Stamped from the Beginning: la storia del razzismo negli Stati Uniti (2023). Il potere manipola la realtà

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Trailer di Stamped from the Beginning: la storia del razzismo negli Stati Uniti

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il 12 aprile 2016, la casa editrice Bold Type Books, parte del gruppo PublicAffairs, ha pubblicato “Stamped from the Beginning: The Definitive History of Racist Ideas in America” dello storico americano Ibram X. Kendi. Kendi, professore, attivista e storico della razza e della politica discriminatoria in America, è anche fondatore del centro per la ricerca antirazzista presso l’Università di Boston. Questo saggio storico sulla storia del razzismo in America ha vinto il premio National Book Award for Nonfiction e ha ricevuto elogi critici significativi.

Nel 2020, Kendi ha pubblicato un secondo saggio storico, “Stamped: Racism, Antiracism, and You“, che, secondo l’autore, non rientra esattamente nella categoria di libro di storia in quanto utilizza un linguaggio legato alla cultura pop giovanile. Il libro ha ottenuto successo, vincendo il Premio Cybils per la saggistica senior e il Premio Goodreads Choice per la saggistica, ma ha anche affrontato critiche e censure negli Stati Uniti a causa di affermazioni che secondo alcuni contenevano “episodi di narrazione selettiva” e non affrontavano il razzismo contro tutte le persone. Nonostante queste problematiche, Kendi ha proseguito la sua produzione letteraria, indirizzandosi anche a un pubblico più giovane. Nel 2023, ha pubblicato “Stamped (For Kids): Racism, Antiracism, and You” e la graphic novel “Stamped from the Beginning: A Graphic History of Racist Ideas in America“.

Nel 2023, il regista premio Oscar Roger Ross Williams ha portato sullo schermo il bestseller del New York Times “Stamped from the Beginning: la storia del razzismo negli Stati Uniti” di Ibram X. Kendi. Questa pellicola, una miscela di documentario e animazione, è stata distribuita su Netflix dal 20 novembre 2023 e vede la produzione esecutiva di Kendi e di Mara Brock Akil, premiata agli NAACP Image Award.

Trama di Stamped from the Beginning: la storia del razzismo negli Stati Uniti

Il documentario di Williams si avvale di una tecnica di animazione innovativa che fonde la live action con l’arte dell’epoca, portando alla luce figure e momenti tanto noti quanto oscuri, sia storici che contemporanei. Importanti studiosi e attivisti come Angela Davis, Honorée Fanonne Jeffers, Brittany Packnett Cunningham, Jennifer L. Morgan, Lynae Vanee e Racquel Gates si uniscono a Ibram X. Kendi per presentare al pubblico un resoconto incisivo su come immagini e stereotipi razzisti si siano sviluppati e radicati nella cultura americana. La narrazione attraversa le varie fasi della storia della schiavitù americana, approfondendo le figure chiave della storia politica e afroamericana, da Jefferson Davis ad Abraham Lincoln, fino a Phillis Wheatley, la prima scrittrice afroamericana, che, nonostante fosse stata schiava, scrisse poesie pubblicate.

Fotogramma di Frame di Stamped from the Beginning: la storia del razzismo negli Stati Uniti
Fotogramma di Frame di Stamped from the Beginning: la storia del razzismo negli Stati Uniti

Recensione di Stamped from the Beginning: la storia del razzismo negli Stati Uniti

Il documentario offre una riflessione avvincente, sia antropologica che politica, rivelando in modo originale come l’opinione pubblica sia distorta da informazioni errate, trasformando percezioni in realtà apparenti, addirittura storiche. Questo mutamento di prospettiva sui fatti, a livello di cronaca e di significato, altera il vero significato degli eventi, imponendo un’interpretazione distorta a livello ideologico su vicende mosse prevalentemente da dinamiche di potere. La verità, manipolata attraverso la distorsione degli avvenimenti, diviene un’utopia sociale più che un principio cardine della nostra società. Il regista, Oscar Roger Ross Williams, approfondisce il saggio di Ibram X. Kendi, concentrandosi sulla storia degli afroamericani in America, dall’epoca della deportazione dall’Africa per diventare schiavi fino ai fatti contemporanei del 2023. Il documentario mostra come le manipolazioni del passato abbiano influenzato e continuino a condizionare la percezione pubblica americana (e non solo) riguardo ai cosiddetti “neri”.

Il documentario, attraverso interviste a studiosi della storia afroamericana, offre una prospettiva illuminante sulla lettura del mondo occidentale, soprattutto degli Stati Uniti, sottolineando come sia stata storicamente plasmata dall’élite bianca dominante. “Stamped from the Beginning: la storia del razzismo negli Stati Uniti” esprime con vigore come i bianchi abbiano esercitato un controllo predominante sul mondo, dettando leggi a proprio vantaggio. Questo potere perdura nel presente e si prefigura anche nel futuro attraverso sottili strategie di manipolazione di massa, mirate a screditare, denigrare e distruggere la comunità afroamericana, ancora nel 2023 in lotta per un posto di rilievo all’interno della società americana. La politica attuale americana contribuisce a questa narrazione distorta, dipingendo i neri come criminali, spacciatori, fuorilegge, una rappresentazione radicata anche nell’immaginario letterario e cinematografico, dove molti personaggi afroamericani sono ritratti come delinquenti. Il documentario offre anche una riflessione affascinante sulla pellicola di King Kong, evidenziando come la figura del gorilla nero rappresentasse la concezione storica della natura selvaggia e brutale dell’uomo nero.

Il documentario di Oscar Roger Ross ha il potere di stimolare una riflessione profonda nei suoi spettatori, inducendoli a considerare attentamente la realtà che li circonda. Al termine del lungometraggio, sorge spontanea la domanda su quante volte la società bianca abbia alterato i fatti storici, manipolando l’interpretazione degli eventi per indirizzare il pensiero pubblico verso specifiche credenze. Questo invita a interrogarsi su ciò che potremmo non conoscere realmente, su quante menzogne siano state propagate nella nostra storia e su quanti eventi siano stati nascosti per presentare una visione selettiva della verità.

Intervistatore: Ci stanno indottrinando, e così che funziona la cultura popolare e il potere, giusto? 

Intervistata: Non ce ne accorgiamo finché non ha funzionato. Per poterlo fare e sentirti in pace con la coscienza devi trovare un motivo per giustificarlo. Altrimenti non restano altro che brutalità, rapimento, omicidio e stupro. Nessuno vuole pensare a se stesso in quel modo, va bene?

La storia del razzismo afroamericano inizia ancor prima del 1444, quando i primi schiavi giunsero in Portogallo dal Senegambia, sebbene il traffico di schiavi dalle popolazioni slave fosse già noto. Il punto cruciale fu l’inizio della persecuzione dei neri, quando il principe Enrico del Portogallo comprese, immeditamente, l’opportunità economica che offrivano gli schiavi neri. Questi, a differenza degli schiavi slavi, per via del loro colore della pelle, non potevano facilmente sfuggire e mescolarsi con la popolazione locale, rendendoli degli ottimi schiavi, esseri che non potevano nascondersi nella società attuale in nessun modo. Il principe Enrico riconobbe il potenziale commerciale nella tratta e nella vendita degli schiavi neri. Tuttavia, capì che non poteva semplicemente avviare questo commercio senza prima creare e promuovere un’ideologia che lo giustificasse. In questo contesto, con l’aiuto di Gomes Zurara, si costruì un’ideologia che avrebbe legittimato e giustificato questa deportazione.

Gomes Zurara giustificò il suo commercio di schiavi affermando che il principe Enrico lo faceva per salvare anime e che queste persone in Africa erano inferiori, simili a bestie. Sono vissute come bestie senza alcuna consuetudine di essere ragionevoli, non hanno alcuna comprensione del bene e sanno soltanto vivere in un’indolente bestialità. Zurara scriverà che gente con diversi colori della pelle, lingue diverse, culture diverse e di nazioni diverse, erano un unico popolo, un popolo di neri, un popolo di neri degno di essere schiavizzato. 

Il documentario inizia il suo viaggio nella storia del razzismo nel 1444, offrendo un’esplorazione lineare fino all’epoca di Abraham Lincoln, il sedicesimo presidente degli Stati Uniti. Il ritratto di Lincoln qui presentato sconvolge l’immagine di salvatore dei diritti degli afroamericani, mostrandolo nella sua complessità, anche con tratti di razzismo. Il documentario offre una prospettiva più sfumata e complessa di questo presidente spesso celebrato come eroe dell’abolizione della schiavitù. Si evidenziano aspetti meno conosciuti della sua visione e delle sue azioni, compresi momenti in cui ha preso decisioni politiche che potrebbero essere interpretate come influenzate da atteggiamenti razzisti o come scelte che non hanno completamente abbracciato la parità di trattamento per gli afroamericani. Dopo il periodo di Lincoln, la narrazione della storia americana diventa più sbrigativa e meno dettagliata, mescolando rapidamente gli eventi attuali con quelli degli anni ’50 e ’60, spesso mostrando brevi clip delle parole di Martin Luther King. Per quanto riguarda Martin Luther King, pur trattandosi di uno dei protagonisti fondamentali del movimento per i diritti civili, il documentario avrebbe potuto approfondire meglio il suo ruolo e le sue parole in relazione alla persistente lotta contro il razzismo. Un suo approfondimento poteva dare maggior risalto ai concetti di uguaglianza e al suo impatto nella società americana, soprattutto attraverso le sue potenti e ispiratrici parole, offrendo una prospettiva più ampia sul suo influsso culturale e politico, anche nell’America contemporanea. Il focus principale del film si dimostra essere sugli effetti persistenti del passato nel presente, evidenziando come le ideologie inculcate nel passato persistano nel tempo, rendendo difficile la loro eliminazione. Difatti la storia americana è intrisa di figure come Jefferson Davis, il cui commento del 1860, “L’inferiorità dei neri è la volontà di Dio”, persiste ancora nel 2023. Il documentario di Roger Ross Williams dimostra come uomini bianchi del passato abbiano intenzionalmente danneggiato e costruito un’immagine negativa degli afroamericani per consolidare il proprio potere personale. Nel corso degli anni, importanti figure della politica americana hanno deliberatamente denigrato le persone di colore, creando un simbolismo in cui gli afroamericani sono stati dipinti come esseri infernali, selvaggi, barbari, estranei all’arte e incapaci di apprezzarne la bellezza.

A livello stilistico, il film si avvale di una vasta gamma di immagini e video d’archivio, inclusi frammenti di film e cortometraggi, alternati a sequenze di animazione di alta qualità. Questa varietà conferisce al documentario un ritmo sostenuto, sebbene la durata potrebbe risultare leggermente eccessiva, con alcuni minuti superflui che appesantiscono l’opera nel complesso.

Frame di Stamped from the Beginning: la storia del razzismo negli Stati Uniti
Frame di Stamped from the Beginning: la storia del razzismo negli Stati Uniti

In conclusione

Il documentario offre una prospettiva incisiva sulla manipolazione storica e sociale degli afroamericani negli Stati Uniti. La sua analisi approfondita, sottolineando la distorsione dell’opinione pubblica tramite informazioni falsate, stimola una riflessione critica sul passato e presente. Tuttavia, la prolissità in alcuni tratti e la focalizzazione dispari su certi periodi storici limitano la completezza dell’analisi, mentre l’approfondimento su alcuni aspetti avrebbe arricchito ulteriormente il racconto.

Note Positive:

  1. Analisi approfondita: Il documentario offre un’analisi approfondita della percezione storica distorta sugli afroamericani, evidenziando le manipolazioni della verità storica.
  2. Diversità visiva: La varietà di immagini d’archivio, interviste e scene d’animazione contribuisce a mantenere un ritmo coinvolgente e offre una prospettiva visivamente accattivante.
  3. Riflessione stimolante: Il film invita a una riflessione critica sulla manipolazione della storia da parte dell’élite bianca, incoraggiando una visione critica del passato e del presente.

Note Negative:

  1. Prolissità: In alcuni tratti, la pellicola risulta prolissa, soprattutto nei circa dieci minuti in eccesso, che appesantiscono il ritmo complessivo del documentario.
  2. Focalizzazione dispari: L’analisi post-epoca Lincoln risulta meno approfondita, riducendo il tempo dedicato agli eventi storici successivi e concentrando troppo l’attenzione su alcuni periodi.
  3. Approfondimento mancante: Alcuni elementi chiave, come il ruolo degli afroamericani nella società contemporanea, avrebbero richiesto maggiore approfondimento e analisi per una comprensione più completa.
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