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Ma
Titolo originale: Ma
Anno: 2019
Paese: Stati Uniti d’America
Casa di Produzione: Blumhouse Productions, Wyolah Films
Distribuzione italiana: Universal Pictures
Durata: 100 minuti
Regia: Tate Taylor
Sceneggiatura: Tate Taylor, Scotty Landes
Fotografia: Christina Voros
Montaggio: Lucy Donaldson, Jin Lee
Musiche: Gregory Tripi
Attori: Octavia Spencer, Luke Evans, Juliette Lewis, Allison Janney, Missi Pyle, McKaley Miller, Corey Fogelmanis, Dominic Burgess, Dante Brown
Trama del film
Ma è un film thriller/horror in cui viene raccontata la storia di una donna (Sue Ann), la quale decide di vendicarsi dei torti avuti dai suoi vecchi compagni di scuola attraverso i loro figli liceali.

Recensione del film
Una donna vogliosa di vendicarsi, un seminterrato impolverato e dei liceali. Gli ingredienti, a vederli, sembrano quelli di un horror in stile americano e, in effetti, è proprio così. Sue Ann (detta Ma) è la protagonista di una pellicola che sembra spaziare tra più generi, dal thriller/psicologico fino a giungere, in alcune scene, allo splatter. La donna, in apparenza benevola, è assuefatta all’idea di far provare a dei poveri liceali la sofferenza che lei ha dovuto subire da ragazza, tramutando l’umiliazione psicologica in sofferenza fisica. La trama, già dal principio, risulta banale, infarcita dai dialoghi dei ragazzi fin troppo spinti e poco efficaci ai fini della storia. I flashback, usati in più occasioni per “spiegare” il passato di “Ma”, sembrano più un esercizio di stile. Risultano, infatti, troppo limitanti e inadatti nel far capire la psiche del personaggio. L’umiliazione avuta da Sue Ann tanti anni fa da uno dei suoi coetanei, che rappresenta il motivo del suo essere psico-labile, non giustifica la malsana voglia di fare del male agli altri e, anzi, appare piuttosto anacronistica.

Il tipo di narrazione che porta alla crescita di tensione è fatta di tentativi, poco riusciti, di dare ritmo a una storia dritta. La scelta di ricorrere a meccanismi quali l’insistenza della donna nel voler diventare amica dei ragazzi e la sua cleptomania nel desiderio di possedere oggetti altrui (aspetto di cui non vengano date spiegazioni allo spettatore) appaiono poco sensati. I personaggi restanti della vicenda sono, invece, poco delineati e li vediamo in poche scene, le quali non aggiungono nulla allo sviluppo della storia. Le inquadrature molto prevedibili e poco “audaci” non aiutano nella missione d’intimorire lo spettatore e non lo fanno “sobbalzare” per lo spavento. Nemmeno l’aggiunta della figlia di Sue Ann (Genie), tenuta in ostaggio in casa dalla madre, riesce a dare una diversa credibilità alla vicenda, visto che non vengono dette, ancora una volta, le motivazioni che hanno portato a questo. La sensazione nel vedere questa pellicola è che si sappia già in che modo finisca e questo delinea di gran lunga l’incapacità nella scrittura e nella regia di creare quel famoso “colpo di scena” in grado di sovvertire le aspettative dello spettatore. Una recitazione d’alto livello non compensa la mancanza di contenuti e di originalità della storia, non in grado di offrire un punto di vista diverso né sul razzismo (si sarebbe potuto usare il ruolo della protagonista per porre l’accento su questo tema) e né sui temi a questa annessi, tra i quali, di sicuro, vi è l’inclusione.
In conclusione
Il film è un’occasione sprecata, nella quale il problema del bullismo viene trattato in modo alquanto sbagliato e marginale. Per l’ennesima volta ci si trova dinnanzi a qualcosa che sa di già visto e non in grado di soddisfare le aspettative degli spettatori.
Note positive
- La recitazione della protagonista
Note negative
- Dialoghi volgari
- Temi non sviluppati nel modo adatto
- Poca originalità