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No Exit
Titolo originale: No Exit
Anno: 2022
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Thriller
Casa di produzione: 20th Century Studios
Distribuzione: Disney+
Durata:
Regia: Damien Power
Sceneggiatura: Andrew Barrer, Gabriele Ferrari
Fotografia: Simon Raby
Montaggio: Andy Canny
Musiche: Marco Beltrami, Miles Hankins
Attori: Havana Rose Liu, Dale Dickey, Dennis Haysbert, Danny Ramirez, David Rysdahl, Mila Harris, Benedict Wall, Kirsty Hamilton
Damien Power, dopo il suo debutto cinematografico con l’horror Killing Ground (2016) si rituffa all’interno del genere con la sua seconda opera cinematografica dal titolo No Exit, un film sanguinario e di tensione targato 20th Century Fox vietato ai minori di diciott’anni. La sceneggiatura, che si rifà all’omonimo romanzo di Taylor Adams del 2017, è scritta dalla coppia Andrew Barrer e Gabriel Ferrari, autori celebri per aver realizzato lo “script” di Ant-Man and the Wasp (2018). La pellicola debutta il 25 febbraio su Hulu negli Stati Uniti e in America Latina, mentre in Italia sarà disponibile, il medesimo giorno, su Star all’interno del catalogo Disney+.
Trama di No Exit
Darby (Havana Rose Liu) è una tossicodipendente che sta seguendo un percorso di riabilitazione all’interno di un centro psichiatrico. Un giorno riceve la chiamata di un parente, un certo Joe, che l’avvisa che la madre è stata ricoverata con urgenza in ospedale per un emorragia celebrale per cui dovrà essere operata in tarda nottata. Derby, nonostante i non ottimi rapporti con la madre e la famiglia, vorrebbe andare all’ospedale ma la struttura non glielo consente come la sorella Devon che si rifiuta di venirla a prendere o di chiamare il centro di cura per farla dimettere.
La “paziente”decide allora di fuggire dal luogo, così mentre tutti dormono esce di soppiatto dalla struttura e ruba una macchina nel parcheggio, immettendosi sulla strada mentre una forte nevicata è in atto. Ben presto le strade sono impraticabili a causa della tormenta di neve, così Derby è costretta a fermarsi in un’area di sosta autostradale. Qui sul luogo trova quattro individui tra lo sconosciuti, rimasti bloccati, come lei, dal tempo avverso.
La situazione, inizialmente tranquilla, ha uno scossone quando Derby intravede all’interno di un furgone parcheggiato al di fuori dell’area di sosta, una bambina legata e con la bocca tappata. La ragazza cosa dovrà fare? E soprattutto di chi potrà fidarsi?

Recensione di No Exit
Una classica situazione intrigante e accattivante è alla base dello sviluppo e della tensione narrativa della pellicola di Damien Power, che ricorda, nell’incipit, quel capolavoro cinematografico del maestro del cinema Tarantino The Hateful Eight, dove un gruppo di personaggi tra loro sconosciuti si ritrovano bloccati dalla neve all’interno di un locale, dando inizio a una storia di tensione basata sulla paura dell’altro: fidarsi o non fidarsi? Credere alle storie altrui o ritenerle come balle? Derby vive il solito dubbio presente nel Maggiore Marquis Warren, intorno a lei ci sono quattro persone, ma come poter capire chi sia il cattivo della situazione? La donna incomincerà a investigare raccogliendo indizi (come la targa del veicolo che dichiara che il furgone è del Vermont) e facendo domande per comprendere chi è il criminale tra questi sconosciuti. Questa tensione, questo gioco di sguardi e di ricerca d’indizi funziona bene grazie anche alla scena della partita a carte, dove il gruppo si ritrova a conoscerci attraverso il gioco di carte denominato balle. Una sequenza narrativa girata con estrema maestria mostrando la capacità del cineasta di sfruttare al meglio i movimenti di camera, peccato però che quella tensione che conduce alla curiosità lo spettatore dura troppo poco, infatti scopriamo subito l’identità del rapinatore dando il là a fiumi di sangue e di lotta per la sopravvivenza.
Gli elementi messi in scena in No Exit sono interessanti ma la sceneggiatura non riesce a sfruttare bene il materiale a sua disposizione, soprattutto l’elemento della tormenta che appare solo come un escamotage narrativo per rinchiudere un gruppo di personaggi all’interno di una medesima location, ma questo clima non entra mai realmente entro la storia, anzi la tormenta appare fin troppo debole per poter creare dei problemi di viabilità e di sopravvivenza stessa ai personaggi. Noi abbiamo così un gruppo di individui che di tanto in tanto escono fuori dall’area di sosta per recarsi nei loro veicoli oppure scappano nel bosco con fin troppa facilità dando la sensazione che il clima non sia così inabitabile e pericoloso come invece dovrebbe essere, soprattutto dal punto di vista della temperatura.
La tormenta di neve crea solo un evento: li esclude dal mondo esterno, perché la linea telefonica o il wi-fi non funzionano e così Derby e gli altri non possono contattare nessuno per poterli aiutare, ma dovranno lottare per poter vedere la luce del sole, ben sapendo che nessuno arriverà in loro soccorso.

No Exit è un film che si poggia essenzialmente su un ottima fotografia, una sapiente regia durante le scene sanguinolente e nella creazione di tensione e su delle valide performance attoriali, tra cui spicca quella di Derby, interpretata da Havana Rose Liu al suo primo ruolo da protagonista in un lungometraggio, e quella di Danny Ramirez (The Falcon and the Winter Soldie). Dal punto di vista sia tematico sia drammaturgico la storia poteva e doveva essere maggiormente approfondita, soprattutto a livello di personaggi che risultano appena abbozzati, come Sandy o suo marito, interpretato da Dennis Haysbert.
Derby è l’unico carattere che possiede una sorta di tridimensionalità e un suo arco di trasformazione. A inizio pellicola la troviamo come una donna che non crede nella propria guarigione, vittima dei suoi traumi interiore e che non intende lottare per la sua stessa vita, ecco che proprio durante quella notte Derby si vedrà costretta a combattere per la sua sopravvivenza e per quella di una bambina che ha bisogno di lei. Ciò che non funziona però è il modo in cui il personaggio dovrà affrontate i suoi traumi, connessi essenzialmente al padre che si è suicidato dopo essere ritornato dalla guerra. La domanda è: i demoni di Derby vengono dalla morte traumatica del padre? La sua tossicodipendenza è causata da questo evento? Soprattutto lei riesce, in questa notte, a riparare il suo legame interiore connesso alla figura paterna? Domande che non trovano risposta, relegando anche il personaggio di Derby entro una componente di superficialità narrativa.
In conclusione
L’opera è interessante come film d’intrattenimento e come film di genere risultando impeccabile tecnicamente e nella creazione della tensione, detto ciò i personaggi e la sceneggiatura hanno dei problemi di scrittura e il tutto viene reso, man mano la storia procede, poco interessante. Gli elementi in scena del resto erano accattivanti ma non sono stati sfruttati, tanto che la regia risulta l’elemento in più del film in cui si può dichiarare che è grazie a Damien Power se il film è interessante almeno dal punto di vista della tensione e della resa visiva.
Note positive
- Regia in grado di creare la giusta tensione
Note negative
- Scopriamo con troppa facilità il colpevole
- La tormenta non entra mai in scena in modo devastante
- I personaggi non sono interessanti