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I segreti di Twin Peaks 2
Titolo originale: Twin Peaks
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Giallo, Thriller, Drammatico, Fantastico
Casa di Produzione: Lynch/Frost Productions, Propaganda Films, Spelling Television
Distribuzione italiana: Mediaset
Ideatore: David Lynch, Mark Frost
Stagione: 2
Puntate: 22
Regia: David Lynch, Duwayne Dunham, Todd Holland, Lesli Linka Glatter, Tim Hunter, Caleb Deschanel, Tina Rathborne, James Foley, Diane Keaton, Jonathan Sanger, Uli Edel
Sceneggiatura: David Lynch, Mark Frost, Harley Peyton, Robert Engels, Barry Pullman, Tricia Brock
Fotografia: Ronald Víctor García, Frank Byers
Montaggio: Mary Sweeney, Duwayne Dunham
Musica: Angelo Badalamenti
Attori: Kyle MacLachlan, Michael Ontkean, Mädchen Amick, Dana Ashbrook, Lara Flynn Boyle, Sherilyn Fenn, Richard Beymer, Peggy Lipton, Everett McGill, Wendy Robie, James Marshall, Joan Chen, Piper Laurie, Ray Wise
Trailer di “I segreti di Twin Peaks 2”
Informazioni sulla stagione e dove vederla in streaming
Tra il 1990 e il 1991, l’emittente ABC trasmise per due stagioni una serie televisiva ideata da David Lynch e Mark Frost, composta rispettivamente da 8 e 22 episodi. In un momento in cui la rete desiderava consolidare la propria supremazia nel panorama televisivo globale, il direttore Brandon Stoddard, trovandosi di fronte a un progetto radicalmente innovativo per l’epoca, accettò la sfida. Il risultato fu un’opera ibrida: un poliziesco dai toni cupi, una parodia delle soap opera, venata di suggestioni horror e sovrannaturali. Sin dal primo episodio, la domanda “Chi ha ucciso Laura Palmer?” echeggiava tra il pubblico, conquistato da una narrazione avvolta nel mistero.
In un intreccio denso di intrighi e visioni oniriche – come il celebre sogno dell’agente Cooper, con il nano che danza nella Red Room – lo spettatore veniva coinvolto e al contempo disorientato, sommerso da nuovi enigmi anziché risposte, in perfetta coerenza con lo stile enigmatico di Lynch. Eppure, quel perfetto equilibrio di atmosfere, mistero e innovazione che aveva reso i primi otto episodi un piccolo capolavoro televisivo iniziò a incrinarsi con la seconda stagione.
Quest’ultima alterna momenti di straordinaria ispirazione visiva e narrativa a grossolani errori di scrittura, perdendosi in sottotrame deboli e deviazioni inutili. Il fascino magnetico della prima stagione si dissolve progressivamente, e lo show inizia a vacillare sotto il peso delle proprie ambizioni. Il pubblico, disilluso, inizia ad abbandonarlo, e l’ABC decide infine di cancellare la serie, nonostante il suo epilogo – inquietante e aperto – lasciasse molte questioni irrisolte e un forte senso di incompiutezza.
Questa recensione intende analizzare proprio i motivi profondi del declino di una delle serie più amate e influenti della storia della televisione.
Nel 2017, a distanza di ventisette anni, Twin Peaks è tornata sugli schermi con un revival prodotto da Showtime e firmato ancora una volta da Lynch e Frost.
Trama di “I segreti di Twin Peaks 2”
Nell’ultima scena della prima stagione abbiamo assistito al tentato omicidio dell’agente Dale Cooper, raggiunto da alcuni colpi d’arma da fuoco nella sua stanza d’albergo al Great Northern Hotel. La première della seconda stagione, intitolata Che il Gigante sia con te (May the Giant Be with You), della durata di 94 minuti – esattamente come il pilot originale – assume fin da subito una forte connotazione spirituale e surreale.
Mentre giace ferito e semi-dissanguato sul pavimento, Cooper ha una visione che introduce immediatamente il tono straniante della stagione: un gigante appare nella sua stanza, parlando con voce calma e profetica. L’essere misterioso fornisce all’agente tre enigmatici indizi che dovrebbero aiutarlo nelle sue indagini.
Gigante: Sono qui per dirti tre cose. Se io te le dico e queste si avverano, allora mi crederai?
Cooper: Tu chi sei?
Gigante: Considerami un tuo amico.
Cooper: Da dove sei venuto?
Gigante: La domanda giusta è: “Dove sei giunto tu fino ad ora?”. La prima cosa che ti devo dire è: c’è un uomo chiuso in un sacco che sorride.
Cooper: Un uomo in un sacco che sorride…
Gigante: La seconda cosa è: i gufi non sono quello che sembrano. La terza cosa è: senza medicine lui è perduto.
Cooper: Ma che significa tutto questo?
Gigante: Non mi è permesso di dire altro adesso? Dammi il tuo anello. Te lo renderò solo quando queste tre cose si saranno avverate. [gli sfila l’anello dal mignolo sinistro] Noi vogliamo aiutarti.
Cooper: “Noi” chi?
Gigante: Un’ultima cosa: Leo è stato chiuso dentro un cavallo affamato. C’è un indizio nella casa di Leo. Hai urgente bisogno delle cure di un dottore.
In seguito, Ronette Pulaski si risveglia dal coma e Cooper le mostra l’identikit dell’uomo dai lunghi capelli che sia lui che Sarah Palmer, la madre di Laura, hanno visto in una visione. Alla vista dell’immagine, Ronette ha un violento attacco di panico che la porta a urlare di terrore, confermando implicitamente l’identità dell’aggressore. Poco dopo, la stessa immagine viene mostrata a Leland Palmer, padre di Laura, che afferma di conoscere quell’uomo e di averlo visto più volte durante l’infanzia, introducendo così un inquietante legame con il passato.
Parallelamente, anche il passato di Dale Cooper inizia ad emergere: Windom Earle, suo ex collega all’FBI, rinchiuso in un manicomio criminale, è misteriosamente evaso, facendo perdere ogni traccia. Questo elemento getta nuove ombre sulla psiche di Cooper e sul suo coinvolgimento emotivo nelle indagini, aprendo la porta a una sottotrama più psicologica e personale.
Nel frattempo, Donna Hayward prende il posto dell’amica defunta Laura nella consegna dei pasti a domicilio, e durante una di queste visite incontra Mrs. Tremond, un’anziana donna che vive con un nipote inquietante, apparentemente dotato di poteri sovrannaturali. Anche in questa scena si respira quell’atmosfera ambigua e disturbante che caratterizza Twin Peaks, dove il confine tra realtà e visione si fa sempre più labile.
Intanto Audrey Horne prosegue le sue indagini personali su Laura Palmer e scopre dettagli inquietanti sulla doppia vita della ragazza, legata all’One Eyed Jacks, un locale ai margini della legalità. Ma la sua sete di verità la condurrà dritta verso il pericolo: sarà proprio l’agente Cooper, di cui Audrey è segretamente innamorata, a dover correre in suo aiuto, in una tensione crescente che mescola eros, mistero e minaccia.
Recensione di “I segreti di Twin Peaks 2”
La seconda stagione, come abbiamo visto, riparte esattamente da dove eravamo rimasti, riportando lo spettatore all’interno del mistero irrisolto su Laura Palmer. Fin dal primo episodio, e con il procedere della narrazione, il duo Lynch e Frost ci conduce in un viaggio introspettivo e spirituale, dove i fenomeni mistici diventano sempre più centrali: non solo attraverso i sogni visionari dell’agente Cooper, ma anche tramite figure enigmatiche come Miker, Bob e, infine, il Maggiore Briggs — interpretato magistralmente da Don S. Davis — impegnato in ricerche di natura ufologica.
La seconda stagione, almeno nelle sue prime puntate, approfondisce la dimensione mistica e spirituale, che assume qui un ruolo cardine all’interno de “I segreti di Twin Peaks”, come si percepisce sin dall’incipit di questa nuova fase narrativa.
Salve ancora. Puoi vedere attraverso un muro? Puoi vedere attraverso la pelle umana? I raggi X vedono attraverso oggetti solidi, o cosiddetti solidi. Ci sono cose nella vita che esistono, ma i nostri occhi non possono vederle. Hai mai visto qualcosa di sorprendente che altri non possono vedere? Perché certe cose si celano a noi? La vita è un puzzle? Sono piena di domande. – Cit. Signora Ceppo – I segreti di Twin Peaks
La storia, del resto, mantiene lo stesso impianto visionario e stilistico della prima stagione, ma inciampa nella costruzione degli eventi e, probabilmente, in un’eccessiva durata, considerando che già a metà stagione viene svelata l’identità dell’assassino. Le vicende successive a questo snodo narrativo risultano spesso noiose e controproducenti per lo sviluppo dei personaggi, i quali iniziano a muoversi all’interno di linee temporali poco interessanti, segnalando una certa scarsità di idee. È evidente, ad esempio, che Donna e James Hurley non abbiano più nulla da raccontare, eppure diventano il perno centrale della narrazione, così come Audrey Horne che, nonostante l’ottima interpretazione di Sherilyn Fenn, perde progressivamente spessore e attrattiva.
In mezzo a queste criticità, emergono però intuizioni geniali, come l’introduzione della Loggia Nera e della Loggia Bianca e della mitologia a esse legata, elementi che arricchiscono la serie di una dimensione metafisica di grande fascino.
Solo nel finale — pur con tutte le problematiche che hanno minato la stagione — la serie riesce a risollevarsi, offrendo uno dei migliori epiloghi mai visti in una serie televisiva, capace di instillare nello spettatore un’irrefrenabile curiosità nel voler conoscere gli sviluppi futuri.
La colpa dell’AMC e poi degli sceneggiatori
La seconda stagione inizialmente procedette piuttosto bene, mantenendo i ritmi e l’impronta stilistica di quella precedente. Tuttavia, contro la volontà degli ideatori della serie, che lavoravano quotidianamente al progetto e sapevano perfettamente cosa fosse necessario per mantenere alta la qualità della narrazione, i produttori imposero una decisione drastica: dopo poche puntate, si sarebbe dovuto svelare l’identità dell’assassino di Laura Palmer. Fu un errore irreparabile. Da quel momento, la serie subì un drastico calo negli ascolti, tanto che le ultime puntate vennero inizialmente sospese e successivamente trasmesse in modo disordinato, distribuite nel corso di diversi mesi.
Il pubblico che seguì le vicende finali della saga non rappresentava nemmeno un terzo di quello che aveva assistito al pilot. Un flop clamoroso. David Lynch commentò la situazione con queste parole:
È un’assurdità che questo sia potuto succedere. […] C’era spazio per tantissimi altri misteri. Ma quel mistero era sacro, teneva in piedi tutti gli altri. Era l’albero e gli altri erano i rami. È, come ho detto, una tristezza
La serie avrebbe dovuto proseguire con una terza stagione (chiunque abbia visto il finale può comprenderne l’urgenza), ma proprio a causa dell’allontanamento progressivo del pubblico, l’ABC decise di annullare il progetto. Tutto ruota attorno al consenso delle masse: ogni prodotto dev’essere confezionato per piacere al grande pubblico, ogni decisione subordinata al business. Il re Auditel comanda: se una fiction televisiva non ottiene i risultati sperati, anche se artisticamente valida, semplicemente non troverà spazio nel palinsesto.
La scelta dell’ABC, nella sua folle idea di svelare prematuramente il colpevole, ha di fatto compromesso l’intero impianto narrativo. A ciò si è aggiunto l’allontanamento di David Lynch, che ha accelerato il processo di decadimento della serie abbandonando quasi del tutto la creazione narrativa di molti episodi della seconda stagione. Il peso della scrittura è ricaduto così sulle spalle del solo Mark Frost, che ha cercato di portare la barca in porto senza affondare. Ma, in fondo, è stato unicamente il regista di “Velluto blu” a realizzare, nonostante tutte le difficoltà, un finale sorprendentemente soddisfacente.
Il finale de I segreti di Twin Peaks
La Loggia Nera è il luogo in cui si trova anche la Red Room, definita dal nano ballerino (uno dei personaggi più stravaganti mai apparsi in televisione) come “la stanza d’aspetto”. Ma ci si chiede: “D’aspetto per cosa?” La mia risposta: verso l’inferno, ovvero la Loggia Nera.
Cooper, spinto più da motivazioni sentimentali che investigative, è costretto a entrare in questo luogo infernale, dove incontra tutti i personaggi apparsi nei suoi sogni e nelle sue visioni. Questo non è un luogo governato da regole terrene, non risponde né al tempo né allo spazio. È un’altra dimensione, un piano di esistenza extra-fisico. Un luogo che sta oltre la vita e oltre la morte.
All’interno di questo mondo folle, il detective si confronta con il suo doppio: il doppelgänger, che lo inseguirà tra i corridoi infiniti della Loggia. Qui rivedrà volti noti, figure centrali del suo viaggio: il Gigante, Laura Palmer, Maddy Ferguson, Leland Palmer, Caroline, Annie, e soprattutto Bob.
Cooper, non si sa come, riesce a uscire dalla Loggia insieme ad Annie (uno dei personaggi più deboli e meno riusciti dello show). Il detective sembra risvegliarsi nella sua camera, ma, nel momento in cui si guarda allo specchio, lo spettatore scopre — grazie a una scena di straordinaria potenza visiva — che Cooper in realtà non è mai uscito dalla Red Room: ora, dentro di lui, c’è Bob.
In conclusione
La seconda stagione de I segreti di Twin Peaks presenta una narrazione altalenante, arricchita da intuizioni metafisiche brillanti ma segnata da decisioni produttive controproducenti che hanno condotto la serie ad avere un enorme peggioramento nella parte centrale della stagione, con delle sottotrame alquanto imbarazzanti e di pessima scrittura. Nonostante le sue criticità, l’epilogo riesce a rimanere nella storia delle serie TV, spingendo lo spettatore a desiderare ancora di più.
Note positive
- Introduzione della Loggia Nera e della Loggia Bianca
- Dimensione mistica e spirituale ben sviluppata
- Finale sorprendente e memorabile
- Momenti narrativi dal grande impatto
Note negative
- La struttura della stagione, con una durata eccessiva che porta lo spettatore a disperde l’attenzione
- La parte centrale
- La storia riguardante Donna e James
- Il personaggio di Annie e Windom Earle
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Fotografia |
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Sceneggiatura |
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Colonna sonora e sonoro |
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Interpretazione |
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SUMMARY
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3.9
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