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Tre Colori – Film Blu
Titolo originale: Trois couleurs: Bleu
Anno: 1993
Paese: Francia, Gran Bretagna, Polonia, Svizzera
Genere: Drammatico
Casa di produzione: MK2 Productions, CED Productions, France 3 Cinema, Paris – Tor Production, Varsavia
Distribuzione: Academy Pictures
Durata: 97 minuti
Regia: Krzysztof Kieslowski
Sceneggiatura: Krzysztof Kieslowski, Krzysztof Piesiewicz
Fotografia: Slawomir Idziak
Montaggio: Jacques Witta
Musiche: Zbigniew Preisner
Attori: Juliette Binoche, Benoît Régent, Florence Pernel, Charlotte Very, Hélène Vincent, Julie Delpy, Alain Ollivier, Hugues Quester, Emmanuelle Riva, Yann Trégouët, Zbigniew Zamachowski, Isabelle Sadoyan, Catherine Therouenne
Tre Colori: Film Blu (Trois couleurs: Bleu; 1993) è il primo film della Trilogia dei Colori, dove Kieslowski riflette sul motto della rivoluzione francese: “Liberté, Égalité, Fraternité”. I titoli delle pellicole prendono il nome dai colori della stessa bandiera francese (Blu, Bianco e Rosso). La pellicola è risulta vincitore del Leone d’oro al miglior film alla Mostra del cinema di Venezia del 1993 e Juliette Binoche, protagonista, vinse lo stesso anno, sempre a Venezia, la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile.
Trama di Tre Colori – Film Blu
Julie è la moglie del celebre compositore Patrice de Courcy. La coppia ha un incidente d’auto, in cui viene coinvolta anche la figlia di sette anni, Julie è l’unica sopravvissuta. Messa da parte l’idea di uccidersi, la donna si trasferisce in città, rinunciando alla casa in cui aveva vissuto felicemente con la famiglia. Julie, cambiando vita, prova così a dimenticare il passato, dissociandosi da ogni cosa che le era stata cara. Quel passato così doloroso, però, torna prepotentemente nella sua vita. A suo marito Patrice era stato, infatti, commissionato un concerto per la celebrazione dell’Unione Europea, ora in mano a Oliver, collaboratore di de Courcy. L’uomo, innamorato di Julie, cerca di coinvolgerla nel progetto.

Recensione di Tre Colori – Film Blu
Il primo film della Trilogia dei colori riflette sulla prima parola del motto francese: Libertà. Libertà di fermarsi e smettere di proseguire con la propria vita (inizialmente Julie tenta di uccidersi in ospedale), libertà di dimenticare e farsi dimenticare. Tutto questo porta la protagonista, interpretata da una meravigliosa Juliette Binoche, a dissociarsi completamente dalla vita. Non a caso, Kieslowski fissa il punto di vista del film in lei (emblematica la scena all’ospedale in cui vediamo gli altri personaggi riflessi nell’occhio di Julie). Il blu non si limita al titolo, ma viene ripreso dalla fotografia di Slawomir Idziak e inserito in molti dettagli, come le perle della macera della figlia, unico oggetto che Julie porta con sé dopo aver abbandonato la casa.
Un film che vive di silenzi, nel rispetto del dolore della protagonista e il suo isolamento. Più che con i dialoghi, le immagini dialogano con la musica, vera e propria co-protagonista della pellicola, che accompagna e commenta le azioni e, soprattutto, le non – azioni di Julie. Composti da Zbigniew Preisner, collaboratore fidato di Kieslowski, i brani si inseriscono nel film con grande naturalezza, in maniera diegetica, con il concerto del marito da terminare e in maniera extra – diegetica, sottolineando particolari momenti della vicenda. Vicenda che viene portata avanti dal contrasto della dissociazione di Julie e la vita intorno che continua, ignara del dolore della donna. Rappresentativo il rapporto tra la protagonista e la prostituta che vive nel suo stesso palazzo, che mette in mostra tutte le differenze tra le due donne, rendendole allo stesso tempo così simili, accomunate dai diversi dispiaceri.

Come in ogni lungometraggio di Kieslowski, anche in Tre Colori – Film Blu, il Caso e il Destino svolgono un ruolo fondamentale. Sono questi fattori ad aver permesso a Julie di sopravvivere, gli stessi che hanno decimato la sua famiglia. Se questo non fosse successo, la protagonista non si sarebbe mai trasferita in città, lasciando così, senza aiuto, la sua nuova amica. Una nuova vita, impellente, a cui sembra impossibile opporsi, perché nata da un sacrificio troppo grande. A dimostrazione, ancora una volta, che la musica supera di gran lunga le parole, sarà proprio quest’ultima a permettere a Julie di allacciare un nuovo rapporto con Oliver, con il quale riprende a scrivere il concerto del marito, messo da parte per troppo tempo. Questo girotondo di anime e fatti, scritto a quattro mani con il grande collaboratore Krzysztof Piesiewicz, sottolinea ancora una volta la poetica di Kieslowski, basata sui rapporti umani e tutte le loro sfaccettature, tema che verrà poi approfondito sotto un’altra luce nei film successivi della Trilogia.

Note positive
- Regia
- Sceneggiatura
- Colonna Sonora
- Attrice protagonista
- Attori secondari
Note negative
- Per l’assenza di azione, il film potrebbe non entusiasmare tutti