Let the Summer Never Come Again (2017): tutto il resto è amore

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Let the Summer Never Come Again

Let the Summer Never Come Again

Titolo originale: “Let the Summer Never Come Again”

Anno: 2017

Nazione: Georgia, Germania

Genere: Avanguardia

Casa di produzione: –

Distribuzione italiana: Mubi

Durata: 202 minuti

RegiaAlexandre Koberidze

Sceneggiatura: Alexandre Koberide

Fotografia: Alexandre Koberidze

Montaggio: Alexandre Koberidze

Musiche: Giorgi Koberidze

Attori: Mate Kevlishvili, Giorgi Bochorishvili

Trailer del film Let the Summer Never Come Again (2017)

Nel 1890 William Dickson, un ingegnere elettronico, assunse William Heise per un progetto che avrebbe cambiato la storia dell’arte. Solo qualche anno prima Dickson aveva lavorato con Thomas Edison al Kinetoscopio, il primo proiettore cinematografico mai realizzato, inaspettatamente però qualcosa andò storto: l’idea di Edison non dava i risultati sperati e Il progetto di due delle menti più brillanti dell’epoca era sul punto di fallire. Mancava qualcosa, un meccanismo che fosse in grado di integrare correttamente la nuova pellicola di John Carbutt al disegno di Edison. Dickson allora non si arrese, chiamò Heise come assistente operatore e nel 1891 con quasi 4 anni di anticipo dall’intuizione dei Lumiere, portò a termine gli ultimi passi del pre-cinema. Quelle che fino ad all’ora erano state semplici figure in movimento adesso raccontavano una storia, passando da finti scontri di box al memorabile primo bacio della storia del cinema: The kiss (1896).

 The kiss (1896).
The kiss (1896)

Il cortometraggio di soli 18 secondi girato da Heise era più di un semplice bacio, era la rinascita di un desiderio. Ciò che per secoli era stato il tema principale dell’arte, dalla pittura alla letteratura, ora per la prima volta veniva espresso sotto una nuova luce nel modo più puro ed elementare possibile. L’amore faceva la sua prima apparizione nel cinema e di lì in avanti ancora nei secoli. 

Da Biancaneve (1937) a Lilli e il Vagabondo (1955), da Colazione da Tiffany (1961) Spider-Man (2002) tutto passò per quei 18 secondi, Il tempo sufficiente a esprimere qualunque storia d’amore fino a oggi . È il 15 Febbraio del 2017 e nella lontana Georgia, Alexandre Koberidze esordisce al cinema con Let the Summer Never Come Againuna storia d’amore che non parla d’amore.

Trama di Let the Summer Never Come Again

Un giovane georgiano con la passione per la danza si trasferisce dalla campagna alla capitale Tbilisi per inseguire il proprio sogno. La vita di città però è più difficile del previsto e il bisogno di denaro lo spinge alla clandestinità. La sua estate cambierà quando una nuova conoscenza lo condurrà verso l’amore.

Una sopracciglia danneggiata non può essere nascosta da un cerotto. È un peccato, perché oggi finalmente il ragazzo conosce il direttore di una compagnia di danza.

Voce narrante

Recensione di Let the Summer Never Come Again

“L’amore non ha una fine, una storia ce l’ha sempre. Ora vedrete una storia d’amore”, è con queste parole che inizia l’opera ed è subito così che il regista pone le domande: cos’è un film? Come si racconta una storia d’amore? Per Il cinema e i grandi del passato le idee erano ben chiare. Per Hitchcock, ad esempio, è noto che la settima arte fosse “La vita senza i momenti noiosi” e in questo Heisi fu perfetto. Solo 18 secondi: il sentimento nella sua massima espressione, un bacio e niente più. Ma “l’amore non ha una fine”, vive autonomo al di fuori dell’inquadratura, prima e dopo l’occhio del cineasta, e Koberidze lo sapeva.

Allora tutto respira e cammina da solo. Dai sentimenti alle immagini, il regista non pretende di girare, riprende soltanto. Cerca di documentare. Lascia che la città faccia il suo corso e così i suoi abitanti; davanti a una piazza, in fila per un negozio di alimentari, da una porta socchiusa su una routine familiare. Il gioco del cinema sconfina, ci scappa dalle mani, incontrollabile, e quei 18 secondi diventano tutto il resto. In Let the Summer Never Come Again il bacio è già passato, consumato dietro le porte di un albergo, inafferrabile persino per l’autore. Tutto ciò che prima era “momento noioso” adesso è nuova autenticità e ci dona esso stesso le ragioni del cuore. Oltrepassando il confine del film Koberidze ci parla da vicino e solo adesso ci mostra la verità: il cinema e l’amore vanno oltre gli attori, oltre le battute e oltre i copioni, e se una storia ha una fine, quello che c’è dietro non muore mai.

Let the Summer Never Come Again – Alexandre Koberidze
Let the Summer Never Come Again – Alexandre Koberidze

Innovazione e trasformazione: semplicità

Anche se presentata come fiction così, Let the Summer Never Come Again si trasforma, scomponendo ed esplorando nuovi orizzonti. Le oltre tre ore di film riprese con un vecchio cellulare a bassa definizione, più che seguire i personaggi e la storia d’amore, catturano la metropoli che monopolizza l’attenzione. Attori e spettatori dunque si confondono, coesistono tra le strade della capitale, guardano in camera e recitano allo stesso tempo. Il tutto dando vita a un nuovo ibrido: né completamente documentario né completamente finzione. 

In questo limbo Koberidze scambia gli elementi in continuazione e con gli stereotipi della cultura cinematografica porta avanti la narrazione: Il quotidiano, sporco e dai celi bruciati senza post-produzione, si accosta alla marcata spettacolarizzazione. Lo spettatore dunque viaggia senza appigli passando da scenette alla Chaplin a lunghe sequenze urbane, da macchina fissa e respirata a movimenti costruiti e sapientemente lavorati. 

Fotogramma di Let the Summer Never Come Again (2017)
Fotogramma di Let the Summer Never Come Again (2017)

L’opera prima dell’autore georgiano si rivela pertanto una affascinante esperimento d’avanguardia, mutevole ed espressivo più per immagini che per parole. Un film che oscilla dentro e fuori la narrazione riuscendo a comunicare tramite il regista anche per esperienze personali. A scandire i capitoli, come ennesima chicca, tra i lenti evolversi dei fatti, Koberidze o chi per lui, si prende addirittura dei momenti d’intimità e con tanto di FullHD (per rimescolare ancora le carte) ci racconta una storia, forse della sua vita, anche questa nata oltre e al di fuori l’occhio dello spettatore.

Conclusione di Let the Summer Never Come Again

Per tutti coloro con più di tre ore libere e alla ricerca di una storia d’amore fuori da ogni schema, Let the Summer Never Come Again, per quanto non alla portata di tutti, possiede una forte fascinazione: la capacità di vivere al di qua e al di là di chi la guarda, fin fuori dallo schermo. Il film ci ingloba e nelle sue attese ci lascia vivere questa estate che forse non ritornerà mai più. 

Note positive

  • Scorci cittadini.
  • Sperimentazione autoriale.
  • Quasi totale assenza di dialoghi.
  • Luci e colori.
  • Atmosfera ispirata: a tratti irreale a tratti iperrealistica.
  • Qualità visiva per alcuni.

Note negative

  • Minutaggio impeditivo.
  • Qualità visiva per altri.
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