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La terra dei figli
Titolo originale: La terra dei figli
Anno: 2021
Paese: Italia
Genere: Drammatico, fantascienza
Produzione: Indigo film
Distribuzione: 01 distribution
Durata: 120 min
Regia: Claudio Cupellini
Sceneggiatura: Filippo Gravino
Fotografia: Gergely Pohàrnok
Montaggio: Giuseppe Trepiccione
Musiche: Francesco Motta
Attori: Valeria Golino, Paolo Pierobon, Franco Ravera, Leon de la valle, Valerio Mastrandrea, Maria Roveran
La Trama della Terra dei figli
Il film parla di un mondo post- apocalittico che colpisce la nostra terra natia l’Italia, dove un caparbio e brusco padre cerca di crescere i suoi figli, preparandoli ad affrontare una cruda realtà della vita di tutti i giorni, permeata da pericoli e insidie di ogni tipo.

La recensione della Terra dei figli
Presentato in anteprima al Taormina Festival, il film ” La terra dei figli“, liberamente ispirato al fumetto del noto fumettista Gipi regala qualche novità in ambito di genere, a un mondo cinematografico Italiano fermo da tempo su tematiche ricorrenti e ridondanti, che ne limitano la crescita sia nei confini nazionali che all’estero. Con questa opera, che narra di un mondo post – apocalittico di un’Italia abbandonata a se stessa, per via di una catastrofe chimica, che ne ha colpito la natura e tutto il genere umano che ne giova e vive attorno, si sviluppa una nuova storia di avventura ricca di sorprese e che mira alla ricerca del proprio io e di un identità oramai persa.
Con note e ispirazioni autoriali che mirano a un’elegante originalità visiva e non autoreferenziale, la regia della Terra dei figli punta già dalle prime scene a introdurre lo spettatore in un mondo cupo e distopico, che non fa sconti di ogni tipo in termini di colori e ambientazioni, che puntano all’esasperazione della desaturazione fotografica, che lega la sua espressione alle tematiche drammatiche del film. A far da contraltare alla solita linea narrativa, che in pellicole di questo genere si presenta costante, il film vuole trattare nel profondo, la caduta morale ed etica al quale la civiltà è andata incontro dopo un evento catastrofico, dal quale non si è riuscita a rialzare. Un mondo oramai privo di regole e rispetto, dove le nuove generazioni sopravvissute devono fare i conti. Una spietata metafora, che guarda al mondo di oggi e alla paura che una simile realtà un giorno possa prevalere sul giusto e conseguente seguito della civiltà. Il genere umano dopo il progresso al quale è andato incontro, si trova inaspettatamente a confrontarsi con una perdita d’identità e di un regressione morale, che fa tornare il tutto a uno stato primitivo, che basa sulla paura del contatto la sua maggior essenza. I temi però sul quale la pellicola vuole puntare la lente sono il rapporto tra padre e figlio e la memoria del passato come speranza verso il futuro. La riconciliazione idealistica che avviene tra padre e figlio crea speranza ma lega la sua natura al semplice ma complicato tema della memoria, che viene utilizzata come espediente narrativo tramite un libro di ricordi, per non scordare il passato in vista di affrontare le difficoltà del futuro con più forza rispetto a prima. Molto interessante il personaggio interpretato dalla brava attrice Maria Roveran, che tramite la sua vena fragile e umana aiuta il protagonista a ritrovare la strada e la speranza di un mondo nuovo, che può cambiare in meglio, lasciandosi alle spalle la crudeltà di un tempo che ha insegnato però ad affrontare la vita.

Note positive
- Un genere nuovo nel cinema Italiano
- Musica
- Il tema della memoria
- Il personaggio interpretato da Maria Roveran
Note negative
- Interpretazioni attoriali non sempre convincenti