Il pianeta del tesoro: Io non ti prometto qualcosa che non ho

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il pianeta del tesoro locandina

Il Pianeta del tesoro

Titolo originale: Treasure Planet
Anno:2002
Paese di produzione: Stati Uniti d’America
Genere: animazione, fantascienza, avventura
Produzione: Walt Disney Feature Animation
Distribuzione: Walt Disney Pictures
Durata: 95 min (1h e 35 m)
Regia: Ron Clements, John Musker
Sceneggiatore: Ron Clements, John Musker, Rob Edwards
Montaggio: Michael Kelly
Art Director: Andy Gaskill
Musica: James Newton Howard

Doppiatori:

Joseph Gordon-Levitt: Jim Hawkins
Brian Murray: John Silver
Emma Thompson: Capitano Amelia
David Hyde Pierce: Dottor Doppler
Martin Short: B.E.N.

Trailer italiano del 43° classico Disney: Il Pianeta del Tesoro

Trama de Il Pianeta del Tesoro

Jim Hawkins, in seguito al ritrovamento di un globo che prende la forma di una mappa olografica, partirà verso la rotta che conduce al tesoro del malvagio pirata Nathaniel Flint, il bottino dei mille mondi.

Recensione de Il Pianeta del Tesoro

Nelle notti più limpide, quando i venti dell’Etherium soffiavano placidi, le grandi navi mercantili con i loro carichi di cristalli solari arturiani, si sentivano sicure e protette. Non sospettavano neanche lontanamente di essere inseguite dai… pirati. Il più temuto di questi era il famigerato capitano Nathaniel Flint. Come uno zaffo volante candaliano che ghermisce la preda, Flint, con la sua ciurma di rinnegati, piombava sbucando dal nulla. E poi, dopo aver razziato il suo bottino, svaniva, senza lasciare traccia. Il tesoro segreto di Flint non è mai stato trovato, ma molti sono convinti che sia ancora nascosto da qualche parte ai confini più remoti della galassia. Una quantità di ricchezze al di là di ogni immaginazione; il bottino dei mille mondi. Il pianeta del tesoro.

Incipit de Il Pianeta del tesoro

Tratto dal romanzo “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson, la Disney ci regala un altro grande classico, anche se poco conosciuto, trasportandoci in un mondo fatto di tesori nascosti e pirati senza scrupoli, e lo fa reinventando il racconto da cui trae ispirazione, trasportando la storia in un enorme ambientazione spaziale, da qui il nome il Pianeta del Tesoro, realizzato dal regista di niente meno che La Sirenetta e Aladdin.

La pellicola porta con se una elemento diverso dal solito marchio di fabbrica della su casa di produzione, presentandoci un protagonista fresco che poco ha a che fare coi principi o gli impavidi eroi che siamo sempre stati abituati a vedere. Abbiamo un ragazzo normale che cerca, attraverso atti di ribellione, di sfogare le paure e le angosce che si porta con se, un bagaglio emotivo causatogli dal trauma per l’abbandono da parte del padre, rendendo il giovane eroe, di questa stellare avventura, reale e umano. Un semplice ragazzo che cerca solo il suo posto oltre la porta di casa in un universo che, per quanto possa inghiottirlo, gli risulta stretto per quelli che sono i suoi sogni, regalando allo spettatore una naturale immedesimazione.

Analisi de Il Pianeta del Tesoro

Tu hai la stoffa per compiere grandi imprese, ma devi
prendere in mano il timone e seguire la rotta anche in capo
al mondo.

Silver ne Il Pianeta del tesoro

Ancora oggi, il Pianeta del Tesoro, potrebbe tranquillamente competere con altre produzioni, presentandosi con una animazione che risulta ancora fresca e colorata. Il tutto è merito dell’immaginazione dei realizzatori che non si sono certo risparmiati, creando un universo vasto e vivo, formato da varie creature, animali ed antropomorfe, diverse tra loro e riuscendo a fondere alla perfezione gli elementi dell’epoca della pirateria, che vanno da eleganti vascelli agli usi e costumi dei personaggi, a quelli della fantascienza, come robot, cyborg e blaster. L’azione è quasi sempre alta e non ci sono momenti in cui il nostro equipaggio potrà tirare un sospiro di sollievo, d’altronde è pur sempre un film sui pirati, e questo permette allo spettatore di essere sempre preso dalla visione senza sentirsi annoiato. La pellicola potrebbe risultare, a prima vista, poco femminile ma la presenza del Capitano Amelia riempie quel buco regalandoci una donna fiera, coraggiosa ed impavida, quando il girl power non era ancora di moda e, fatta eccezione per Mulan, i film Disney erano composti esclusivamente da principesse.

La musica è sempre adatta al momento, riuscendo a risaltare ancora di più ciò che avviene sullo schermo, sia che parliamo di scene action e sia se stiamo assistendo a momenti emotivamente forti, dove non si può non citare l’unica canzone presente, altro elemento chiave di queste produzioni, “Ci sono anch’io” reinterpretata, nella versione italiana, dai grandi 883 (Max Pezzali), quella originale è di Johnny Rzeznik, che con la loro melodia smorzano la frenesia quasi costante e dando il tempo di emozionarsi prima dell’esplosivo finale.

Note positive

  • Ottima animazione;
  • Buona la musica e la canzone;
  • Personaggi variegati e un protagonista che si distingue;
  • La sceneggiatura segue un suo percorso senza annoiare.

Note negative

  • Alcune scelte di trama sono prevedibili.
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