Madamoiselle: Un film di Park Chan-wook

https://youtu.be/XqpT6wzVARo%20
Scheda film
Recensione
Scheda film

Mademoiselle – Scheda film

Titolo originale: Agassi

Anno: 2016

Paese di produzione: Corea del sud

Genere: Thriller

CAST TECNICO

Regia: Park Chan-wook

Sceneggiatore: Park Chan-wook, Jeong Seo-kyeong

Montaggio: Jae-Bum Kim, Kim Sang-Beom

Dop: Chung Chung-hoon

Musica: Yeong-Wook Jo

Aspect Ratio: 2.35 : 1

Durata: 2 hr 25 min (145 min)
2 hr 48 min (168 min) (extended)

Produzione: Moho Film, Yong Film

Distribuzione: Altre Storie

CAST ARTISTICO

Kim Min-Hee, Kim Tae-ri, Ha Jung-woo, Jo Jin-woong, Moon So-ri

Recensione

Mademoiselle – Recensione film

The Handmaiden (아가씨 ? , Ah-ga-ssi LR ), conosciuto al grande pubblico con il nome di Mademoiselle è un lungometraggio della corea del sud diretto dal regista Park Chan-Wook,famoso nel cinema per lavori di grande rispetto come Lady Vendetta e Oldboy.

In Italia è stato distribuito con il titolo di Madamoiselle, a tre anni dall’uscita, 29 agosto 2019, in Corea e dalla presentazione a Cannes, avvenuta nel 2016.

Mademoiselle è ispirato al romanzo di Waters intitolato Ladra.

Trama

Hideko, giovane ereditiera, orfana di entrambe i genitori, vive reclusa nella grande villa dello zio (la cui moglie si è suicidata, impiccandosi a un albero della stessa villa), collezionista di libri erotici, il cui obiettivo è sposarla, per mettere le mani sul suo ingente patrimonio.

La ragazza viene convinta dal Conte Fujiwara, un truffatore che
spaccia origini nobiliari, ad assumere Sook Hee, una borseggiatrice, come domestica, per scardinare gli equilibri familiari. Il piano del Conte è infatti quello di servirsi di Sook Hee, per farsi sposare a sua volta da Hideko e fare internare la domestica, una volta raggiunto l’obiettivo.

Analisi Filmica

Park Chan- Wook torna alla regia dopo tre anni da Stoker, ultimo filminteramente girato con un cast americano. Ambienta il romanzo della Waters, in un periodo poco conosciuto a noi occidentali, ma estremamente funzionale alla storia.

Ancora una volta, dopo Old Boy e Stoker, Park Chan- Wook analizza i rapporti famigliari disfunzionali e la loro morbosità. La casa nativa non è un luogo di protezione e sicurezza, ma una prigione, teatro di violenze sessuali e psicologiche, che vendono soccombere la purezza del membro famigliare più debole e indifeso. Non c’è retorica, né oscenità nel racconto del regista, ma un senso d’impotenza e angoscia ben descritto, convincente e che sempre più ci fa capire come il cinema possa essere un mezzo per narrare una grande verità, spesso scomoda e difficile da raccontare.

Una fotografia curatissima, come del resto i costumi e le scenografie. Ogni dettaglio non viene mai lasciato al caso, e i protagonisti sono danzatori, le cui azioni sono passi di un macabro valzer, che si dipana in una storia ricca di colpi di scena inaspettati. Un linguaggio narrativo che non ha paura, che non fa sconti, che non giudica nessun personaggio, ma che mostra la dualità dell’individuo.

Note positive

  • Fotografia
  • Attori

Note negative

  • Nessuna

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