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Rapiniamo il duce
Titolo originale: Rapiniamo il duce
Anno: 2022
Nazione: Italia
Genere: Commedia, Drammatico, Azione
Produzione: BiBi Film
Distribuzione: Netflix
Durata: 90 minuti
Regia: Renato De Maria
Sceneggiatura: Renato De Maria, Federico Gnesini, Valentina Strada
Fotografia: Gian Filippo Corticelli
Montaggio: Clelio Benevento
Musiche: David Holmes
Attori: Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Isabella Ferrari, Tommaso Ragno, Filippo Timi, Maccio Capatonda
Rapiniamo il duce è una pellicola di Renato De Maria distribuita su Netflix dal 26 ottobre 2022, dopo essere stata presentata in anteprima mondiale alla Festa del cinema di Roma. Il film mette in scena parte di una storia realmente accaduta, ovvero la sparizione del “tesoro” di Mussolini, romanzandoci attorno una storia d’amore alquanto moderna.
Trama di Rapiniamo il duce
Nella Milano in piena guerra mondiale, deturpata dalle bombe e dalla miseria, un piccolo gruppo di delinquenti a metà tra partigiani e criminali apertamente antifascisti, escogita un piano per rubare il tesoro di Mussolini, ovvero quello che si dice fosse un’immensa fortuna in denaro e gioielli preziosi e che scomparve veramente nel nulla, mentre il dittatore era a un passo dal fuggire con esso in Svizzera.
A capo di questo strano gruppo c’è Isola (Pietro Castellitto) perdutamente innamorato della cantante Yvonne (Matilda De Angelis) a sua volta amante del gerarca fascista Borsalino (Filippo Timi). Il gerarca è sposato con Nora (Isabella Ferrari), attrice ormai in declino in tutti i sensi, così come il suo matrimonio.
Assieme ad altri insoliti componenti della banda, raccattati tramite conoscenze comuni e tutti con specifiche doti criminali, Isola e la riluttante Yvonne proveranno a trafugare il tesoro e per farlo devono penetrare nella parte più off-limits della città: la “zona nera”.
La delinquenza del gruppo però scricchiola sotto il peso di una guerra per lo più subita e che a tutti ha tolto qualcosa, così il loro essere impacciati li porterà a diversi, seppur un po’ “telefonati” colpi di scena e coinvolgimenti neanche troppo sorprendenti.

Recensione di Rapiniamo il duce
De Maria ci trascina nell’atmosfera del periodo più truce degli anni ’40, atmosfera singolarmente destabilizzata da un sottofondo musicale pop “rivisitato”, che caratterizza le struggenti esibizioni al Cabiria di Yvonne, come il bellissimo arrangiamento di Amandoti di Gianna Nannini.

Le doti canore di Matilda De Angelis sono ormai note ai più, così come le recenti volontà del cinema italiano di mescolare la storia con toni più fumettistici, moderni, senza mai snaturare o ridicolizzare il peso storico di certi momenti, penso al recente Freaks out, di cui tra l’altro Castellitto ne è co-protagonista.
Per sopravvivere è meglio essere ladri, piuttosto che eroi
Pietro Castellitto in Rapiniamo il duce
Una menzione speciale meritano Filippo Timi e Isabella Ferrari. Timi nella parte del cattivo fascista, di cui peraltro aveva già rivestito i panni interpretando addirittura il duce in Vincere, è più che credibile e abilissimo nel far trasparire la parte umana, ma perversa di Borsalino, che deriva solo dall’amore per una donna, Yvonne. La Ferrari, dal canto suo, è la perfetta Norma Desmond di Sunset Boulevard, si crogiola nel ricordo di ciò che l’ha resa celebre proiettandolo sulla parete della sua stanza, cerca rivalsa, ma l’invidia e la gelosia l’accecano.

In conclusione
Un film tutto sommato ben riuscito, peccato che alcuni personaggi non siano stati scavati affondo, anche il trascorso del protagonista di cui percepiamo il trauma non è adeguatamente approfondito e non traspare come l’origine della rivalsa del presente. Il rapporto con l’amico del padre, interpretato dal sempre magistrale Tommaso Ragno, si intuisce ma non emerge, così come nulla sappiamo del trascorso di Yvonne, anima sola, divisa tra l’amore per Isola e gli obblighi verso Borsalino. Piacevole visione, che lascia tuttavia un senso d’incompiuto.
Note positive
- Piglio fumettistico
- Rivisitazione musicale eccellente
Note negative
- Personaggi poco approfonditi