Le colline hanno gli occhi (1977). La disgregazione della famiglia occidentale

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Locandina de Le colline hanno gli occhi

Le colline hanno gli occhi

Titolo originale: The Hills Have Eyes

Anno: 1977

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: Horror/Thriller

Casa di produzione: Blood Relations Co., Vanguard Releasing International

Distribuzione italiana: Titanus

Durata: 89 min

Regia: Wes Craven

Sceneggiatura: Wes Craven

Fotografia: Eric Saarinen

Montaggio: Wes Craven

Musiche: Don Peake

Attori: Susan Lanier , Robert Houston , Martin Speer , Dee Wallace , Michael Berryman

Trailer de Le colline hanno gli occhi

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il regista Wes Craven gira questo film a basso costo e incassa 25 milioni di dollari, favorendo l’idea che non per forza una pellicola deve costare troppo quando ci sono delle buone idee alla base. Con il tempo è divenuto un cult e amato da tutti gli appassionati di genere, grazie ai suoi rimandi ai B-movie. Ne è stato fatto da prima un seguito, diretto sempre da Craven negli anni 80 e successivamente due remake nei primi anni 2000, che però non hanno convinto abbastanza la critica. l film fu mostrato in anteprima il 15 giugno 1977 a Tucson, in Arizona, e a partire dal mese di luglio fu proiettato nel resto degli Stati Uniti. In Italia è stato distribuito al cinema il 15 giugno 1977 per Titanus. Nel 1987 la pellicola venne ridoppiata per l’uscita in VHS, distribuita da Roxy Video.

Trama di Le colline hanno gli occhi

Una famiglia americana è in viaggio verso la California per fare una vacanza con il camper. Nel Deserto del Nevada fanno rifornimento a una pompa di benzina diretta da un anziano signore alquanto bisbetico. Durante il tragitto nella valle, una ruota si fora a causa di un sentiero diroccato. L’imprevisto preoccupa i vari membri della famiglia composta da padre, madre, tre figli e il marito di una di loro. Tra varie soluzioni per risolvere l’incidente e poter ripartire, colgono l’attenzione di qualcuno che sembra spiarli dall’alto delle rocce.

Fotogramma di Le colline hanno gli occhi
Fotogramma di Le colline hanno gli occhi

Recensione di Le colline hanno gli occhi

Le colline hanno gli occhi è un ottimo thriller che funziona soprattutto per i suoi rimandi al genere B-movie. Il film tocca delle vette di pulp e slasher, caratterizzato da un serial killer o più, che in una zona delimitata uccidono le loro vittime, ponendo l’acceleratore su questo aspetto in particolare. L’opera mette angoscia quanto basta per tenere lo spettatore incollato allo schermo. Con il tempo la sua natura horror è sicuramente sparita, dovuto soprattutto al mutamento che il filone ha subito. Oggi siamo abituati a una tipologia differente, quindi sul versante della paura, intesa come tale, siamo leggermente distanti ma non per questo ha perso la sua parte un po’ più thriller, che invece è rimasta abbastanza. Il basso costo della realizzazione è una peculiarità che si nota alquanto, ma è proprio questo lato che lo rende interessante. Nonostante la semplicità banale della trama e degli eventi che accadono, non perde la sua forza ma al contrario sembra acquisirla, regalando uno spettacolo di puro gradimento. È un film che si guarda con piacere, in grado di appassionare, a causa dei suoi personaggi, per metà goffi e per metà bizzarri. Gli interpreti sono infatti perfetti per la parte e ciascuno contribuisce a una decisa e realistica performance. Le colline hanno gli occhi è diventato un vero e proprio cult. Potremmo ritrovarne i motivi per merito di alcune scene memorabili, come i due killer all’interno del camper. Quest’unione di più fattori (come lo slasher e il pulp) arriva pure a divertire, perché ammettiamolo, non siamo di fronte a un film da prendere sul serio e questo è ben voluto anche dal suo autore, esplicitandolo nella storia. Ogni elemento è caricaturato, al fine di evidenziare la cosa. L’ammissione non può che far sorridere e il genere si accetta per quello che è, con una giusta predisposizione di visione.

Scena del b-movie Le colline hanno gli occhi
Scena del b-movie Le colline hanno gli occhi

Può sembrare strano, ma in tutto questo caos, tra ammazzamenti e sparatorie, il regista non si dimentica di inserire una vena più politica. Oltre a divertire e intimorire per certi tratti, ne esce un quadro generale sulla media borghesia americana. Wes Craven demolisce completamente l’eroismo tipico, che è possibile riscontrare nelle classiche storie di tanti prodotti di intrattenimento. Raffigura i suoi protagonisti in una maniera del tutto idiota, non solo incapaci di affrontare una situazione del genere ma anche di produrre un’idea sensata. Inconsapevoli delle conseguenze e spaesati di fronte al minimo inciampo a cui si può incorrere nella vita. La tradizionale famiglia benestante viene quindi disgregata, ma soprattutto contrapposta a un’altra tipologia familiare. I cosiddetti cattivi della nostra storia sono infatti un’altra famiglia, che rappresenta però, in una massima estrema, la classe bassa della società. Esse sono delle vittime rimaste schiacciate dal peso del sistema economico privatizzato americano. Possiamo tranquillamente affermare di essere in corrispondenza di una trasposizione alternativa del film “Parasite” di Bong Joon-ho, in quanto il concetto di fondo è pressoché simile. Due famiglie che rappresentano entrambe la faccia della stessa medaglia, chi dalla struttura viene privilegiato e chi ne subisce le sue conseguenze, con effetti gravi sull’intera popolazione. Nel frattempo un’America che di tutta questa situazione, non sembra minimamente interessata. Come possiamo scorgere dal film, la zona dove avviene l’azione, verrà usata dal governo per l’ampliamento di test nucleari. Basterebbe questo punto, per mostrare la dura critica che l’artista inserisce. Non potevamo chiedere di più a Craven, che con questo suo lavoro, diventa uno dei nomi di punta della nuova cinematografia horror. Egli si inserisce in quella linea d’autori, che si appropria dell’horror per intrattenere alla grande, ma anche per far trasparire attimi di riflessione, condensando i due aspetti, in un’opera unica e piacevole.

In Conclusione

Il film intrattiene grazie a una componente pulp che lo inserisce tra i titoli B-movie più riusciti e famosi della categoria. Wes Craven amalgama il tutto con una dose di critica velata che traspare dalle immagini. L’opera non vuole prendersi sul serio e si fa per certi versi grottesca e surreale. Le interpretazioni seppur credibili si apprezzano per quelle che sono, nonostante il cast di attori non conosciuti. Ne esce fuori un ottimo esempio di film d’intrattenimento, caratterizzato dalla giusta suspense che necessita.

Note positive

  • Buon prodotto di intrattenimento
  • Ottime scene di suspense
  • Storia semplice ma funzionale

Note negative

  • Non spaventa più come un tempo
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