La rabbia giovane: Così nacque il cinema di Malick

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La rabbia giovane locandina film

La rabbia giovane

Titolo originale: Badlands

Anno: 1973

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Drammatico

Casa di produzione: Warner Bros. Pictures

Prodotto da: Terrence Malick

Durata: 1 hr 33 min (93 min)

Regia: Terrence Malick

Sceneggiatura: Terrence Malick

Montaggio: Robert Estrin, Billy Weber

Dop: Tak Fujimoto

Musiche: George Aliceson Tipton

Attori: Martin Sheen, Sissy Spacek, Warren Oates

Trailer de La Rabbia Giovane

RECENSIONE DI LA RABBIA GIOVANE

Prima di diventare uno degli artisti meno commerciali di Hollywood, Terrence Malick studiò filosofia ad Harvard, laureandosi con una tesi su Heiddeger. Tale interesse avrebbe poi caratterizzato lo spessore drammatico di tutti i suoi lavori cinematografici, culminanti in un inno alla vita e alla bellezza totalizzante come The Tree of Life (2011).

Entrato nel mondo del cinema nel periodo di massima creatività degli Anni Settanta, Malick ha scritto e diretto solo due film nel corso del decennio: uno è I giorni del cielo (1978), dramma su un triangolo amoroso nel Texas d’inizio Novecento stilisticamente impeccabile, e l’esordio La rabbia giovane, passato inosservato alla sua uscita ma divenuto in poco tempo un cult scelto nel 1993 per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Nel ruolo dei due protagonisti troviamo due straordinari giovani attori emergenti: un nevrotico Martin Sheen (Apocalypse Now) poco più che trentenne e una Sissy Spacek (Carrie) credibilissima come quindicenne apatica travolta dagli eventi, a loro volta ispirati al caso Starkweather/Fugate e, in parte, alla mitologia di Bonnie e Clyde.

TRAMA DI LA RABBIA GIOVANE

L’azione si apre nel 1959, nella provincia del South Dakota. Kit Carruthers (Martin Sheen) è un venticinquenne arrabbiato con il mondo che vive nel mito di James Dean mentre campa di squallidi lavoretti.

Il ragazzo si innamora dell’innocente Holly (Sissy Spacek), dieci anni più giovane, ma dovrà scontrarsi con la disapprovazione del padre di lei (Warren Oates). Dopo che Kit avrà ucciso il genitore davanti agli occhi indifferenti di Holly, i due giovani fuggiranno alla ricerca di un nuovo inizio nella natura…

Sissy Spacek e Martin Sheen in La rabbia giovane
Martin Sheen e Sissy Spacek in La rabbia giovane

ANALISI DI LA RABBIA GIOVANE

Sfruttando tutto il potenziale della libertà creativa concessa dalla corrente della New Hollywood, Malick racconta una storia di violenza con un lirismo assoluto, privo di barocchismi ma di una vitalità estrema; l’essenzialità viscerale dell’estetica fa di La rabbia giovane una profezia universale dell’assenza di motivazioni che inquina l’innocenza giovanile.

Avendo a disposizione due affascinanti protagonisti di talento, Malick riesce a tratteggiare una coppia di personaggi i cui comportamenti sono giustificati dalla consapevolezza nichilista che sembra non esistere un posto dove andare, che riesca a valorizzarli davvero come esseri umani. Un risvolto che purtroppo il titolo italiano ha sminuito, lasciando intendere che la loro frustrazione sia figlia dell’odio per la società.

Il fardello dell’assenza di prospettive viene rievocato dal Malick tramite le riprese aride sulle terre desolante della frontiera, svuotata di fascino con stile scarno e al contempo solenne, mentre la scrittura asciutta e neutrale (se si esclude la voce fuori-campo di Holly che legge estratti del suo smielato diario) consente allo spettatore di tenere le dovute distanze emotive dalla violenza delle vicende.

Le scene memorabili si sprecano (il ballo di Kit e Holly alla luce dei fari su tutte), frutto di una cupa e significativa dicotomia tra paesaggi e tedio esistenziale dei personaggi, tra l’eterogenea colonna sonora e l’iconografia della morte.

Note positive

  • Regia essenziale ed efficace di Malick.
  • La scrittura scarna e neutrale.
  • Le interpretazioni sentite e affascinanti.
  • Fotografia delle ambientazioni perfetta e comunicativa.

Note negative

  • Come tutti i film d’esordio può apparire un po’ grezzo, ma lascia intravedere tutta la forza in divenire delle peculiarità del regista.
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