Jane by Charlotte (2021): lo sguardo di una figlia

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Jane by Charlotte

Titolo originale: Jane par Charlotte

Anno: 2021

Paese: Francia, Gran Bretagna, Giappone

Genere: Documentario

Casa di produzione: Nolita Cinema, Deadly Valentine

Distribuzione: Wanted Cinema

Durata: 88 minuti

Regia: Charlotte Gainsbourg

Sceneggiatura: Charlotte Gainsbourg

Fotografia: Adrien Bertolle

Montaggio: Tianès Montasser, Anne Person

Attori: Jane Birkin, Charlotte Gainsbourg

Trailer di Jane by Charlotte

Jane by Charlotte è un documentario del 2021, esordio alla regia della nota attrice e cantante franco-britannica Charlotte Gainsbourg, conosciuta, ad esempio per i suoi ruoli nelle pellicole di Lars Von Trier (Antichrist, Melancholia, Nymphomaniac). E’ stato presentato al Festival di Cannes 2021. Il film uscirà nei cinema il 16 giugno 2022, distribuito da Wanted Cinema.

Trama di Jane by Charlotte

Il documentario racconta la storia della madre di Charlotte Gainsbourg, Jane Birkin, attrice, regista e cantante britannica, naturalizzata francese, attraverso le sue parole e le conversazioni che Charlotte intrattiene con lei, indagando, in modo inedito, la sua intimità e lati più profondi.

Jane Birkin e Charlotte Gainsbourg in una scena di Jane by Charlotte

Recensione di Jane by Charlotte

La prima scena del documentario vede il soggetto principale d’indagine della pellicola, Jane Birkin, letteralmente sotto il riflettore, durante uno spettacolo teatrale, mentre dietro le quinte la figlia, e regista del film, Charlotte Gainsbourg, la guarda con ammirazione. Ed è proprio il termine ‘guardare’ che descrive perfettamente l’intento dell’operazione che compie la Gainsbourg: gettare un nuovo sguardo, inedito, intimo, verso una figura materna che è proprio lei stessa, insieme allo spettatore, ad osservare con attenzione, forse proprio per la prima volta.

L’idea è di guardarti come mai prima.

Charlotte Gainsbourg

Non si può considerare Jane Birkin la protagonista assoluta, ella è il nucleo centrale da cui poi emerge la vera intenzione della pellicola: indagare il rapporto madre-figlia, andare nel profondo di una relazione che sempre è stata governata dalla pudicizia di entrambe. Quello che avviene davanti alla macchina da presa è la magia della rivelazione: è come se le due si stessero conoscendo per la prima volta in modo autentico. Un viaggio nel valore e nelle insicurezze della figura materna, nei sentimenti inespressi, incorniciato da inquadrature che esaltano questa intimità crescente: un unico campo, statico, che le riprende entrambe durante le lunghe conversazioni di cui il documentario è costellato, talvolta alternando intensi primi piani, e fotografie scattate dalla stessa Charlotte, che esaltano dei dettagli di cui le due spesso stanno discutendo.

Temi interessanti, che riguardano la figura femminile, in cui tutte le donne possono rivedere sé stesse: sono le cose quotidiane, le insicurezze universali, la crescita e la vecchiaia, gli oggetti dell’indagine. La vita, la decadenza, la paura e la morte sono indagate con estrema delicatezza e autenticità, attraverso gli occhi di due generazioni, con la partecipazione di una terza data dalla presenza sia fisica, che citata più volte nei racconti da cui si genera un confronto tra le due madri, della figlia di Charlotte Gainsbourg. Viene analizzata principalmente la persona di Jane Birkin, dietro il suo personaggio: guardata nel profondo in quanto donna e madre, con le sue debolezze e stranezze, attraverso uno sguardo che solo una figlia può adottare.

Jane Birkin e Charlotte Gainsbourg in una scena di Jane by Charlotte

Jane by Charlotte non è il tipico documentario che con freddezza analizza il passato dell’artista tramite filmati di repertorio ma, piuttosto, la racconta attraverso il presente, il qui e ora, attraverso le parole di Jane e Charlotte, che gettano uno sguardo malinconico al passato ma sempre con l’occhio lucido del presente. Un documentario sicuramente lento e riflessivo, con un montaggio poco dinamico, ma che forse ne esalta proprio la sincerità, l’intimità e commozione. Ciò che ne emerge, in maniera definitiva nella sequenza finale, è il valore dell’autenticità di una storia, nello sforzo di allontanarsi dalla distorsione che si fa delle proprie verità (anche a causa delle narrazioni altrui, come nel caso di un personaggio pubblico come la Birkin). Il valore della figura materna, che genera una sorta di repulsione e attrazione magnetica allo stesso tempo, la volontà di allontanarsene inizialmente, per poi aggrapparsene nel momento in cui se ne comprende il peso che ha nella propria vita. Un racconto commovente in cui immergersi e vedere sé stessi.

Note positive

  • Regia e fotografia
  • Scrittura e sguardo intimo

Note negative

  • Potrebbe risultare lento per coloro a cui non interessa la storia
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