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La cordigliera dei sogni
Titolo originale: La Cordillera de los sueños
Anno: 2019
Genere: Documentario
Produzione: Atacama productions, ARTE France Cinéma
Durata: 84 minuti
Regia: Patricio Guzmàn
Sceneggiatura: Patricio Guzmàn
Fotografia: Samuel Lahu
Montaggio: Emmanuelle Joly
Musiche: Claire Cahu
Attori: Pablo Salas, Vicente Gajardo, Jorge Baradit
Il documentarista Patricio Guzmàn svela le sue origini attraverso il racconto del Cile. Ultimo della trilogia dedicata alla sua terra natia, è stato presentato al Festival di Cannes 2019 e uscirà nelle sale il 10 Giugno 2021.
Trama di La Cordigliera dei Sogni
Guzmàn si interroga sulle limitazioni presenti in Cile, dalla Cordigliera delle Ande alla dittatura socialista di Pinochet. Il Paese combatte tra opposizioni paradossali tra la sua bellezza geografica e il terrore politico. La Cordigliera è sconosciuta anche agli stessi cileni, tanto è impervia, rimanendo un affascinante mistero che toglie loro la possibilità di guardare oltre, proprio come ciò che accadeva durante il regime, tabù nascosto alla popolazione che, ancora 50 anni dopo, lotta per la verità.
Recensione di La Cordigliera dei Sogni
La Cordigliera dei Sogni si apre con la presentazione del paesaggio della Cordigliera delle Ande lasciando respirare una strana pace che gli abitanti non sono soliti vivere. Guzmàn racconta che molta gente vede la Cordigliera solo sugli affreschi in metropolitana o sulle scatole di fiammiferi.

Guardare la Cordigliera per gli abitanti è come guardare al passato, un enorme muro che non solo cela ciò che è stato, ma inevitabilmente finisce per impedire lo sguardo all’orizzonte futuro. La popolazione andina definisce questa regione come un’isola, per la chiusura su ogni lato ed anche per il forte legame con il territorio e il senso di appartenenza. Le immagini che arrivano riescono a trasmettere la maestosità di queste montagne che tutto chiudono dentro le sue mura.

Guzmàn decide di intervistare un campione eterogeneo che si occupa di preservare la cultura andina. Una cantante che definisce la Cordigliera come una madre, uno scrittore che la descrive come un muro, un vulcanologo che sostiene, proprio come il regista, che più ci si addentra tra le montagne e più si accede al passato.
La bellezza di questo luogo incanta lo spettatore in lunghe e lente riprese che lasciano il tempo di assaporare, quasi come se si volasse, l’intero territorio.
La meraviglie delle Ande è interrotta, però, dall’ossimorica presenza del regime militare. L’11 settembre del 1973 il Cile subisce il colpo di stato di Pinochet, cadendo in un tragico momento storico non solo per il Paese ma per l’umanità intera. Guzmàn viene arrestato e diventa prigioniero politico in uno dei tanti campi di concentramento che vengono creati dalla dittatura. Dopo essere riuscito a fuggire dal Cile decide di non tornare mai più e d’iniziare la sua lotta alla verità con i documentari dedicati (tra cui: La battaglia del Cile, Nostalgia della Luce, La memoria dell’acqua).

Le immagini che accompagnano la seconda metà del film sono tratte da riprese inedite di Pablo Salas, un regista cileno che ha votato la sua vita a documentare tutte le verità nascoste: dai moti rivoluzionari alle aggressioni, fino ad arrivare alle immagini traballanti in cui si intravedono file di persone entrare in campi recintati da cui difficilmente si usciva. Salas è stato, ed è tuttora, presenza fissa per le strade del Cile, contando una collezione di registrazioni che nonostante risulti impressionante, a suo dire “non è abbastanza”.

Scopriamo che anche la stessa Cordigliera è vittima del regime, inaccessibile non solo per la sua conformazione geologica, ma anche per limitazioni politiche. Se ci si reca in Cile, infatti, si deve attendere un’approvazione giuridica circa l’itinerario turistico prefissato che non può includere zone troppo malmesse. La maggior parte dei laghi presenti è privata e dunque assolutamente inavvicinabile, le strade più recenti assicurano una viabilità solo tra i quartieri delle autorità politiche, lasciando completamente esclusa l’intera Cordigliera.
In conclusione
Il documentario è un’importante testimonianza di una voce che fino a ora sembrava rimasta intrappolata tra l’eco delle montagne ma che, finalmente, riesce a uscire dal Cile, presentandone un’immagine nuova e inedita.
Note positive
- Immagini paesaggistiche
- Testimonianze dirette
- Racconto storico (visivo e narrativo)
Note negative