L’organo genocida (2017). Una caccia all’uomo spietata e confusa.

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"L'organo genocida" poster

L’organo genocida

Titolo originale: Gyakusatsu kikan

Anno: 2017

Paese: Giappone

Genere: azione, spionaggio, fantascienza

Produzione: Manglobe, Geno Studio

Distribuzione: Prime Video

Durata: 115 min.

Regia: Shukō Murase

Sceneggiatura: Shukō Murase

Fotografia: Kousuke Nakanishi, Kazuhiro Yamada

Montaggio: Tomoki Nagasaka

Musiche: Yoshihiro Ike

Animatori: Bahi J.D.

Trailer de: L’organo genocida

Dopo aver portato sullo schermo L’impero dei cadaveri e Harmony, la trilogia scritta da Project Itoh si conclude con L’organo genocida, diretto da Shukō Murase. Questo thriller fantascientifico dal sapore di spy story, continua a mostrare quanto possa essere labile il confine tra giusto e sbagliato.

Trama de: L’organo genocida

Dopo un attentato con un ordigno nucleare artigianale Sarajevo, i governi mondiali hanno alzato il proprio livello di sicurezza interno fino a minare sensibilmente la privacy dei propri cittadini: poco tempo dopo il mondo ha cominciato a essere preda di piccoli massacri e genocidi, a orchestrare il tutto sembra essere John Paul, un ex ufficiale americano, che ha teorizzato la presenza di una grammatica del genocidio innata in ogni essere umano, usata dalle dittature per instaurare e mantenere il proprio potere potendo commettere i crimini più atroci. Quest’uomo deve essere perciò fermato a ogni costo.

A svolgere l’incarico sarà un agente della CIA, l’ufficiale Clavis Shepherd che con l’ausilio di una squadra di supporto, comincia una pericolosa caccia all’uomo che lo porterà a inseguire John Paul per mezzo mondo. Ad aiutarlo sarà anche la ceca Lucia Škroupova ex amante di Paul. La caccia è aperta ma non solo non sarà così semplice arrivare a John Paul ma il vaso di Pandora che le azioni di Shepherd scoperchieranno, sarà piuttosto ingombrante e porterà a ulteriori tragici eventi.

Klovis Shepherd. Fotogramma de "L'organo genocida"
Klovis Shepherd. Fotogramma de: L’organo genocida

Recensione de: L’organo genocida

Per L’organo genocida, Wit Studio (famosa particolarmente per le prime tre stagioni de L’attacco dei giganti) che aveva prodotto il “capitolo” precedente, passa la mano agli studi Manglobe (che andrà in bancarotta durante la realizzazione) e Geno Studio (che riprenderà la produzione portandola a termine) che con la regia di Shukō Murase, realizzano un film adrenalinico, in cui lo spazio per pensare al messaggio che aleggia per tutto questo anime, spazio che non servirebbe solo a pensare ma a fare da trampolino di lancio per le scene successive non è stato sfruttato al meglio. La teoria dell‘organo genocida, di questa grammatica generativa che conduce alle dittature e di conseguenza all’attuazione di massacri e genocidi, sarebbe anche interessante se solo fosse stata sviluppata meglio all’interno del film; lo spazio dato alla spiegazione che ne da John Paul è misera, non solo riguardo alla trama in sé ma soprattutto riguardo al titolo del film, spiegazione oscurata dai numerosi scontri armati che sembrano interessare molto di più, visto il gran numero di scene in cui questi sono presenti.

Una delle numerose scene di combattimento. Fotogramma de: L'organo genocida
Una delle numerose scene di combattimento. Fotogramma de: L’organo genocida

Per quel che riguarda gli aspetti tecnico – artistici, La regia di Murase è piuttosto semplice, non è niente di straordinario e a tratti anche traballante ma a dare manforte è il montaggio che da il meglio di sé durante i numerosi scontri armati, la cui concitazione è ben espressa. Un buon lavoro anche con la fotografia di Kousuke Nakanishi, particolarmente verso il finale. In vari momenti ci sono inserti di animazioni in CGI che si vedono in molteplici opere animate giapponesi e, come molto spesso accade, stonano terribilmente con tutto il resto, poiché si staccano potentemente dal 2D che le circonda; un vero peccato visto che i vari paesaggi e le città incontrate nel corso dei numerosi minuti sono state davvero ben realizzate, particolarmente Praga che è la città maggiormente coinvolta in questa storia. La colonna sonora di Yoshihiro Ike è un mix di più generi che spaziano dalla musica classica alla techno che funziona a tratti.

Lucia Škroupova e Klovis Shepherd. Fotogramma de: "L'organo genocida"
Lucia Škroupova e Klovis Shepherd. Fotogramma de: L’organo genocida

In conclusione

L’organo genocida è un discreto film, comunque di sicuro intrattenimento che però sembra perdere molto spesso il cuore centrale della storia.

Note positive

  • Gli scontri armati
  • Il personaggio di John Paul
  • La teoria sull’organo genocida

Note negative

  • Il rapporto fra Clovis Shepherd e Lucia Škroupova
  • Alcuni utilizzi della CGI
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