Mr. Harrigan’s Phone (2022): un lungometraggio riuscito a metà

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Mr. Harringan's Phone locandina film

Mr. Harrigan’s Phone

Titolo originale: Mr. Harrigan’s Phone

Anno: 2022

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: Horror

Casa di produzione: Blumhouse Productions, Ryan Murphy Productions

Distribuzione italiana: Netflix

Durata: 104 min

Regia: John Lee Hancock

Sceneggiatura: John Lee Hancock

Fotografia: John Schwartzman

Montaggio: Robert Frazen

Musiche: Javier Navarrete

Attori: Jaeden Martell, Donald Sutherland, Kirby Howell-Baptiste, Joe Tippett, Alex Bartner, Thomas Francis Murphy, Cyrus Arnold, Gregory Jensen, Seth Fuentes, Iván Amaro Bullón, Caitlin Shorey, Colin O’Brien, Lauren Yaffe, Myrna Cabello, Daniel Reece

Trailer del film Mr. Harrigan’s Phone

Il 21 aprile 2020 esce in America la dodicesima antologia di racconti di Stephen King, uno dei più celebri scrittori della letteratura horror – fantastica. Il libro, intitolato If It Bleeds (Se scorre il sangue), contenente quattro novelle che viaggiano sui binari del giallo, dell’horror e del dark fantasy, si apre con il racconto Mr. Harrigan’s Phone (Il telefono del signor Harrigan), incentrato sul rapporto tra Craig, un ragazzo di Harlow, e il Signor John Harrigan, un uomo facoltoso che si è ritrovato in una situazione di semi solitudine in anzianità. Da questa novella prende vita il film omonimo per la regia di John Lee Hancock (Saving Mr.Banks, 2013; Fino all’ultimo indizio, 2021), in uscita su Netflix dal 07 ottobre 2022. Nel ruolo del protagonista troviamo Jaeden Martell (It parte 1 e 2; The Lodge, 2019; Cena con delitto – Knives Out;  2019) mentre nei panni del Signor Harrigan troviamo Donald Sutherland (Gente Comune, 1980; Cittadini X, 1995; The Undoing – Le verità non dette, 2020).

Trama di Mr. Harrigan’s Phome

In una piccola cittadina, precisamente Harlow nel Maine, il giovane Craig, un bambino di circa nove anni, fa la conoscenza del signor Harrigan, un miliardario ricco e solitario. Il rapporto dei due si basa sul trascorrere del tempo insieme all’insegna dei libri e della letteratura. Per tre giorni alla settimana Craig si reca alla villa di Harrigan, sotto pagamento di cinque dollari, per leggere all’uomo dei romanzi. Tra i due s’instaurerà, con il passare degli anni, una solida amicizia. Il tempo passa e ora Craig non è più un bambino di nove anni, ma un adolescente che frequenta il primo anno del liceo cittadino, un luogo molto diverso dal piccolo paese dove è abituato a vivere, tanto da trovare fin da subito delle difficoltà con un ragazzo della scuola, Yanko, che inizia a prenderlo di mira.

Craig per integrarsi al liceo e per far colpo su una ragazza decide di acquistare un cellulare, così da poter messaggiare con lei. In seguito deciderà di regalarne uno anche al suo anziano mentore, il signor Harrigan, che inizialmente lo rifiuta ma poi cambia subito idea denotando che su quel dispositivo e sul world wide web è possibile trovare molte notizie dell’ultimo minuto, tutto in maniera totalmente gratuita, a differenza dei giornali che legge quotidianamente. Qualche tempo dopo però Harrigan muore. Craig è devastato dal dolore e per un motivo irrazionale fa in modo che l’uomo venga seppellito con il suo telefonino, che, di nascosto, immette all’interno della bara. Subito dopo la cerimonia e la sepoltura, Craig scoprirà di poter stranamente comunicare con l’amico deceduto, attraverso l’iPhone. Questo evento causerà però non pochi dubbi e tensioni nel ragazzo.

Mr. Harrigan’s Phone. (L-R) Jaeden Martell as Craig and Donald Sutherland as Mr. Harrigan in Mr. Harrigan’s Phone. Cr. Nicole Rivelli/Netflix © 2022
Mr. Harrigan’s Phone. (L-R) Jaeden Martell as Craig and Donald Sutherland as Mr. Harrigan in Mr. Harrigan’s Phone. Cr. Nicole Rivelli/Netflix © 2022

Recensione di Mr. Harrigan’s Phone

Stephen King sa scrivere delle storie molto particolari e inquietanti che giocano con le nostre stesse paure umane, come il cult letterario It che gioca con le nostre paure più profonde che diventano per noi allucinazioni mortali. La novella Mr. Harrigan’s Phone non è da meno, anche se non risulta il più memorabile racconto dello scrittore statunitense. King ci mostra la natura malvagia dei cellulari, che vengono privati della loro componente più positiva all’interno di un racconto prettamente sovrannaturale, in cui un semplice Smartphone, può tramutarsi in un’arma mortale. John Lee Hancock, nella sua trasposizione filmica, non varia il materiale di partenza, se non in qualche piccolo dettaglio, proponendosi come un adattamento alquanto fedele, che intende dichiarare come il male del mondo e della comunicazione sia racchiusa all’interno dei cellulari, dispositivi nati per connettere ma che hanno instaurato nuove barriere e un approccio errato nel donare informazioni e notizie al mondo. Il regista mette molta cura nel mostrare la nostra dipendenza da questi apparecchi tecnologici, sia oggetti per chiamare che strumenti per connettersi al mondo. Interessanti sono le numerose scene situate in un salone del liceo in cui tutti i ragazzi, come dei marziani, guardano i loro telefonini in silenzio, comunicando con chi hanno accanto attraverso un SMS e non più verbalmente, in tale senso diviene caratteristiche la scena del ballo del liceo in cui Craig balla con una ragazza che tiene in mano il cellulare e che sembra non riuscire, in altri modi, a comunicare con il ragazzo. La sceneggiatura mostra come tutti possono diventare dei drogati di cellulare, difatti anche il signor Harrigan, in breve tempo, diverrà assuefatto da World Wide Web, tanto che mentre Craig gli legge le storie dei romanzi, l’uomo non lo ascolta più catturato da quel marchingegno malefico, che ci fa perdere il contatto con la realtà dell’esistenza.

Tra pregi e difetti

L’opera filmica è presentata a noi come una favola oscura, raccontataci da un narratore omodiegetico. È Craig che ci narra i fatti e la storia del signor Harrigan, dopo che il tutto è avvenuto e non mentre sta avvenendo. L’uso di questo tipo di narratore riesce a donare potenza narrativa e pathos oscuro alla vicenda, impregnata fin dai primi minuti da un’atmosfera oscura, dove sappiamo, fin da subito, che primo o poi qualcosa avverrà. Per quaranta minuti di film (su una pellicola della durata di 1h 45m) Mr. Harrigan’s Phone ci concentra sulla creazione del legame tra il giovanissimo Craig e il signor Harrigan, che funge da mentore per il ragazzo, divenendo quasi per il giovane come un secondo padre. Il rapporto tra i due viene scritto in maniera potente e forte, tanto che non possiamo non empatizzare con l’intellettuale e appassionato di finanza Harrigan. Dopo ben quaranta minuti, dopo una lunga presentazione dei fatti e di questo legame, la pellicola inizia, entra nel vivo, diventando un prodotto tipicamente sovrannaturale, segnato da omicidi. Il pregio di Mr. Harrigan’s Phone è indubbiamente quello di aver creato nella prima parte dei personaggi tridimensionali ma allo stesso tempo ci ha messo troppo tempo per farlo, tanto che la parte 1 (conoscenza dei personaggi) e la parte 2 (storia di morte e fantasmi) appaiono quasi scollegate, anche a causa di una sceneggiatura fin troppo fedele alla novella. Il linguaggio filmico è molto diverso da quello letterario e ciò che funziona bene per un racconto non sempre funziona per il cinema. In questo senso John Lee Hancock non riesce a donare la tensione adatta per tutta la seconda parte della storia, che ben presto si appiattisce completamente, perdendo quell’attenzione che il lungometraggio aveva guadagnato nella prima parte, anche grazie a una splendida prova attoriale di Donald Sutherland. L’elemento horror non spaventa, non incuriosisce e appare non interessante, come del resto lo è il finale, che non dona delle vere e proprie spiegazione all’evento in questione.

A livello di resa visiva va fatta una critica alla regia e costumi. Quando trascorrono gli anni, i personaggi devono cambiare, anche se minimamente. In Mr. Harrigan’s Phone avviene un passaggio alquanto repentino a livello temporale. Da un momento all’altro Craig finisce il liceo e va al college. Ecco, in questo salto temporale, nessun personaggio mostrato appare cambiato da com’era cinque anni fa, partendo dal padre fino a Craig. Non solo loro non cambiano ma neppure la tecnologia dei cellulari, strumenti che sono evoluti molto rapidamente nel corso degli anni, specialmente in America. Dunque, tutto è uguale a prima, ma sono passati cinque anni e ciò toglie credibilità narrativa alla pellicola.

Mr. Harrigan’s Phone. (L-R) Director John Lee Hancock and Jaeden Martell as Craig on the set of Mr. Harrigan’s Phone. Cr. Nicole Rivelli/Netflix © 2022
Mr. Harrigan’s Phone. (L-R) Director John Lee Hancock and Jaeden Martell as Craig on the set of Mr. Harrigan’s Phone. Cr. Nicole Rivelli/Netflix © 2022

In conclusione

La storia è interessante ma John Lee Hancock avrebbe dovuto distaccarci maggiormente dal testo letterario creando un adattamento più aderente al linguaggio filmico. Mr. Harrigan’s Phone inizia bene ma ben presto si appiattisce e tutta la seconda parte, seppur interessante, non coinvolge lo spettatore come invece era avvenuta nella prima parte della narrazione. Dunque i primi cinquanta minuti sono riusciti, gli altri sono d’inferiore qualità narrativa, e questo distanziamento di livelli si sente bene durante la visione.

Note positive

  • Interpretazione di Donald Sutherland
  • La creazione del legame tra Craig e Harrigan

Note negative

  • Seconda metà della pellicola
  • I costumi e la regia nella parte finale della storia
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