Il Padre d’Italia (2017): la possibilità che dà la vita di spogliarsi delle proprie paure.

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Il Padre d’Italia

Titolo originale: Il Padre d’Italia

Anno: 2017

Paese: Italia

Genere: Drammatico

Produzione: Donatella Botti , Bianca Film, Rai Cinema

Distribuzione: Good Films

Durata:  93 minuti

Regia: Fabio Mollo

Sceneggiatura: Fabio Mollo, Josella Porto

Fotografia: Daria D’Antonio

Montaggio: Filippo Maria Montemurro

Musiche:  Giorgio Giampà

Attori: Luca Marinelli, Isabella Ragonese, Anna Ferruzzo, Mario Sgueglia

Trailer ufficiale de’ Il Padre d’Italia

Il padre d’Italia è un film del 2017 diretto da Fabio Mollo che vede come protagonisti Luca Marinelli e Isabella Ragonese. Il film è stato scritto dallo stesso Fabio Mollo e ha ottenuto ben quattro candidature ai Nastri d’Argento e una al Globo d’Oro per la categoria miglior attrice con Isabella Ragonese, la quale porta a casa il premio. Inoltre la pellicola nel 2018 vince nella categoria miglior film ai Diversity Media Awards.

Recensione Il Padre d’Italia

Paolo è un trentenne cresciuto in orfanotrofio, è molto introverso e lavora come commesso in un negozio di Torino, il suo essere chiuso e solitario si accentua quando cerca di assimilare e accettare la fine di una storia importante, quella con Mario, causata prevalentemente dalle sue paure nell’ affrontare situazioni future verso le quali è bloccato anche per quello che ha vissuto durante la sua infanzia.

Luca Marinelli e Mario Sgueglia in una scena del film.

Una sera Paolo nel locale che frequenta abitualmente incontra Mia, una ragazza incinta che gli sviene tra le braccia, la soccorre e poiché lei non ha un posto dove andare e nessuno che la possa accogliere, la porta casa sua. Inizialmente Paolo non si fida ma allo stesso tempo decide di aiutarla a cercare il padre della sua futura bambina, inizia così un viaggio per l’Italia con diverse tappe: Asti, Roma e Napoli per poi finire in Sicilia, terra natia di Mia. Questo viaggio sembra apparentemente andare verso il nulla ma ogni sua tappa sarà invece la scoperta di un qualcosa, portando poi in fine a quella di sé stessi.

Recensione Il Padre d’Italia

Con Il Padre d’Italia cerco di riflettere su uno dei temi centrali della nostra società e in particolare della mia generazione: il futuro. Un futuro che è rappresentato principalmente dal momento in cui si smette di essere figli e si comincia a diventare genitori.

Fabio Mollo

Il film si apre con la rottura tra Paolo e Mario che si rivedono nel locale frequentato da entrambi e con il conseguente incontro tra lui e Mia qualche giorno dopo, nello stesso locale. Quasi a indicare la fine e un nuovo inizio che porterà, a insaputa di Paolo in quel momento, realmente a una vita totalmente nuova per il giovane. Dopo aver soccorso Mia e averla portata in ospedale, Paolo scopre che è incinta iniziando così a preoccuparsi per lei nonostante non si fidi conoscendola a malapena. Paolo si rende subito conto della situazione instabile di Mia e decide di ospitarla da lui, addirittura si offre di andare a cercare il padre della bambina in giro sentendolo quasi come un obbligo, probabilmente dovuto al suo passato e dal fatto di non aver mai avuto un rapporto stabile con la madre.

I due iniziano così un viaggio in giro per l’Italia, questo perché la stessa Mia non era sicura di chi fosse il padre della sua bambina, ogni tappa oltre alla scoperta del fatto che il padre biologico non si trovasse lì rappresenta anche la rivelazione di particolari che riguardano entrambi. Dopo Asti e Roma, Napoli è la città che spiana la strada ai due nell’ avvicinarsi e iniziare a fidarsi l’uno dell’altra, è proprio qui ad esempio che Paolo per la prima volta non avrà paura di gridare ad alta voce di essere omosessuale.

Paolo è un uomo concreto e razionale, anche troppo. È molto solitario e introverso, accetta la sua omosessualità ma non tutto ciò che questa comporta. Mia invece è un’esuberante eterna adolescente che non vuole appartenere a nessuno e a nessun posto. È incapace di dire la verità, perfino a se stessa.

Fabio Mollo
I protagonisti, Luca Marinelli e Isabella Ragonese in una scena del film.

Il viaggio prosegue poi verso la Sicilia, terra natia di Mia che si presenta con Paolo a una rimpatriata della sua famiglia. Qui Paolo prova per la prima volta la sensazione di appartenere a una famiglia unita, ampia e piena d’amore, quello che lui non aveva mai avuto, infatti il giovane quasi implora Mia di restare lì e di prendersi cura della bambina in quella casa. Mia però purtroppo invece deve scontrarsi con la realtà dei fatti e la questione della droga che l’ha portata all’allontanamento dalla sua famiglia, in particolare dal padre, quindi scappa. Paolo si ritrova solo, decide poi di tornare a casa e accettare che non rivedrà mai più Mia, quel futuro che tanto desiderava e che prima faticava a vedere solo perché lo ricollegava alla sua omosessualità, definendolo “contro natura”. Poco tempo dopo però arriva una chiamata per Paolo, proprio quella da parte del futuro.

In conclusione

Questa meravigliosa pellicola, tra posti incantevoli e due attori protagonisti capaci di far arrivare allo spettatore tutte le emozioni dei loro personaggi, è un viaggio alla scoperta dell’altro che a sua volta agevola l’accettazione di sé stessi. Una nuova vita, la bambina, la quale rappresenta la possibilità che la vita stessa ci dà di denudarci delle nostre paure in primis per noi stessi e per poterle affrontare, così come siamo venuti nella natura, a questo mondo, nudi.

Note positive

  • La dolcezza della pellicola
  • Le locations
  • Gli attori
  • La scrittura dei personaggi

Note negative

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