Madres Paralelas (2021): dramma pubblico e dramma privato

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Madres Paralelas locandina

Madres Paralelas

Titolo originale: Madres Paralelas

Anno: 2021

Paese: Spagna

Genere: drammatico

Produzione: El Deseo

Distribuzione: Warner Bros.

Durata: 120 min

Regia: Pedro Almodóvar

Sceneggiatura: Pedro Almodóvar

Fotografia: José Luis Alcaine

Montaggio: Teresa Font

Musiche: Alberto Iglesias

Attori: Penelope Cruz, Milena Smit, Israel Elajalde, Aitana Sanchez-Gijon, Julieta Serrano, Rossy de Palma

Trailer di Madres Paralelas

Trama di Madres Paralelas

L’ultraquarantenne Janis, votata per eredità familiare all’attivismo politico, e l’adolescente Ana, rimaste entrambe incinta senza averlo programmato, si incontrano per caso in un ospedale di Madrid: le due donne, diversissime non solo per l’età ma soprattutto per indole e coscienza politica, si trovano accomunate dall’imprevedibilità del futuro di madre single, imprevedibilità che Ana teme e che Janis abbraccia invece con entusiasmo.

Recensione di Madres Paralelas

L’ultimo lavoro di Almodóvar, accolto con entusiasmo dalla critica all’apertura della Mostra del Cinema di Venezia, ripropone molti degli elementi ricorrenti nella produzione del regista, ovvero un’analisi critica ma sempre profondamente amorevole della figura femminile e in particolare di quella materna, il sodalizio con Penelope Cruz, una fotografia che valorizza i toni del rosso e un ritratto gioioso e realistico della sessualità.

Altro tema caro al maestro spagnolo è quello sociale: già in diversi lavori precedenti – per esempio La mala educaciòn o Carne tremula – il regista aveva mostrato una forte predisposizione a portare la macchina da presa in realtà marginali, denunciando così il disagio delle ampie porzioni di popolazione sfavorite dal clima sociopolitico franchista nel quale lo stesso Almodóvar è cresciuto, ma forse mai prima d’ora aveva deciso di trattare un argomento politicamente rilevante quale la noncuranza della classe dirigente nella riabilitazione della memoria delle vittime del regime. Il problema politico, che apre il film e lo chiude con una potente versione femminile del “Quarto stato” di Pellizza da Volpedo, è senz’altro quello che il regista intendeva proporre come cuore della pellicola; la storia di Janis e Ana – l’una libera e impegnata, l’altra in conflitto con una famiglia che ha rimosso lo scomodo passato – occupa la parte centrale, la più lunga e narrativamente coinvolgente, e si propone di dipingere tramite il tema della maternità una metafora della complessa realtà politica spagnola.

Il grande limite del film consiste nell’incapacità della sceneggiatura di amalgamare le due tematiche portanti della trama, ovvero quella politica e quella intimista, che risultano quindi entrambe penalizzate sul piano narrativo. La pellicola, nonostante questa disorientante irrisolutezza narrativa, riesce comunque a comunicare senza didascalismi la drammaticità dell’ancora attuale ingiustizia perpetrata dal franchismo e a restituire un ritratto sentito della realtà di una madre single, grazie soprattutto alla splendida performance di Penelope Cruz, spalleggiata da una convincente – anche se poco più che esordiente – Milena Smit.

Note positive

  • Interpretazione delle protagoniste
  • Fotografia

Note negative

  • Incapacità della sceneggiatura di amalgamare tema politico e dramma individuale
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