel tracciare con precisione l’evoluzione del personaggio. Solo Elizabeth poteva comprendere e rappresentare l’intero arco narrativo di Christina, che si apre lentamente, rivelando una trasformazione profonda.
Dichiarazione di Azazel Jacobs
A livello scenografico, il film si svolge per il 90% all’interno di un’unica location: l’appartamento. Solo in rari momenti ci spostiamo all’esterno, in un parco giochi, e in una singola scena nelle strade di New York. La scenografia è uno degli elementi di forza del film, costruendo un’ambientazione d’interni semplice ma efficace nel trasmettere quel senso di freddezza funzionale alla narrazione. Un altro aspetto interessante è la scelta del regista di girare su pellicola, una scelta che però si percepisce poco nella resa finale, soprattutto dal punto di vista cromatico. Stranamente, guardando il film, non si ha la netta sensazione che sia stato realizzato in pellicola, il che potrebbe essere considerato un punto debole.
Analizzando più a fondo il film, emergono alcune piccole pecche. Ad esempio, la gestione del tempo è confusa: non è chiaro quanti giorni le tre sorelle trascorrano insieme. Dalle dichiarazioni del regista apprendiamo che il film copre un arco temporale di tre giorni e mezzo, ma questo elemento non è comunicato chiaramente nella narrazione. Un altro aspetto che, per ragioni puramente personali, non ho trovato del tutto funzionale è la rappresentazione di Victor. Se da un lato la sua introduzione alla fine del film conferisce spessore al personaggio, dall’altro si poteva evitare: la scena, pur emotivamente impattante, risulta superflua. Il monologo di Victor rivolto alle figlie spezza il climax neorealista della pellicola, introducendo un elemento onirico che, a mio avviso, poteva essere omesso senza compromettere l’efficacia della storia.

In conclusione
His Three Daughters è un film che esplora con grande delicatezza e profondità i legami familiari e la complessità emotiva di fronte alla perdita. La regia di Azazel Jacobs evita volutamente di focalizzarsi sulla malattia di Victor, concentrandosi invece sul viaggio intimo e psicologico delle sue figlie. L’eccellente performance delle protagoniste, supportata da una sceneggiatura solida e ricca di dialoghi, rende il film un ritratto commovente e coinvolgente del dolore e della crescita personale.
Note positive
- Ottime interpretazioni delle attrici
- Regia intima e coinvolgente
- Dialoghi ben scritti,
- Rappresentazione realistica delle dinamiche familiari
Note negative
- Resa poco evidente dell’uso della pellicola
- Risulta complicato comprendere lo svolgimento temporale del film, ovvero quanto giorni restano le 3 sorelle insieme.
| Regia |
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| Fotografia |
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| Sceneggiatura |
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| Colonna sonora e sonoro |
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| Interpretazione |
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| Emozioni |
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SUMMARY
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4.3
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